La Sicilia ha il suo inno, a «Mameli» si aggiunge «Madreterrà»
La Sicilia ha il suo inno, a «Mameli» si aggiunge «Madreterrà» E' STATO ESEGUITO PER LA PRIMA VOLTA A TAORMINA ALLA PREMIAZIONE DEI NASTRI D'ARGENTO La Sicilia ha il suo inno, a «Mameli» si aggiunge «Madreterrà» il presidente Cuffaro: «Questa scelta rafforza il federalismo non inteso come divisione ma come unità nazionale» Lìrio Abbate TAORMINA Tutti in piedi signori, si canta FrateDi di Sicilia. Pardon, Madreterrà, l'inno ufficiale dei siciliani. Il Presidente Salvatore Cuffaro ha voluto fare le cose in grande per il debutto dell'opera composta dal cantautore catanese Vincenzo Spampinato. Il palcoscenico del Teatro Antico di Taormina racchiude le note dell'Orchestra sinfonica siciliana guidata dalla bacchetta del maestro Alberto Veronesi e dal Coro Musa 2000, diretto da Cannelo Pappalardo. La Sicilia ha un proprio inno. E ieri sera già dal e prime note di «Madreterra», i 23 Nastri d'argento del FilmFest che erano in trepidante attesa della premiazione non hanno faticato a riconoscere la cifra stilistica dell'autore di «Arriva arriva» che Viola Valentino portò al successo nel 1983 a Sanremo: «Sei il sorriso che fa ritornare, sei la montagna di cui senti il cuore, con l'universo non ti cambierei, Madreterrà di Uomini e Dei... ». L'autore aggiunge che tra le braccia della Sicilia «è nata la storia» e «dalla sua bocca Fratelb d'Italia». Presidente Cuffaro, era necessario un inno siciliano? «L'adozione di un inno ha essenzialmente un valore politico e simbolico. La Sicilia è la prima fra tutte le Regioni ad averlo e la scelta di inserisce nel solco di una tradizione cominciata con l'autonomia che trova ora una sua forte collocazione nel nuovo assetto federale dello Stato». Cliissà come prenderà Umberto Bossi questo vostro atto di autonomia, proprio adesso che chiede le riforme? «L'inno sicibano rafforza ancora di più l'unità del Paese. E' un segnale importante per riaffermare il senso del federalismo non inteso come divisione ma come unità dell'Italia. Noi siamo autonomi e federalisti da 55 anni. La Regione ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel processo delle riforme istituzionali. Basti pensare al riconoscimento significativo dato alla figura del Presidente, che parteciperà con il rango di ministro alle riunioni del Consiglio dei ministri in cui si discutono questioni che interessano la Sicilia». Non vorrete mica sostituire Fratelli d'Italia con Madreterrà? «No. Nulla di tutto ciò. Il nostro inno incrocia anche Fratelli d'Italia. Ma vogliamo una forte espressione di identità regionale». E' possibile che i palermitani, per ragioni campanilistiche, si possono irritare perché Madreterrà è stata composta dal catanese Spampinato. Come sa, le due città sono sempre sta¬ te in competizione. «Non penso proprio. Me lo auguro. L'inno è stato scelto con un bando pubblico aperto a tutti gli artisti siciliani, e poi una commissione competente ha scelto l'opera di Vincenzo Spampinato». Il Presidente di Rifondazione all'Assemblea regionale siciliana, Francesco Forgione, sostiene che era meglio utilizzare come inno canzoni della tradizione popolare come Vitti 'na crozza, o altri autori come Franco Battiate e Carmen Consoli. «L'onorevole Forgione forse non conosce il senso della canzone di Vitti 'na crozza, che ha un significato assolutamente nichilista che fa risaltare una Sicilia improduttiva. Ripeto, abbiamo fatto un bando e vi hanno partecipato decine di compositori. La giuria composta da esperti ha poi scelto quella presentata da Spampinato».
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