FAMIGLIE ABBANDONATE A UN PESO TROPPO GRANDE

FAMIGLIE ABBANDONATE A UN PESO TROPPO GRANDE FAMIGLIE ABBANDONATE A UN PESO TROPPO GRANDE Annibale Crosignani I drammi accaduti in questi giorni a Torino, in via Millefonti, e a Venaria, hanno tratti in comune. Bisogna concentrare l'attenzione soprattutto sui «familiari» quando devono affrontare impreparati le vicissitudini di un congiunto affetto da un male inguaribile, sia esso ima forma oncologica, sia una malattia mentale. Per i casi oncologici i problemi dei familiari non vengono presi in considerazione in modo adeguato e sistematico da ima équipe psicologica, per cui spesso si forma un circolo vizioso di angoscia, che chiude nella solitudine e nella disperazione il nucleo familiare colpito, almeno nei casi più gravi, dal momento che la struttura pubblica oggi come tendenza tende a delegare alla famigha l'assistenza. Riguardo al problema psichiatrico le cose sono ancora più comphcate e gravi: il malato di mente per lo più -, non avendo coscienza del suo disturbo, non accetta o accetta mal volentieri o a periodi alterni di essere curato e questo rappresenta il nodo gordiano da sciogliere, la fonte dell'ansia e dell'aggressività, l'ostacolo che impedisce la comunicazione con i familiari. E questa è una realtà scottante che deve essere affrontata con l'intervento del terapeuta. Nel passato la società dava a questo problema ima risposta chiara, ma repressiva: in caso di crisi il soggetto veniva rinchiuso in modo coatto in manicomio. Sono cose del passato! Con la Legge 180 il malato è diventato titolare dei diritti civili, almeno in teoria. Lo spirito della legge garantisce il diritto alla cura del malato, che deve avvenire «in un clima di fiducia creato dallo psichiatra», con mezzi farmacologici e psicologici. E' quindi indispensabile trovare negli operatori la presenza di una motivazione, una passione per la difesa della persona, che in realtà non è sempre presente. Inoltre è fondamentale occuparsi della famigha del malato, fare con essa una solida alleanza, instaurare un clima di sinergia operativa, per cui essa non dovrebbe mai essere lasciata sola. In Italia non esiste di norma l'assistenza alle famiglie, manca la cultura, la preparazione e la disponibilità degh operatori ad occuparsi in modo sistematico di questo compito. Così la famigha viene lasciata sola a sopportare un carico di tensioni, generato dalla presenza in casa di un congiunto malato. Inevitabilmente si instaurano conflitti inconciliabili, comportamenti inadeguati in un clima di ansia e di angoscia, per cui l'atto aggressivo, più o meno grave, può scoppiare da un momento all'altro. Primario emerito di Psichiatria

Persone citate: Annibale Crosignani I

Luoghi citati: Italia, Psichiatria, Torino, Venaria