La strana prigionia di Mr.TarekAziz di P. Mas.
La strana prigionia di Mr.TarekAziz La strana prigionia di Mr.TarekAziz NEW YORK Che fine ha fatto Tareq Aziz? Il vice premier iracheno con la faccia da Groucho Marx passava per il volto intemazionale del regime di Saddam, e quando il 25 aprile scorso si era consegnato agli americani parecchi analisti avevano parlato di svolta importante. Da allora in poi, però, non si è saputo più nulla. L'ultima notizia battuta dalle agenzie con il suo nome risaliva al 17 maggio, e comunicava che il Comando Centrale aveva riordinato la lista dei 55 ricercati principali. Nel corso di questa revisione Aziz era salito in classifica, passando dal quarantatreesimo posto al venticinquesimo. Il Pentagono ha sempre negato che il numero in graduatoria avesse una connessione con l'importanza del ricercato, però non sarà un caso se Saddam i suoi figli erano stampati sugli assi del famoso mazzo di carte. Dunque cosa ha fatto Aziz per meritare la promozione? Ha rivelato segreti che hanno accresciuto la sua rilevanza? Si è guadagnato meriti che in futuro potrebbero fargli ottenere una nuova vita in incognito? Oppure si è incastrato con le sue mani? Alcune fonti della comunità dell'intelligence americana sono scettiche. ((Aziz - dicono - era la faccia intemazionale del regime, ma in realtà non era nella cerchia ristretta di quelli che prendevano le decisioni. Perciò è caduto subito. Può aver raccontato vicende personah, tipo l'ultima volta che aveva visto Saddam, ma difficilmente ha passato le informazioni vitali cercate da Washington. Tanto è vero che dalla sua cattura in poi, per esempio, non sono stati fatti progressi significativi nella caccia alle armi di distruzione di massa». Aziz e gli altri ex capi del regime, secondo queste fonti, sarebbero ancora detenuti in Iraq. La prigione più affollata è quella che si trova nei sotterranei dell'aeroporto di Baghdad, perché è una struttura facilmente difendibile, lontana dal centro della città. Laggiù sarebbe in corso il grosso degli interrogatori, condotti dagli specialisti della Cia e dagli uomini dell'intelligence militare. I capi del regime presi finora non avrebbero detto granché: «Collaborano e parlano, ma non rivelano informazioni molto significative. Nella maggior parte dei casi negano l'esistenza delle armi, o confermano la versione ufficiale secondo cui erano state distrutte. Forse gli scienziati e i funzionari di medio e basso livello potranno tornare più utili, perché magari erano a conoscenza dei particolari pratici e non hanno gli stessi interessi di fedeltà al regime dei loro superiori. Infatti adesso l'attenzione si sta concentrando su queste persone». In passato era girata anche la voce che Aziz fosse sempre stato un agente al servizio dell'Occidente, e i giornali britannici avevano scritto che il governo di Londra era pronto ad offrirgli l'asilo, in cambio della rivelazione di tutti i suoi segreti. Fonti vicine all'intelligence dicono che questa possibilità di accordo è tramontata, anche se non escludono che nel futuro Aziz possa trovare ospitalità in un Paese terzo. «Il vero problema di queste persone, ora, è in quali mani finiranno. Gli americani probabilmente continueranno a detenerli e interrogarli, fino a quando verrà creato un governo iracheno. A quel punto chi non ha responsabilità penali potrebbe anche essere rilasciato, mala maggior parte dei prigionieri dovrebbe essera consegnata al nuovo sistema giudiziario iracheno. Aziz sta sicuramente lavorando per cercare di evitare questa jrospettiva, ammesso che abbia e carte per riuscirci», [p. mas.]
Persone citate: Aziz, Groucho Marx, Tareq Aziz
Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Londra, New York, Washington
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