Riforma Biagi Parte il dialogo

Riforma Biagi Parte il dialogo SACCONI: SU 35 SIGLE SOLO CGIL HA DETTO NO E BASTA Riforma Biagi Parte il dialogo ROMA «Sono contentissimo e pienamente soddisfatto», afferma il sottosegretario al welfare Maurizio Sacconi, a conclusione di un confronto serrato con le 35 «sigle» dei sindacati e delle associazioni deUe imprese, che ha avuto per oggetto il decreto attuativo della riforma Biagi sul mercato del lavoro. Molte le critiche e le variazioni richieste, ma ugualmente Sacconi conferma un iter serrato con incontri già fissati per martedì, mercoledì e giovedì della prossima settimana. l dili giovedì della prossima se«Il dialogo - precisa non si concluderà con la formalizzazione di un accordo, ma il governo è apertissimo ai chiarimenti e alle modifiche. Sono convinto che si giungerà a un testo quanto più condiviso. Oggi (ieri per il lettore) tutti hanno detto "sì", solo la Cgil ha detto "no e basta"». Sacconi, però, ammette che è affiorato nell'incontro «un vero punto di tensione sui pco.co.co. (collaboratori coordinati e continuativi) con una singolare sintonia tra Confindustria e Cgil». Confindustria ha sollevato il problema di una definizione un po' drastica, che potrebbe dare problemi di nuovo inquadramento di molti rapporti, mentre «la Cgil paradossalmente ha mosso critiche dello stesso segno». Sempre sui co.co.co. il sottosegretario definisce «indecente e pazzesco» il fatto che Pietro Ichino, docente di diritto del lavoro all'università Statale di Milano, abbia denunciato che la riforma porterà alla trasformazione di ben 2,5 milioni di rapporti di collaborazione continuativa in rapporti a tempo indeterminato. Il percorso appare, dunque, ancora difficile. Mentre il segretario confederale della Cgil Giuseppe Casadio definisce l'intero decreto «un obbrobrio», anche Cisl e Uil non sono disposte ad accettare il testo del governo così com'è, pur ravvisandovi alcuni aspetti positivi. La Cisl insiste molto sull? necessità che le nuove norme sulla flessibilità e i nuovi lavori siano regolati dalla contrattazione nazionale; manifesta netta contrarietà ad affidare la flessibilità del part-time alla contrattazione individuale e chiede il superamento dei co.co. co. «Lo schema di decreto - osserva il segretario confederale della Uil Fabio Canapa - non fuga le perplessità da noi espresse al momento della presentazione della legge delega sulla proliferazione dei soggetti legittimati a svolgere funzioni di collocamento e sulle nuove elasticità introdotte nel part-time». Dal fronte delle imprese, invece, il presidente di Confindustria Ati D'At Antonio D'Amato conferma la sua valutazione positiva e ribadisce che «in Itaha bisogna smontare le rigidità del mercato del lavoro». La Confartigianato, anch'essa favorevole, esorta «a procedere senza tentennamenti verso lo Statuto dei lavori e la revisione degh ammortizzatori sociali». Contro il rischio di una crescente precariz zazione del lavoro puntano tre indagini effetli ititti di rirca Euri tuate dagli istituti di ricerca Eurispes e Ispesl e dall'ufficio studi della Cgia (artigiani) di Mestre. L'Eurispes segnala che i lavoratori precari sono stressati e più esposti al pericolo di infortuni, malattie professionali e incidenti anche mortah (tassi di mortalità e infortuni sul lavoro sono doppi se non tripli rispetto a chi occupa un posto fisso). Se entro l'anno, precisa l'Ispesl, i lavoratori atipici raggiungeranno la sogha del 3007o del totale degh occupati, come stimato dall'Eurispes, il costo degh infortuni sul lavoro di questa categoria si avvicinerà all'1% del Pil. Infine l'ufficio studi della Cgia di Mestre stima in quasi 7 milioni i lavoratori atipici che con la riforma Biagi cambieranno «status»: 2.392.527 co.co.co, 1.870.397 a part-time, 1.563.342 a tempo indeterminato, 475.473 apprendisti, 375.905 lavoratori in affitto, 259.211 giovani assunti con contratti di formazione lavoro. Alcune di queste categorie scompariranno completamente, altre subfranno forti mutazioni, tutte all'insegna della flessibilità, [r.r.] Maurizio Sacconi

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