Simoni fatica sulle Alpi per battere Armstrong di Giorgio Viberti

Simoni fatica sulle Alpi per battere Armstrong IL CAPITANO DELLA SAECO PENSA AL TOUR CHE PARTE IL 5 LUGLIO Simoni fatica sulle Alpi per battere Armstrong Dopo il successo al Giro, lo scalatore trentino proverà in settimana la salita di Morzine e i colli Galibier, Alpe d'Huez, Lautaret e Izoard Giorgio Viberti Tanto rumore per nulla. Aspettavamo un seguito ai proclami estivi di Mario Cipollini e Marco Pantani, tuttora i più amati dagli italiani. Invece entrambi sono rientrati ai box dopo il Giro, SuperMario senza neanche averlo concluso, e non si sa quando (e soprattutto se...) potranno uscirne. Re Leone aveva addirittura lanciato un appello sulle pagine di un paio di quotidiani per mano di Emesto Preatoni, il patron del suo team Domina Vacanze, quasi implorando un posticino in extremis al Tour de France che gli aveva sbattuto la porta in faccia. Il Pirata, invece, aveva mosso mari e monti pur di trovare un posto nella Grande Boucle in una squadra diversa dalla sua Marcatone Uno Scanavino, team di seconda fascia e dunque non ammesso alla corsa francese. Si era parlato di Caldirola (con Garzelli), del Team Bianchi (Ullrich), della Alessio (PeUizotti e Caucchioli), tutte e tre ammesse al Tour e, almeno in teoria, disposte ad accoghere a stagione in corso il corridore romagnolo. Invece niente: Cipollini e Pantani si vedranno la Grande Boucle in televisione. Il primo non ha infatti ottenuto dalla Francia le risposte tanto desiderate, mentre il secondo si è bruciato da solo, ingarbugliandosi nuovamente in compagnie e trastulli che esulano dalla vita del corridore modello. Come continua ad essere, inutile dirlo, il tanto vituperato Lance Armstrong. L'americano sarà anche antipatico e punterà tutta la sua stagione unicamente sul Tom1, però poi centra sempre l'obiettivo, presentandosi sulla strade francesi al megho della condizione tanto da sbaraghare la concorrenza senza nemmeno penare troppo. Facile prevedere che l'impresa gli possa riuscire anche quest'anno. E per lui sarebbe il 50 trionfo consecutivo nella Grande Boucle. E' questo almeno il messaggio lanciato ieri dal Giro del Delfinato, conquistato appunto dal robocop texano sul promettente spagnolo Iban Mayo. Sulla piazza non sembrano esserci avversari all'altezza dell'americano. Non lo sarà infatti il tedesco Jan Ullrich, vincitore del Tour '97 prima di piazzarsi tre volte secondo: nel '98 (dietro a Pantani), nel 2000 e nel 2001 (sempre alle spalle di Armstrong). Da oggi il tedesco partecipa al Giro di Svizzera, un prologo e 9 tappe fino a mercoledì 25: è l'ulthna prova di rodaggio in vista della Grande Boucle. «La mia condizione non è certo ottimale - ha ammesso Ullrich in vista della prova elvetica -. Al Tour spero di poter vincere una tappa, ma non credo proprio di poter puntare alla classifica finale. Se mai potrei far bene alla Vuelta e al Mondiale canadese di Hamilton». La sua crisi di risultati è legata ad alcune disavventure, come il doppio intervento chirurgico al ginocchio destro o i guai finanziari della sua squadra Team Coast, poi rilevata dalla Bianchi. Ma il tedesco ci ha anche messo del suo, facendosi squalificare fino al 23 marzo scorso per possesso di anfetamine. U rientro vittorioso nel Giro di Colonia di aprile e il sesto posto di ieri nel Gran Premio di Gippingen in Svizzera ( 10 l'elvetico Elminger, davanti a Bettini) non bastano a candidarlo per il podio del Tour. Obiettivo che resta comunque nel mirino di Gilberto Simoni, la più incoraggiante e positiva realtà del cichsmo italiano in questa fase della stagione. Gibo ha sicuramente consumato energie fisiche e mentali nel suo trionfo al Giro, ma è corridore finalmente maturo e tenace, abituato a soffrire per cogliere quei successi che in passato riusciva soltanto a sfiorare. Dopo una piccola pausa per festeggiare il successo rosa, Simoni ha già ripreso a lavorare da martedì scorso e in questa settimana sarà in Francia per testarsi (in allenamento con la. sua squadra) sulle salite alpine del Tour: proverà la tappa di Morzine (7a) e le due successive con il Galibier, l'Alpe d'Huez, il Lautaret e l'Izoard. «Siamo fiduciosi - ha sottolineato Claudio Corti, manager del team Saeco capitanato dallo scalatore trentino -. Il favorito resta Armstrong, ma dietro l'americano vedo ancora Ullrich, che è certamente più forte di Gilberto a cronometro anche se non così abile in salita». Quindi il podio è obiettivo legittimo per Simoni, con un pensierino magari al colpo grosso. «Armstrong si può battere soltanto se cade - ha però smorzato gli entusiasmi il vincitore del Giro 2002 Paolo Savoldelh, rientrato quest'anno soltanto a fine maggio a causa di un grave incidente in corsa -. Lance è imbattibile a cronometro e non soffre troppo in montagna. Niente da fare». Pare già una sentenza anche per Garzelli, Basso e Rebellin, gli altri italiani che sognano l'exploit nel Tour del centenario. Non resta che sperare in qualche impresa estemporanea di Alex Petacchi, il nuovo re degli sprint. Gilberto Simoni esulta sul traguardo del Giro in vetta al Monte Zoncolan: il trentino spera di ripetersi nel Tour che parte il 5 luglio

Luoghi citati: Francia, Svizzera