Un balzo nel futuro per i Savoia alla Fiat
Un balzo nel futuro per i Savoia alla Fiat IERI AL CENTRO RICERCHE L'INCONTRO CON UMBERTO AGNELLI Un balzo nel futuro per i Savoia alla Fiat Terza giornata aTorino tra la storia sabauda e le moderne tecnologie L'emozione di guidare i nuovi prototipi: «Dall'estero non si percepisce quanto l'Italia sia avanzata, abbiamo visto progetti avveniristici» Giovanna Favro Vittorio Emanuele s'è messo al volante di un prototipo Alfa MultiJet, Emanuele Filiberto di una rossa con l'innovativo sistema Uniair. Maria Doria è salita su una Multipla bianca, un'ibrida a metano. E' uno dei momenti della visita degli eredi di Casa Savoia al Centro Ricerche Fiat, ieri mattina. Dopo l'incontro con la Provincia, e prima di un tuffo nel passato alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, la stretta di mano con Umberto Agnelli, con il presidente dell'Ifil Gianluigi Gabetti e con l'amministratore delegato del Centro ricerche Fiat Giancarlo Michellone è stato un balzo nel futuro: un viaggio tra le nuove tecnologie laser ed i laboratori e di micro e nanotecnologie,il cui utilizzo muterà le auto dì domani. Nel pomeriggio, la visita dei Savoia s'è ancora imbevuta di storia, con la scoperta dei cunicoli ipogei del Museo Pietro Micca e una visita lampo di Vittorio Emanuele dalla contessa Anna Sogno, la vedova di Edgardo. Poi, di nuovo un salto in avanti, per apprezzare le linee di stile dell Italdesign di Giorgetto Giugiaro. «Che piacere vederla qui, a casa sua», ha detto Vittorio Emanuele di fronte al sorriso del presidente del Gruppo Fiat. Nel complesso di Orbassano gli eredi di Casa Savoia hanno visitato alcuni laboratori: «Abbiamo mostrato loro - ha detto l'ingegner Michellone - i nuovi laser capaci di spostarsi sui pezzi in lavorazione mediante la movimentazione rapidissima di specchi riflettenti: sfruttiamo, in fondo, l'intuizione di Archimede che utilizzava gli specchi per bruciare le navi». E poi le meraviglie della microelettronica e delle nanotecnologie, «che consentono di sostituire le decine di dispositivi ad attuazione elettromagnetica presenti oggi sui veicoli». Iniziata alle 10,30, la visita è durata un'ora: sono state mostrate le vetture del futuro, tre modelli Alfa Romeo, una Thesis e ima Multipla, che i principi - accompagnati da Carlo Buffa di Perrero hanno provato mettendosi ai co mandi dei prototipi. «Ho visto brevetti e progetti avveniristici - ha commentato Emanuele Filiberto -. Dall'estero non si percepisce fino in fondo che l'Italia sia così avanzata tecnologicamente». Lasciata la «factory tecnologica» di Casa Fiat, visita fuori programma a Stupinigi. Vittorio Emanuele s'è molto interessato ai dipinti dedicati alle battute di caccia nell'appartamento del re, ammirando il salone centrale delle feste e i preziosi arredi del Piffetti. Ed Emanuele Filiberto: «Non sono cresciuto da principe ereditario, da futuro re, come mio padre. Visito questi luoghi da turista, non mi sono mai detto "questo avrebbe potuto essere mio". Certo, riconosco tanti stemmi, tanti ritratti. Ma a Ginevra vivo in 150 metri quadri, non posso dire di sentire un'aria di casa». Qualche autografo, foto-ricordo, poi di corsa alla colazione al Whist, accolti da Aimone di Seyssel e Nicolò Palici di Sumi. Timballo di riso agli asparagi, aspic di cappone, e semifreddo «tricolore». Una breve sosta in hotel, ed ecco Vittorio Emanuele con il figlio, al volante del fuoristrada americano Huxnmer (un modello specialissimo nato per l'esercito) approdare al Museo Pietro Micca. Il generale Amoretti mostra loro i plastici della Cittadella distrutta a metà Ottocento «perché costava troppo». Poi li guida al luogo in cui cadde Pietro Micca lungo le gallerie sotterranee, tra i comandanti che indossano le divise storiche. Prima di puntare verso l'Italdesign di Moncaheri, Vittorio Emanuele ha salutato la vedova dell'ambasciatore Sogno, nella cui casa l'attendeva anche Pier Franco Quaglieni. Poi, a sera, è tornata l'ora della chiacchiera mondana. L'occasione, il cocktail offerto dalla marchesa Volzia Valperga di Masino, al castello di Saffarona. Vittorio Emanuele di Savoia con il presidente della Fiat, Umberto Agnelli
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