Cacucci a Parma: il fascismo non passa oltre il torrente

Cacucci a Parma: il fascismo non passa oltre il torrente Cacucci a Parma: il fascismo non passa oltre il torrente Cm E' un capitolo della sto' ria itahana poco noto ai più: le barricate di Parma dell'agosto 1922. Il popolo dell'Oltretorrente alzò le barricate in molte strade del centro città tenendo testa alle truppe fasciste che arrivarono a frotte comandate da Italo Balbo. Fu uno scontro feroce, in cui per la prima volta il Fascismo si trovò di fronte ad un nemico interno deciso a resistere ad oltranza. Questa è la storia che Pino Cacucci ci racconta nell'ultimo romanzo Oltretorrente. Cinquant'anni dopo, nell'estate del 1972, in occasione delle manifestazioni a ricordo di quei giorni, un giovane attivista di Lotta Continua, Mario Lupo, viene ucciso davanti al cinema Roma di Parma con una coltellata: con questo episodio si apre il roman zo. I giovani attivisti s'incontrano con un vecchio protagonista delle barricate del 1922 che comincia a raccontare quei giorni. Presente e passato si legano in un continuo andirivieni. Così ha impostato il suo romanzo Cacucci: la storia si sviluppa in un continuo lavoro di flash back scritti all'indicativo presente, che si alternano con quelle del vecchio «barricadero» che racconta invece al passato, e con pagine tra biografia e storia che narrano alcuni dei personaggi protagonisti come lo stesso Balbo, l'anarchico Cleri o lo stesso Guido Picelli, melomane appassionato che finirà i suoi giorni in Spagna, contro le truppe di Franco. In questa continua dialettica temporale che dà movimento al romanzo, tra diverse forme e tipologie di narrazione, la storia delle barricate del '22 riaffiora con forza dalle polveri del tempo, a volte con eccessivo entusiasmo, sfiorando la retorica. Anche il motivo del vecchio barricadero che racconta quei giorni lontani, con un bicchiere di vino in mano, è un modo un po' trito e poco convincente per far partire la storia: un espediente letterario più che un personaggio, così come restano appena accennati i giovani degli anni Settanta. Cacucci convince quando racconta senza dover dimostrare nulla, lavorando su materiali storici studiati con grande attenzione, attenendosi ai fatti. La memoria toma ad uno dei capolavori forse meno conosciuti di Alberto Bevilacqua, Una città in amore, dove la storia di Guido Picelli e dei giorni dell'estate del 1922 rivivono in un romanzo appassionato, die a distanza di trent'anni è di una modernità strutturale e poetica di grande valore. E quei giorni rievoca Nanni Balestrini col suo radiodramma Parma 1922, una resistenza antifascista (DeriveApprodi, pp. 134,69,30). In verità più che un romanzo, Cacucci sembra lavorare per un trattamento da svolgere poi in una sceneggiatura da film, col rischio di far diventare la storia mitologia rivoluzionaria, col pregio di riportare l'attenzione ad uno dei periodi più complessi della nostra storia. «Balbo ha attraversato l'oceano ma non il torrente Parma» stava scritto sui muri della città in quegh anni. Oggi quella scritta chiede un nuovo significato. Cacucci ci prova convincendo solo a tratti, lavorando la materia con entusiasmo ma senza la sentita passione che dà verità alle parole. Pino Cacucci Oltretorrrente Feltrinelli, pp. 190, ei3 ROMANZO

Luoghi citati: Parma, Roma, Spagna