I ferrovieri dovranno rendere gli straordinari di Alberto Gaino

I ferrovieri dovranno rendere gli straordinari LA CORTE COSTITUZIONALE RIBALTA I GIUDIZI FAVOREVOLI A MIGLIAIA DI DIPENDENTI I ferrovieri dovranno rendere gli straordinari La sentenza riguarda gli adeguamenti dei compensi congelati dal '92 Alberto Gaino TORINO Per anni, migliaia di ferrovieri hanno ottenuto per via giudiziaria il riconoscimento dell'adeguamento dei compensi straordinari, conjelati dal 1992 : chi prese 300 mila ire, chi 7-8 milioni in virtù di una ghmspudenza favorevole culminata in una sentenza della Corte Costituzionale del 1999. Allora si disse che, ricorso dopo ricorso, lira più lira, le Ferrovie ex Stato in via di privatizzazione (ma sempre al 100 per cento di proprietà del Tesoro) avrebbero dovuto dissanguarsi di altri 500 miliardi per pagare tutti i ricorrenti. Oggi, dopo una seconda pronuncia di segno opposto, nel 2002, della Corte Costituzionale sono i lavoratori, spesso diventati nel frattempo pensionati, a dover rimettere mano al portafogli: Rete Ferroviaria Italiana spa ha inviato a tutti una lettera in cui si chiede la restituzione delle somme liquidate dai giudi¬ ci con gli interessi maturati. Claudia Bergesio, responsabile torinese della Filt-Cgil, dà il senso del problema sociale: «Il 25 si farà una prima assemblea a Torino. Vi sono lavoratori che ora devono rifondere spese legali per migliaia di euro, dopo aver vinto cause anche da 500 mila lire». Per anni schiere di legali e di magistrati del lavoro hanno discusso se l'articolo 7, comma quinto, del decreto legge 384/1992 abbia introdotto il blocco dell'intero compenso del lavoro straordinario (così com'è stato interpretato dalle Ferrovie e dai suoi legali) o soltanto le quote riferibili ai meccanismi automatici di indicizzazione al costo della vita. I giudici del lavoro torinesi sono stati di questo secondo avviso, a Milano e altrove no. Si erano divisa anche la magistratura specializzata, al punto che vi furono ricorsi su ricorsi sulla compatibilità con l'articolo 36 della Costituzione del principio, contenuto in quel quinto com¬ ma, che le ore di lavoro straordinario potessero valere meno di quelle ordinarie. «Nel 1999 la Corte Costituzionale ci diede ragione - riassume l'avvocato Antonio Giordano, fra i promotori di quelle cause seriah né poteva essere diversamente: anche il codice civile dice chiaramente che il lavoro straordinario, più faticoso, deve essere retribuito in misura proporzionatamente maggiore. Poi, nel 2002, con altra composizione, relatore Romano Vaccarella, la Consulta ha ribaltato questo principio sostenendo che si deve far riferimento all'ammontare complessivo della retribuzione per valutare se è sufficiente ad assicurare un'esistenza dignitosa al lavoratore. Però, oggi, sia^ mo al punto che conviene far lavorare in straordinario i ferrovieri: costa di meno che assumere nuovo personale. Considerata la delicatezza del servizio, è un calcolo saggio? Nel pubblico impiego cosiddetto allagato, soltanto le Ferrovie hanno esteso l'interpretazione del Giancarlo Cimoh Stocco delle indennità indicizzate ai compensi straordinari. H Tesoro non l'ha applicato ai suoi dipendenti». «Lasciamo certi argomenti alle parti sociali» commenta Franco Carinci, legale di Rete Ferroviaria italiana con il collega Paolo Tosi. Per lui «il diritto del lavoro non deve interferire con l'autonomia della contrattazione collettiva. In questi anni azienda e sindacati si sono attenuti alla legge e i compensi straordinari dei ferrovieri sono stati congelati, ma sì è comunque trovato un equilibrio economico con un aumento proporzionato delle paghe base che non ha avuto riscontro nel pubblico impiego». L'ultima parola l'ha spesa la . Corte d'appello di Torino che ha espresso perplessità, ma che si è adeguata alTorientamento della Corte Costituzionale e della Cassazione, accoghendo i ricorsi di Rete Ferroviaria e Trenitalia alle ultime sentenze favorevoli ai lavoratori. Sugli straordinari ia Consulta ha dato ragione alle Ferrovie

Persone citate: Antonio Giordano, Claudia Bergesio, Franco Carinci, Paolo Tosi, Romano Vaccarella

Luoghi citati: Milano, Torino