VACANZE? NO, GRAZIE

VACANZE? NO, GRAZIE NON BASTA CHIUDERE LE DISCOTECHE ALLE 3 DI NOTTE VACANZE? NO, GRAZIE Giuseppe Cuiicchia IL disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri, riguardante la chiusura di tutti i locali notturni alle 3 di notte per porre fine al fenomeno delle stragi del sabato sera (con il divieto di vendita e consumo di alcolici fra le tre e cinque del mattino, e nel caso specifico delle discoteche a partire dalle due, in modo da consentire a chi le frequenta una sorta di tempo extra per la «decompressione») è senz'altro mosso da preoccupazioni largamente condivise: nessuno vuole che tanti giovani italiani perdano la vita sulla strada nelle notti dei weekend consacrati al rito del duhbing, e il provvedimento si propone appunto di eliminare una volta per tutte il problema. Naturalmente i commenti dei politici si sprecano, dall'una e dall'altra parte: c'è chi parla di prevenzione sociale e chi di illuminazione stradale, chi medita di caricare su appositi treni tutti i giovani diretti verso le discoteche e chi si propone di informarli sui rischi derivanti dal consumo di alcolici e droghe più o meno nuove. Altrettanto naturalmente, però, solo l'applicazione del provvedimento consentirà di valutare l'efficacia della nuova normativa. Nel caso di un effettivo azzeramento delle cosiddette stragi del sabato sera, tuttavia, si renderebbero necessari almeno due altri disegni di legge. Uno riguardante gli orari di apertura di tutti gli uffici e le fabbriche, in modo da porre fine al fenomeno delle stragi dei lavoratori pendolari che muoiono sulle strade, spostandosi in auto per andare o tornare dal lavoro: secondo le statistiche, 25-30 morti ogni giorno. Dato che i pendolari muoiono prevalentemente tra le sei e le otto del mattino eppoi tra le cinque e le sette del pomeriggio, si potrebbe pensare di limitare l'apertura di uffici e fabbriche dalle dieci a mezzogiorno, o al massimo all'una. Un altro disegno di legge dovrebbe poi essere approvato per porre fine alle stragi dei ponti festivi: secondo i dati più recenti, 51 morti nel ponte di Pasqua, 49 morti in quello del 25 aprile, 39 in quello del primo maggio (per un totale di 214 morti fra il 18 aprile e il 4 maggio). Nel ponte del 2 giugno, festa della Repubblica, sulle strade sono morti 71 italiani (per tacere delle stragi cui va incontro ogni estate il famoso popolo dei vacanzieri). Abolire i ponti? Vietare le vacanze? In effetti, potrebbe essere una soluzione. Detto questo, resta da constatare come in realtà esista una questione di fondo: da sempre, nelle scuole italiane, c'è una materia d'insegnamento che pochissimi insegnano e nessuno studia. Si chiama educazione civica, e purtroppo non la si impara a forza di ddl.

Persone citate: Giuseppe Cuiicchia