L'attore dell'«Attimo fuggente» ha dato un erede al giovane Holden

L'attore dell'«Attimo fuggente» ha dato un erede al giovane Holden L'attore dell'«Attimo fuggente» ha dato un erede al giovane Holden NON se ne può quasi più. Con il giovane Holden. Tutti a cercarlo, reincarnato nelle pagine dei giovani scrittori, adesso è trasmigrato anche in Russia. E tra pochi giorni, a fine giugno, ci sarà un suo emulo-erede amencano. 0 almeno così lo presenta un ufficio stampa pur poco conformista e burocratico come quello dei dioscuri della minumum fax. Cassini e De Gennaro (in questa ultima stagione da applaudire particolarmente soprattutto per aver cominciato da veri «editori», senza se e senza ma, la collanina «minimum classics» con un John Barth affascinante, quello dell'«Opera galleggiante», e con «Ritoma, dottor Caligari», i più celebri e un po' dimenticati racconti di Donald Barthelme, due maestri già per il quasi coetaneo Pynchon e per la generazione degli Eggers, dei Wallace, della Bender ecc). L'autore del supposto Holden, protagonista di «Mercoledì delle ceneri», si chiama Ethan Hawke: 33 anni, star hollywoodiana (sposato nientemeno che con Uma Thurman, un fighe, vivono a N.Y.) ma soprattutto ottimo attore, da «L'attimo fuggente» di Peter Weir al primo «Signore degli anelli»: il che lo ha danneggiato anni fa al suo esordio letterario con il semiautobiografico «The Hottest State». Ma adesso la critica Usa è andata a Canossa. Ha capito che nella vicenda dei due innamorati che, sempre «on the road», si prendono, si lasciano, si fidanzano, si sposano, litigano e soprattutto nel passo sicuro con -cui «questa ruvida storia d'amore», semphee quanto capace di notevoli profondità, onesta non senza spunti «cesellati con deheatezza» (New York Times), abilissima nei dialo mes), abilssima nei dialoghi e piena di giovanile passione, l'autore si dimostra feheemente «privo di quella freddezza studiata che infetta tanti scrittori più raffinati in materia di stile e costruzione della trama» (Washington Post), fi che in effetti è molto salingeriano. Ma Hawke ha ormai gambe per camminare da solo e farci divertire, senza la stampella del piccolo Caufield. Regalandoci una vera rarità: Ihappy end. Chi si ricordava più che esistesse? «Da oggi più bravo, mai normale». Cosi promette il Reverendo Cooper alias Alberto Castelvecchi in «Il Catalogo è questo», libretto che raccoglie, oltre ai più recenti, i titoli, molti fasti alcuni nefasti, della originaria sigla dell'editore più trasgressivo-glamourous degli ultimi Anni 90 e che presenta, insieme alla nuova ragione sociale, Cooper&Castelvecchi, nata per necessità legal-economiche dalle ceneri della precedente, anche la un po' inquietante collana «The Cooper Files», un «osservatorio e nel contempo uno spazio di iniziativa e di informazione medita e documentata» che ha già indagato, per esempio, a firma Castelvecchi-Lo Re-Zardo, neir«Intelligence americana», definito «un dossier unico in Ralla su «uomini, strutture e politiche dei servizi Usa». Ma la parte imperdibile del Catalogo è l'introduzione, dove l'editore, bell'uomo tuttora, nero vestito, cranio rasato (divisa un tantino conformista? ma perché ci permettiamo di giudicare dalle apparenze?) rende una sorta di confessione mea culpa: errori, impazienza, vogha di stupire che, nella sua risorta «officina della provocazione e del politicamente scorretto», saranno sostenuti da ima «minore improvvisazione e un assetto più programmato» senza abbandonare quella strategia della «lepre» (individuare in anticipp i fenomeni sociali e culturali per poi abbandonarli e correre avanti..) genialmente e qualche volta consumisticamente sfruttata. Imborghesito l'Alberto? «Solo perché non alziamo più la voce? Forse oggi voghamo essere più credibili che ineffabili, più autorévoli che eccezionah. Ma normali, davvero, non lo saremo mai». Gli crediamo senza difficoltà. Però, basta? CENERI» Di HAWKE: UNA COPPIA CON HAPPY END «MERCOLEDÌ' DELLE DI INNAMORATI

Luoghi citati: Canossa, N.y., Russia, Usa