La Libia, il buco nella rete dei controlli di Giacomo Galeazzi

La Libia, il buco nella rete dei controlli LE FAUg IN UN SISTEMA ^PJLlAfiE-COSTRUITO (SRAZ^ 27 ACCaRPI BILATERALI La Libia, il buco nella rete dei controlli L'embargo impedisce il pattugliamento del grande canale Giacomo Galeazzi ROMA ~ Una rete capillare anti-clandestini, una sequela di accordi di riammissione sottoscritti dall'Italia con 27 paesi, una sola «smagliatura» capace, però, di mandare tutto all'aria. Nella lista delle intese bilaterali contro i trafficanti di uomini manca la Libia, ossia la principale «rampa di lancio» dei boat people diretti a Pantelleria, Lampedusa, Porto Empedocle. L'emergenza immigrati nel Canale di Sicilia è dovuta proprio all'impossibilità, a causa dell'embargo, dei pattugliamenti comuni italo-libici. Attualmente sono in vigore 27 accordi per il rimpatrio immediato degli extracomunitari e la repressione della clandestinità, divisi per aree geografiche. Oriente e Balcani: Polonia, Slovenia, Macedonia, Romania, Georgia, Ungheria, Lituania, Moldavia, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Jugoslavia, Croazia, Albania, Bulgaria. Europa centrale e meridionale: Francia, Austria, Spagna, Svizzera, Grecia, Malta. Africa e Asia: Marocco, Egitto, Tunisia, Algeria, Nigeria, SriLanka, Turchia, Cipro. Sono in corso trattative per estendere la «rete protettiva» a Paesi di forte emigrazione come Pakistan, Filippine, Cina, Russia, India, Bangladesh e Bielorussia. L'efficacia delle intese con Albania e Turchia è dimostrata, negli ultimi dodici mesi, dall'azzeramento degli sbarchi nel canale d'Otranto. Anche le coste calabresi che fino al 2002 erano interessate da flussi turchi hanno registrato un radicale decremento degli arrivi. Il problema, a causa dell'embargo libico, restano le isole siciliane. Il cardine degli accordi è costituito dal principio della condizionalità, contenuto, già nel primo articolo della legge BossiFini. «In altre parole: noi possia- mo cooperare- spiega il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano- per lo sviluppo nei Paesi di provenienza, non abbiamo difficoltà a stabilire delle quote privilegiate per i flussi ma tutto questo a condizione che ci sia il rispetto da parte di questi Paesi di accordi di riammissione, di polizia e giudiziari. Un rispetto serio e reale verificato periodicamente». La questione incandescente è la clandestinità. «E' un'area di illegalità che va ridimensionata il più possibile- precisa Mantovano-, negli ultimi 12 mesi si è verificato un incremento degli espulsi, ma anche del numero dei trafficanti di uomini arrestati (-l-4007o), dei mezzi sequestrati ^700Zo), non¬ ché il rilevamento delle impronte digitali (280mila)». Sugli accordi di riammissione (che impongono ai paesi di origine l'obbligo di accogliere i propri cittadini) si fonda la politica migratoria. Sono in attesa di ratifica, fa sapere il Viminale, intese con altri Paesi «situati in aree geografiche distanti, dalle quali si prevede giungano consistenti flussi migratori clandestini». Recentemente è stato conclu-, so il negoziato per la revisione dell'accordo di riammissione con la Jugoslavia, in vigore dal 1998, ma non applicato per la mancata collaborazione di Belgrado negli anni che hanno preceduto la svolta democratica del 2000. «Nella conclusione e nell'eventuale revisione dei programmi di cooperazione con gli Stati dai quali provengono in maggior parte i clandestiniprecisa Mantovano- non si può non tener conto del grado di collaborazione anche nelle procedure di riammissione, oltreché del contrasto a criminalità e clandestinità». Per quanto riguarda i centri di permanenza temporanea ed assistenza, in Italia ne sono operativi 12: Torino, corso Brunelleschi, Milano, via Corelli, Roma ponte Galeria, Brindisi, località Restinco, Melendugno e Otranto (Lecce) Lametia Terme, Caltanissetta, locabtà Pian del Lago, Agrigento, ex capannone industriale Asibi, Lampedusa, Trapani. 55 posti. In tutto 1500 posti, di cui 290, quelli utilizzati dai centri di Lampedusa e di Otranto, sono destinati prevalentemente alla prima accoglienza e allo smistamento. Nuovi centri sono in allestimento a Bologna nell'ex caserma Chiarini e a Modena. «Nel complesso- osservano al ministero dell'Interno- lo strumento fondamentale di gestione del fenomeno è quello di garantire la certezza dei criteri di protezione del minore, standardizzando le procedure (identificazione e concessione di apposito permesso di soggiorno, lotta all'immigrazione clandestina) e favorendo il rimpatrio, quando le condizioni del paese di origine e la situazione familiare lo rendano possibile». |^ NUOVE ROTTE VECCHIE ROTTE r FRANCIA /''" V:': ■'v.--v. i z /' Con l'Albania e l'Egitto l^f* sono stati firmati accordi che consentono alle nostre ^ motovedette di controllare, r'"' ' ~' insieme alle forze di polizia locali, le acque territoriali dei due paesi. Con la Libia c'è l'accordo ma non può essere attuato perché la Libia è ancora soggetta a embargo. La Spagna invece ha potenziato i controlli e bloccato quindi la rotta dal Marocco. Si .A L'efficacia delle intese con Albania e Turchia sta producendo risultati In allestimento nuovi centri di accoglienza a Bologna e Modena

Persone citate: Alfredo Mantovano, Caltanissetta, Chiarini, Mantovano