«Il dramma dei parenti di un malato è insopportabile come il tumore»
«Il dramma dei parenti di un malato è insopportabile come il tumore» L'ESPERTO «Il dramma dei parenti di un malato è insopportabile come il tumore» Luciano Bergamasco «Ci sono situazioni in cui il dramma sopportato dalla famiglia di un malato terminale di tumore è pesante quanto la malattia, come intensità e come sofferenza. Ai parenti è risparmiato il dolore fisico, ma non quello psicologico, morale». Il dottor Alessandro Valle, coordinatore medico dell'Hospice oncologico della Faro (14 camere singole), commenta così la tragica vicenda di Luciano Bergamasco e Celestina Vallese. «Ci sono ancora situazioni - prosegue il dottor Valle - in cui manca l'assistenza sanitaria in senso stretto. Ma più sovente il problema, per i parenti di un malato, è l'assenza di un riferimento preciso, un medico o un infermiere che sia sempre lo stesso, al quale rivolgersi anche per i sintomi imprevisti e inattesi, che conosca il paziente e sappia interpretare anche i più piccoli segnali d'allarme, ai dettagli, per quanto insignificanti possano apparire». Il turn-over di medici è infermieri tipico degli ospedali è, insomma, un dolore in più. Per questo motivo, all'Hospice Faro di strada San Vito ogni paziente viene seguito da un medico e un infermiere «dedicati». «Si crea una sorta di alleanza terapeutica», spiega il dottor Valle. Ma non è solo il paziente a vivere l'incubo della disperazione: «Assistere un malato terminale, e trovarsi poi improvvisamente soli, può scatenare altre crisi. E' ad esempio dimostrato - conclude il dottor Valle - che la persona che sopravvive al malato corre un rischio nettamente superiore di andare incontro a un disturbo cardiovascolare o a un malattia infettiva entro il primo anno dal decesso del suo parente». Luciano Bergamasco
Persone citate: Alessandro Valle, Celestina Vallese, Luciano Bergamasco
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