Imola-Guantanamo tortura Metallica di Marinella Venegoni

Imola-Guantanamo tortura Metallica BAND SUPERSTAR DELL'HEINEKEN JAMMIN' FESTIVAL Imola-Guantanamo tortura Metallica Marinella Venegoni inviata a IMOLA Se l'inferno è come l'abbiamo imparato fin da piccoli, la sua temperatura non sarà poi tanto lontana da quella che ha benedetto ieri l'apertura del quinto Heineken Jammin' Festival di Imola: questa volta dedicato completamente per 3 giorni a un torrido mélange di heayy metal, punk e rock duro. Nell'immenso spiazzo dell'autodromo dall'asfalto liquefatto sono arrivati fin dalla mattina in diecimila, e tanti erano quando valorosamente sono saliti sul palco alle 14,30 i primi martiri, Kamea: tre ventenni un po' grunge un po' psichedehci alle prese con il loro primo album (titolo pregnante «Sublime follia»). Cris, cantante del gruppo gli Extrema, ha confessato che sul palco non è che facesse meno caldo: è stato male lui, alla fine del concerto, e il batterista s'è infilato direttamente in. infermeria. Ieri sono stati venduti, nel pomeriggio, un sacco di biglietti falsi, abilmente contraffatti ma beccati perché la serie era ancora in mano all'organizzatore De Luca di Clearchannel; con il passar delle ore e l'arrivo (mai così lento) delle tenebre, gli spettatori sono diventati circa 40 mila a detta degh organizzatori: la prima giornata era la più appetibile per gli amanti del genere, con i Metallica come superstar. La loro musica, per capirci (in particolare il brano «Enter Sadman» del '91) è stata utilizzata dagli yankees come strumento di tortura per far confessare i talebani «democraticamente» tenuti prigionieri a Guantanamo: lo rivelò a suo tempo Newsweek, al quale un insider confessò «Questa è gente che non ha mai sentito heavy metal, se glielo suoni per 24 ore, il tuo cervello e le funzioni del corpo scivolano via. .A quel punto noi li interrogavamo». Ma per orecchie trainate e comphci, dal vivo soprattutto, i MetàUica sono delle bombe; in concerto hanno cantato anche «Frantic» e «StAnger» dall'omonimo nuovo disco, spigoloso e non privo di avvertimenti salutisti come: (di tuo stile di vita sarà il tuo stile di morte». James Hetfield, il leader, ha la faccia da cantante country, e dice cose adatte. «Che ne pensi di Bush?», gli hanno chiesto; e lui: ((John Bush è un grande cantante. Non parhamo di politica noi, perché la politica divide e la musica unisce». Furbo no? Hanno chiuso loro la giornata, dolcemente (si fa per dire) ancora prima che il cocchio di Cenerentola rischiasse di trasformarsi in zucca. A lungo, le ambulanze hanno lavorato a soccorrere gli svenuti, colpiti da malori e abbassamenti di pressione; sacchetti di plastica colmi d'acqua sono stati gettati in continuazione a quelli che stavano sotto il palco, prigionieri di se stessi; e gli idranti hanno sparato ettolitri d'acqua, mentre la musica andava avanti implacabile e la gente saltava e se la godeva. Angoscia, furore, polemica, sono un po' il cuore dell' estetica di questi generi che non conoscono tramonto e vantano un pubbhco fedele e devoto, che vira poi verso altri lidi quando la maturità segue fatalmente il suo corso. Va comunque registrato che alcuni dei gruppi leader nel mondo, come i Limp Bizkit e i Linkin Park, hanno annullato i tour, e solo ieri lo hanno fatto anche gli Zwan di Bill Coi^gan, che erano attesi qui: c'è chi parla per gli Zwan di carenza di prenotazioni, degh altri non sappiamo. Uno dei concerti più divertenti di ieri è stato quello dei Flint, che hanno sostituito gli Zwan: alla loro prima uscita live, sono capitanati da Keith Flint leader dei Prodigy, e hanno un disco in uscita, «Deviceli». Flint si è stufato di aspettare il suo socio nei Prodigy Liam Howlett, impegnato a fare il cascamorto con Nicole Appleton ex Ali Saint invece di incidere un nuovo album («abbiamo i cassetti pieni di canzoni, ma quello non ci sente», ha spiegato ieri). Così eccolo in jeans, kilt, maglia pesante e giubbotto abbattere le barriere della tolleranza fisica con un set teso e convincente, da grande performer. E' finita in prevedibile spogliarello, senza che lui perdesse un millimetro della sua grinta. Hanno fatto mambassa di entusiasmi (ma anche di fischi) i ribelli e scostanti Placebo, con un concerto duro e monocorde guidato dall'impassibile chitarrista Stefan Olsdal e da un tmccatissimo Brian Molko (che spaventò la Carrà a Sanremo fracassando la chitarra). Ora ha i capelli tagliati cortissimi e sembra un ragazzino: un vero, torbido angelo caduto in terra. I Metallica protagonisti all'Heineken Jammin' Festival di Imola

Luoghi citati: Imola, Sanremo