Gli affari del patron dell'Accademia «Devo dare 260 mila euro in contanti»

Gli affari del patron dell'Accademia «Devo dare 260 mila euro in contanti» LO SCANDALO DI SANREMO. DALLE INTERCETTAZIONI L'OMBRA DI UNA MAXI-TANGENTE Gli affari del patron dell'Accademia «Devo dare 260 mila euro in contanti» Nelle telefonate Esposito racconta anche di avere la gestione del concorso fino al 2008 anche se l'accordo tra Rai e Comune non era ancora stato firmato. Oggi l'interrogatorio Giulio Gavino SANREMO Una tangente da 260 mila euro dalle canzonette di chi spera di arrivare al Festival. Il patron dell'Accademia della Canzone, il concorso canoro che porta quattro esordienti all'Ariston, doveva versare oltre mezzo miliardo di lire in nero a qualcvino di importante. A rivelarlo è ima delle migliaia di intercettazioni telefoniche dell'indagine per corruzione che da venerdì scorso ha visto l'arresto del patron della »ara, Angelo Esposito, 62 anni, dela moglie Lola Marini, cantautrice di 32, e del quarantenne manager di spettacolo bresciano Francesco Andreoli. Le cimici della procura e della Guardia di Finanza hanno fatto un ottimo lavoro: «Sono esattamente 260 mila euro... che devo dare io in contanti... solo nero...». Parole di Esposito, poche ma inequivocahili, dette ad Andreoli che il 28 novembre scorso gli offriva un miliardo di lire per diventare socio dell'Accademia. Nella trattativa emerge un altro fatto inquietante: Esposito dice di avere la gestione del concorso fino al 2008. Come faceva a «venderlo», quando di fatto l'accordo tra Rai e Comune sull'Accademia doveva essere ancora finnato? A quale «santo» si era votato per ostentare quella sicurezza nella trattativa? Le risposte gli inquirenti le attendono dagli interrogatori che iniziano oggi con le audizioni di fronte al gip Anna Bonsignorio dei tre arrestati. Ma domani altri indagati eccellenti sono attesi a Palazzo di Giustizia. Le convocazioni interessano il codirettore di «TV Sorrisi e Canzoni», Rosanna Mani, il leader dei Maria Bazar e direttore artistico dell'Accademia, Giancarlo Golzi, Mario Maffucci, ex dirigente Rai (tutti indagati per corruzione). Mercoledì sarà invece il turno dell'assessore al Turismo di Sanremo, Antonio Bissolotti, e del discografico Franco Bixio. Dalle intercettazioni ambientali nell'ufficio della Publimod emergo no anche altri particolari relativi alla «gestione» delle giurie. Parla Esposito: «Glielo posso dire a Bando... questo è il punto... se dobbiamo fare il business... dobbiamo farlo... e gli dico: guarda, a me interessa questo, questo e questo... scegli tu! Almeno due me li devi dare... due li prendi tu... e due li dai a me...» (il riferimento è ai quattro posti in palio per il Festival da assegnare tra gli otto vincitori dell'Accademia). Poi Andreoli e il patron indicano le persone della giuria alle quali possono dare i nomi dei selezionati che devono passare, Giancarlo Golzi, Lola Marini e Rosanna Mani. Le cimici raccontano anche altre storie, come le minacce delle quali il patron della Publimod sarebbe stato oggetto e provenienti dalla Sicilia: «Mi mandano gente perintimorirmi... minacce... dimorte, di tagliamenti di gambe... se non passa questo ti uccidiamo... sono stupidaigini.. se uno lo vuoi uccidere, mica glielo mandi a dire... cinque volte per telefono... però non si può andare avanti così». Il passaggio delle mazzette, 50 mila euro ciascuno per due band in finale all'Accademia, sarebbe dovuto avvenire casualmente, in un ristorante. Fermissima, inoltre, l'intenzione di Esposito di tenere fuori dalla «combine» i giovani cantanti: (do non voglio che i ragazzi lo sappiano». Dal carcere di Sanremo Esposito, tutelato dall'avvocato Alessandro Moroni, non vuole dire nulla: «Sta male - spiega il legale -. E' fortemente provato, preoccupato per la moglie, anche lei detenuta. Attendo le sue decisioni». Un nuovo filone investigativo, intanto, è venuto alla luce e interessa il ristorante del casinò di Sanremo, «griffato» dallo chef Gianfranco Vissani. Sotto accusa l'affidamento del servizio a una società, la «Metropol», da parte della spa a capitale pubblico che gestisce il tempio dell'azzardo sanremese, storica sede dei primi Festival. L'assessore al Turismo, Antonio Bissolotti, ieri ancora in Russia per i festeggiamenti di San Pietroburgo, è indagato di abuso d'ufficio, un'accusa che si va ad aggiungere a quella di concorso esterno in corruzione per l'appalto dell'Accademia. Nel mirino della Finanza ci sono la convenzione che garantisce un tetto di 20 mila pasti annui gratuiti ai clienti del casinò con introiti-base di un milione di euro per il gestore, i criteri che portarono lo scorso anno all'individuazione della «Metropol» come partner della casa da gioco e una serie di «affinità» tra l'assessore Bissolotti e chi di fatto gestisce il ristorante. Angelo Esposito, patron dell'Accademia della canzone, al momento dell'arresto

Luoghi citati: Bando, Russia, San Pietroburgo, Sanremo, Sicilia