Pisanu: «I brigatisti tentano di infiltrarsi nelle fabbriche»

Pisanu: «I brigatisti tentano di infiltrarsi nelle fabbriche» I SINDACATI AL VIMINALE: UNITI CONTRO LA VIOLENZA Pisanu: «I brigatisti tentano di infiltrarsi nelle fabbriche» ROMA Il bersaglio del nuovo terrorismo è il mondo del lavoro. Per contrastarlo è necessaria «ogni possibile sinergia tra istituzioni e mondo del lavoro». Ad affermarlo è stato il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu a conclusione dell'incontro, ieri al Viminale, con i segretari della Cgil, Guglielmo Epifani, della Cisl, Savino Pezzotta e della Uil, Luigi Angeletti. I sindacati, in un documento messo a punto unitariamente dopo le contestazioni e gli atti di intimidazione subiti negli ultimi mesi, affermano di voler mantenere alta la guardia contro qualsiasi forma di aggressione, puntando a fare una. netta distinzione tra la dialettica sociale, anche aspra, e gli atti di violenza politica contro i quali si vuole contrapporre una «decisa azione di contrasto». II ministro degli Interni ha ribadito ai sindacati le proprie preoccupazioni per il «tentativo di riorganizzarsi» del terrorismo e per il «rischio di infiltrazione» nelle fabbriche. Alla riunione ha preso parte anche il capo della Polizia Gianni De Gennaro. La preoccupazione di Pisanu è condivisa soprattutto dalla CisI: «Il confine tra fenomeni intimidatori e l'eversione terrorista - ha detto il leader del sindacato Savino Pezzotta - è ormai labile. Non bisogna lasciare nulla al caso». Il ministro ha chiesto ai sindacati di «non sottovalutare nul¬ la» e ha ribadito l'importanza di una risposta unitaria al fenomeno. I sindacati nel documento sì sono proposti di promuovere «ogni iniziativa utile a isolare e contrastare tutte le forme di confronto che si pongono fuori dalla normale dialettica democratica» e hanno affermato la necessità di mantenere il confronto nel sindacato «nell'alveo della libertà e della democrazia per non fornire alibi a quelli che ritengono di inserirsi nel dibattito sindacale per alimentare e giustificare azioni antidemocratiche nei confronti di delegati e dirigenti sindacali». Netta, anche se con toni diversi, la condanna da parte dei leader sindacali alle dichiarazioni del presidente della Confindustria secondo le quali due anni di tensioni sul referendum sarebbero costati anche la vita a Marco Biagi. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani ha parlato di dichia- razioni «rozze, irresponsabili, ambigue e anche meschine» confermando l'indignazione dell'intera Cgil. Luigi Angeletti ha liquidato la frase come «rozza» perché non c'è un rapporto di causa effetto tra conflitto sociale e terrorismo mentre il leader della Cisl, Pezzotta ha fatto ima distinzione netta tra dialettica sociale e terrorismo ma ha condannato duramente anche il clima di intolleranza. Il documento contro il terrorismo sembra siglare, almeno per il momento, la pace tra i sindacati dopo le contestazioni e le violenze degli ultimi mesi (50 episodi in dieci mesi contro le tre organizzazioni, di cui 26 contro la sola Cisl, 16 contro la Cgil, 8 ai danni della Uil). Restano però distanti le posizioni su come il fenomeno va inteso. Se per Pezzotta il confine tra l'intimidazione e l'eversione è labile («ci sono zone di confine che vanno presidiate con maggiore attenzione», avverte), la Cgil ritiene che ci sia usa differenza netta tra le contestazioni e i fenomeni eversivi che in questo momento sembrano lontani dalle fabbriche. «Il movimento dei lavoratori - ha detto Epifani - è un argine a difesa della democrazia e della libertà di ognuno». Piuttosto - avverte - preoccupa che a distanza di anni due omicidi, quelli di Massimo D'Antona e Marco Biagi, siano rimasti senza risposta. Questa - dice - «é una ferita che pesa nel paese». [r.cri.] Per il ministro «è necessaria ogni possibile sinergia tra istituzioni e mondo del lavoro» II ministro Giuseppe Pisanu Documento congiunto di Cgil, Cisl e Uil" «Distinguiamo tra dialettica sociale e atti di violenza politica»

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