Ucciso nella rissa davanti alla discoteca di Lodovico Poletto
Ucciso nella rissa davanti alla discoteca L'OMICIDIO L'ALTRA NOTTE ALL'USCITA DEL «MASKARA» IN VIALE MADONNA DI CAMPAGNA: L'UOMO ERA INTERVENUTO PER DIFENDERE UN NIPOTE Ucciso nella rissa davanti alla discoteca Carpentiere romeno di 27 anni colpito al cuore con un coltello Lodovico Poletto Ucciso con una coltellata al cuore. Un colpo soltanto, preciso, che ne ha provocato la morte in pochi istanti. Dan Solot aveva 27 anni, era originario di Bacau, Romania, ed era arrivato in Italia una decina di anni fa. Un lavoro come carpentiere in un'azienda del Torinese, i documenti del soggiorno in regola e validi fino alla fine del 2005. Dan lo hanno ammazzato l'altra notte davanti alla discoteca «Maskara», in viale Madonna di Campagna, un locale frequentato esclusivamente da romeni. Lo ha ucciso un gruppo di connazionali, al termine di una rissa iniziata sulla pista del locale da ballo e terminata sul marciapiede, tra gli alberi del viale e un cassonetto dell'immondizia. L'ingresso del locale e lì a pochi passi dal luogo dov'è morto Dan: tre grosse porte che squarciano una facciata dipinta di nero. Doveva essere una serata speciale quella di sabato: pienone, concerto e «muzica pentro toate gusturice» annuncia la locandina scritta in romeno e attaccata su un muro con il nastro isolante. Dan Solot era in compagnia del nipote, Ghoerghe Bors, 19 anni, e alcuni amici. Alle 3 arriva un gruppo di connazionali. Scherzano, bevono. Uno di loro ha una bomboletta che spara spray urticante. Gheorghe riceve una spruzzata in faccia. Reagisce. Spintoni, pugni in faccia, urla. Dan corre in aiuto di Gheorghe, arrivano altre persone. I buttafuori si fanno largo tra la folla che balla, dividono il gruppo, fa uscire i romeni dal locale. Sembra tutto finito. In strada, però, la rissa riprende. Ancora botte. Ancora grida. Poi appare un coltello. Gheorghe riceve un fendente a un gluteo. Dan un colpo secco al cuore. Si accascia e muore in un attimo. Dal «Maskara», escono altri avventori. Qualcuno telefona alla polizia, altri il 118. Quando, da lontano, s'iniziano a sentire le prime sirene c'è un fuggi fuggi generale: in strada restano solo il nipote della vittima e alcuni suoi amici. Degli aggressori non c'è più traccia. Chi sono gli assassini? Conoscevano la vittima e suo nipote? E quest'omicidio è davvero il finale imprevisto di una rissa da discoteca, oppure è un aggua¬ to programmato e portato a termine con determinazione? In questura, fino a tardo pomeriggio, il capo della Squadra Mobile, Claudio Cracovia e il dirigente della sezione omicidi, Marco Basile, hanno vagliato le dichiarazioni di decine di persone. Hanno coordinato perquisizioni, scavato nel passato di Dan Solot, alla ricerca di elementi utili in questa indagine. Gheorghe, stretto in una maglietta chiara e in un paio di pantaloni bianchi chiazzati di sangue, invece, ha ripetuto per ore i suoi ricordi dell'altra notte: «Ci hanno assaliti senza una ragione. Erano ubriachi, ubriachi e violenti». La vittima, originaria di Bacau, è stata aggredita da un gruppo di connazionali dopo un violento litigio La polizia in viale Madonna di Campagna, dove è avvenuto l'omicidio W*éWÌ:\ì Dan Solot aveva 27 anni
Persone citate: Bors, Claudio Cracovia, Dan Solot, Marco Basile
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