La cattiva morte lascia feriti sul campo

La cattiva morte lascia feriti sul campo come va? La cattiva morte lascia feriti sul campo Cara Stefania, desidero esporti un mio caso, risalente ad ormai quattro anni fa, ma che porto ancora, con molto rammarico, nel mio cuore. Mia madre era stata ricoverata in un ospedale di Torino, dove purtroppo ha avuto a che fare con una caposala con NESSUNA umanità. Credo che per svolgere questo compito, necessiti essere comprensivi ed umani con gli ammalati, non credi? Mia madre, che dopo alcuni giorni è deceduta, non voleva mangiare poiché non riusciva più a ingerire; la caposala in questione si rivolse a lei con molta durezza dicendole che era «(viziata». Mi ha ferito veder umiliare una donna quasi morente, di novantatréanni, che ha visto la guerra e provato la vera fame. Se pubblicherai questa mia renderai un po' di giustizia a chi non c'è più e forse toccherai il cuore di medici e paramedici, in modo che non parlino più senza riflettere. Grazie. Mi ritengo tua amica. Giuliana Tesio Ti ringrazio per questa lettera che dedicherei, più che ai morti, ai feriti. E siamo molti, a sapere di cosa parla: vedere una persona amata morire male, circondata da un'efficienza (in qualche caso un po' stolida) che prende il sopravvento sulla tenerezza. Altre civiltà hanno avuto con la morte un rapporto più semplice di quello che intratteniamo noi, che abbiamo delegato a figure tecniche (il più delle volte, ci tengo a dirlo, medici e infermieri eccezionali) la cura delle persone nel momento del trapasso. Forse l'ospedale non è un bel posto per morire. Ma credo che, in generale, siamo sempre meno capaci di dispensare cure amorose nei confronti dell'altro, persino l'altro che sta bene. Mio marito Cara Stefania seguo la tua rubrica dall'inizio e in mezzo a tutte queste donne con mariti che non collaborano alla gestione della casa e dei figli mi sento molto fortunata in quanto mio marito si è sempre occupato della casa e della nostra bambina anche facendo cose che altri uomini non fanno (lavare stirare bagnetto alla bambina ecc.). Devo dire che non sono perfezionista e questo aiuta entrambi. Mio marito non vuole vedermi né stanca né nervosa e io vi assicuro che lo amo di più e c'è più tempo per noi due (...). Bacioni. Niki Ciò ke conta Leggo di donne ke attaccano gli uomini S viceversa: ma la vogliamo finire 1 buona volta! e tornare ognuno ai ruoli?! è l'amore ciò conta, noni! potere! propri ke + Ezio 63 Buon senso Non credo che solo per il fatto di essere personaggi noti nel campo dello spettacolo (e quindi non in quello scientifico) ci si possa permettere di scrivere o dire cose inopportune: Mina scrive un articolo su «La Stampa»intitolato «Per favore lasciatemi fumare in pace» (nessuno glie, lo proibisce, faccia pure!). Mike Bongiorno asserisce che il fumo passivo non fa male e che è solo una barzelletta inventata da qualcuno, lo dice pubblicamente in una trasmissione molto seguita anche dai bambini. Tutti e due, a mio parere, mancano di buon senso. Grazie. Maria B. LE LETTERE VANNO INVIAI!; A; come va? -LASTAMPA-VIA MARENCO 32, 10126 TORINO SMS: 3:ì5Z7.,i20300 - e-mail: 5tcfania.miretti@lastainpa.it STEFANIA MIRETri

Persone citate: Giuliana Tesio, Mike Bongiorno

Luoghi citati: Torino