IL VANGELO È RISCHIO di Giacomo Galeazzi

IL VANGELO È RISCHIO UN VESCOVO SCOMODO. DA INTERNET Al SANS-PAPIERS IL VANGELO È RISCHIO Giacomo Galeazzi SUI muri di un'ex scuola trasformata in comune multietnica, tra droga, minacce, coltellate, irruzioni della polizia, il graffito di una mano anonima: «Rinunciare agli altri è rinunciare a se stessi per sempre». Un passato dalla parte degli «irregolari» (omosessuali, preti sposati, donne che vogliono abbracciare il sacerdozio), un presente da primo web-vescovo della cattolicità. Otto anni fa la rimozione dalla sede episcopale di Evreux in Normandia coincise per Jacques Gaillot con la «nomina» a titolare della diocesi virtuale di Partenia: www.partenia.org. Da allora condivide la vita quotidiana dei sans-papiers, consacrandosi «alla difesa della dignità e dei diritti degli esclusi». Affiancato dal prete no global don Vitaliano della Sala (a sua volta rimosso dall'ufficio di parroco «per le posizioni contro i pronunciamenti della Sede apostolica» e l'adesione a movimenti che «diffondono idee in contrasto con la dottrina e l'insegnamento della Chiesa»), il presule francese vede edificato intorno al primato dell'economia e del potere un tipo di società che per sopravvivere ha bisogno di escludere, di respingere. Le linee guida della pastorale «borderline» del vescovo degli esclusi hanno ispirato il volume II Dio degli esclusi (Meridiana), suo testamento spirituale, presentato ieri a Napoli in un luogo atipico come la Chiesa Battista. Pagine di cui essergli grati, perché restituiscono, come dice don Vitaliano, «l'intransigenza di un'asciutta fedeltà a Cristo, ci restituisce il brivido del Vangelo». A sua volta Gaillot spiega: «Non è possibile essere liberi senza gli esclusi. Non ce la caviamo senza di loro. Se sono perdenti, saremo perdenti con loro. Il futuro è la solidarietà: come potremmo essere felici senza gli esclusi dalla felicità?». Sfida prometeica e abisso di umiltà, la «convivialità delle differenze» predicata da don Tonino Bello, antidoto all'Occidente-fortezza in cui si elevano muraglie perché il terzo mondo non ci invada. Sullo sfondo, una Chiesa inclusiva, che non emargina, non usa la scure del giudizio su nessuno, una Chiesa degli esclusi e non dell'esclusione, capace di accogliere, di portare tutti gli uomini in seno. Il merito di Gaillot è di ricordare che il Vangelo è l'avventura^ il rischio. La libertà costa cara, ^isogna pagarne U prezzo; «Gesù non si è indurito davanti alla contestazione, ha saputo conservare la tenerezza e amare i suoi nemici». E' questa la vera rivoluzione che rende gli uomini liberi in' rapporto ad ogni potere, ad ogni organizzazione e si diventa liberi solo aiutando gli altri a diventarlo. Un cammino di fede originale,decisamente controcorrente, percorso assieme a compagni di strada insospettati come Yasser Arafat, «un uomo di lotta che è sfuggito alla morte», si è costruito negli anni «una maniera di vivere, una coscienza, una libertà interiore» e ha scoperto «la forza della nonviolenza», oppure l'altrettanto controverso presidente di Haiti Jean-Bertrand Aristide, «che ha resistito all'esilio grazie alla vita interiore, al bisogno di coerenza, di libertà».

Persone citate: Bertrand Aristide, Gaillot, Gesù, Haiti Jean, Jacques Gaillot, Tonino Bello, Vitaliano Della Sala, Yasser Arafat

Luoghi citati: Napoli