Armati di mitra assaltano la Posta
Armati di mitra assaltano la Posta I MALVIVENTI HANNO COSTRETTO L'IMPIEGATO AD APRIRE LA PORTA, POI SONO FUGGITI SU UN'AUTO RUBATA Armati di mitra assaltano la Posta Paura nell'ufficio di San Ponsò, bottino di circa mille euro SAN PONSÒ In quattro armati di mitra per assaltare un ufficio postale. E' accaduto a San Ponsò ieri mattina. La cronaca è quella di una rapina come tante: l'auto con i banditi all'interno che aspetta l'impiegato, poi due di loro scendono dalla macchina, avvicinano l'uomo e lo obbligano ad aprire la cassa. Una volta ottenuto il bottino fuggono facendo perdere ogni traccia. San Ponsò, ore 8, piazza del Municipio. Almeno un paio di persone e tra queste ci sarebbe anche il vicesindaco Giovanni Roncaghone notano la Fiat Tempra grìgia posteggiata a pochi passi dalla piazzetta che divide il palazzo comunale dall'ufficio postale. All'interno ci sono quattro persone. Pochi minuti e arriva anche M.G., 35 anni, di Valperga, l'impiegato che dirìge il piccolo ufficio postale che già due mesi fa aveva subito una rapina. L'uomo quando vede la Tempra grìgia parcheggiata con le quattro persone a bordo capisce che cosa sta per accadergli e si allontana in direzione del Comune. In quel momento RoncagUone sta aprendo il portone del Municipio, vede MG che gli si avvicina. Una fraiione di secondo, due banditi a volto coperto entrano in azione, uno di loro indica l'impiegato: «Tu, dove credi di andare, abbiamo bisogno di te!». M.G. è spaventato, ha già vissuto quella terribile espe¬ rienza, getta le chiavi dell'ufficio a terra: «Entrate pure, prendete tutto quello che volete basta che non mi fate del male». Il bandito però insiste e lo costrìnge ad entrare con lui ed un complice armato di mitra all'interno dell'ufficio. Il colpo dura pochi minuti: dalle casse spari¬ scono un mighaio di euro. Poi la Fiat Tempra fa perdere le proprie tracce sgommando in direzione di Favrìa. E qui i banditi abbandonano l'auto, risultata rubata a Torino, per salire su un'altra macchina.' I carabinieri della stazione di Cuorgnè arrivano pochi minuti dopo e raccolgono le prime importanti testimonianze, utili per ricostruire l'accaduto ma anche per tracciare un primo identikit dei banditi (sarebbero italiani). Ad aiutare i militari, infine, potrebbero contribuire le telecamere a circuito chiuso che si trovano all'interno dell'ufficio postale. Raccontano Giovanna Dell'Erba, da 17 anni titolare del bar che si affaccia sulla piazza del Municipio e Gemma Genisio: «Il vicesindaco ci ha raccontato quello che ha visto è molto spaventato, ha visto quei banditi che indicavano Nuccio, l'impiegato postale e gli dicevano che doveva andare con loro... E' ancora sotto choc e non vuole parlare con i giornalisti». Paura dopo questa esperienza? «Certo, tanta, se pensiamo che hanno assaltato l'ufficio postale di un paese di 250 abitanti con i mitra». [gp. mag.J L'ufficio postale di San Ponsò assaltato dai banditi
Persone citate: Gemma Genisio, Giovanni Roncaghone, La Porta
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