Bomba davanti al liceo, l'ombra del terrorismo di Flavia Amabile

Bomba davanti al liceo, l'ombra del terrorismo ROMA, BOATO ALL'ALBA AL «CERVANTES». GLI INQUIRENTI: «L'ESPLOSIVO ERA AD ALTO POTENZIALE» Bomba davanti al liceo, l'ombra del terrorismo Sospetti sugli anarchici insurrezionalisti Flavia Amabile ROMA Erano passate da poco le quattro e mezza del mattino di ieri.tquando via di San Pancrazio, una delle vie più belle di Roma, una salita verde che da Trastevere porta verso il Gianicolo, è stata scossa da un boato. Una bomba, un attentato, qualcosa era accaduto al liceo spagnolo Cervantes. Alle cinque gli inquirenti del reparto operativo dei carabinieri di Roma erano davanti all'edificio per dare il via a un lungo e minuzioso lavoro di recupero dei frammenti nel tentativo di dare se non un volto almeno una firma a questo gesto. Ieri mattina era il giomo della prima prova scritta per gli alunni dell'ultimo anno delle superiori. Nove ragazzi in tutto, quando sono giunti hanno trovato l'elegante palazzina di due piani dell'istituto con le vetrate in frantumi. Vetri ovunque, all'interno e anche all'esterno per un raggio di circa 15-20 metri. Il portone verde, solcato ogni giorno dai 327 studenti di tutte le classi, completamente divelto nella parte in basso a destra. Sbriciolati due dei quattro gradini che portano all'ingresso centrale. Ma questo non ha modificato il calendario. Gli esami si sono tenuti lo stesso, pochi metri più in là, nei locali dell'Accademia di Spagna. Intanto gli inquirenti individuavano tra i frammenti raccolti alcuni pezzi che lasciavano pensare ad un timer e poi quelli metallici e pesanti che potrebbero appartenere ad una pentola a pressione usata come contenitore. Di sicuro, poi, c'è che l'esplosivo usato non è tantissimo, «ma è un esplosivo ad alto potenziale», ha sottolineato il comandante dei carabinieri del Ris di Roma, il maggiore Luigi Ripani. Il maggiore ha spiegato che le schegge di metallo, quelle che fanno pensare ad una pentola che conteneva l'ordigno, sono state sbalzate dall'onda d'urto fino a 15-20 metri dal portone della scuola. E per quanto riguarda l'esplosivo, Ripani ha aggiunto che potrebbe essere stato usato quello più facilmente reperibile, forse quello usato nelle cave. Un esplosivo commerciale, dunque, ma, secondo alcune indiscrezioni, non solo quello. Ancora poco chiaro invece se l'innesco fosse un timer, una miccia o un meccanismo elettrico. Non è stato uno scherzo, anche se si parla di ima pentola a pressione esplosa. Non è stato un atto vandalico. Ma che cosa è stato allora? Questo è oggetto di indagi¬ ni, rispondono ^li inquirenti ma, a forza di esclusioni, uno scenario prende forma. A occuparsi dell'attentato sono i carabinieri del Ros, che ieri pomeriggio hanno partecipato ad una riumone che si è svolta negli uffici della procura della capitale. La loro presenza lascia intuire che gli inquirenti abbiano imboccato la strada che porta a valutare l'ipotesi di una matrice terroristica dell'attentato. Si stanno valutando alcune analogie con gli ultimi episodi terroristici avvenuti in Italia e il possibile coinvolgimento di gruppi di anarchici insurrezionalisti interni, sia stranieri. I motivi? Punire l'Italia per la sua posizione su Cuba, per l'appoggio dato alla Spagna nella guerra con l'Iraq, le ipotesi possibili in queste ore sono molte. In assenza ai rivendicazioni e di indizi chiari, vale la pena di citare le parole di un ufficiale delle forze di polizia spagnole che lavora nella capitale, sottolineando l'analogia tra l'ordigno esploso all'istituto Cervantes e alcune bombe confezionate da terroristi dell'Età. In ogni caso non si è trattato di un improvvisato attentatore. L'ordigno viene definito di «media valenza», ma si escluderebbe l'ipotesi che l'attentato debba necessariamente rientrare nell'ambito di una strategia terroristica. Gli inquirenti stanno valutando se si tratti di un episodio isolato. Il fascicolo resterà nelle competenze del pool antiterroristico della procura di Roma, coordinato dal pubblico ministero Franco lonta, ed è aperto per detenzione e porto di ordigno esplosivo. Gli studenti e i professori escludono categoricamente «una pista intema alla scuola». Il direttore del liceo, José Maria Jimenez, spiega anche che la scuola non aveva ricevuto nessuna minaccia: «Non può che trattarsi di un atto terronsta, e in questo momento mi viene in mente lEta». .■^' ^ i , ,. ■' . . :' . ' WKm -*Mà Carabinieri davanti al liceo dopo l'esplosione

Persone citate: Cervantes, José Maria Jimenez, Luigi Ripani, Ripani