«La risposta di Israele è no Contro il terrore sono inutili»
«La risposta di Israele è no Contro il terrore sono inutili» AVI PAZNER, PORTAVOCE DEL PREMIER DI GERUSALEMME, E NABIL AMER, MINISTRO DELL'INFORMAZIONE DELL'ANP «La risposta di Israele è no Contro il terrore sono inutili» intervista Fiamma Nìrenstein GERUSALEMME AVI Pazner.portavoce di Ariel Sharon, ex ambasciatore in Itaba e in Francia, passa difficib giornate nella Gerusalemme di queste ore di lutto, ma non si sente affatto immobilizzato. Il suo governo spera ancora nella Road Map, è pronto a sgomberare gb insediamenti promessi, dice, ma non a cessare la guerra a Hamas, e la proposta di Kofi Annan gli puzza di bruciato. Perché? Non vi converrebbe accettare qualcuno incaricato dal consesso intemazionale di testimoniare ed evitare il pericolo in cui vive qui la gente? «Un monitoraggio è già previsto dalla Road Map. Altra cosa è una forza di interposizione mibtare. E a questa ho non una, ma molte obiezioni: prima di tutto, mi lasci essere crudamente realista. Una forza fra noi e i palestinesi sarebbe sottoposta a un pericolo mortale. Diventerebbe il nuovo obiettivo-simbolo del terrore: ricordi gli americani e i francesi in Libano nell'82. Ben presto divennero proprio loro l'obiettivo dei terroristi suicidi, e ci furono fra loro centinaia di morti. Inoltre, per il carattere popolare del terrorismo attuale, per come si nasconde fra la gente palestinese e la usa come scudo, questa forza per essere funzionale dovrebbe essere onnipresente, dovrebbe contare migliaia e migbaia di soldati per controllare tutti i territori. Le sembra realistico?». Sinceramente, le sue risposte sono storicamente scontate: siete sempre stati contrari a ogni intervento estemo. Non è tempo di maggiore elasticità? «Al contrario dei palestinesi, che in realtà sperano sempre che la presenza straniera, in particolare quella dell'Onu, porli loro vantaggi politici, noi pensiamo che le parti debbano cercare l'accordo guardandosi in faccia. E inoltre, siamo chiari, le sembra che una forza di interposizione possa fermare i terroristi? In che modo? In realtà sarebbe a senso unico: noi ne verremmo parabzzati, incapacitati a difenderci; i terroristi passerebbero da ogni buco dentro Israele, come prima, e anzi sarebbero più liberi di colpirci». Lei quindi pensa che la guerra al terrore ve la dovete fare da sob. Lo farete proseguendo neba pohtica delle eliminazioni? «Non ho nessuna preferenza per questa pohtica, e mi creda che è una "extrema ratio" applicata quando si capisce che se non si ferma quella mano essa colpirà di nuovo decine di innocenti. Siamo obbligati a proseguire la nostra guerra al terrorismo per salvare la popolazione, è nostro dovere. Finché Abu Mazen non agirà in prima persona, come chiede la Road Map». Il mondo dice che questo modo di ragionare invece di dare a Abu Mazen la possibibtà di agire crea un ciclo della violenza in cui i perdenti sono le popolazioni civib, «Non esiste nessun ciclo della violenza: Abu Mazen ad Aqaba ha comunicato che sarebbe riuscito a giungere a un cessate-il-fuoco senza colpo ferire. Subito Rantisi ha detto che avrebbe proseguito con la sua guerra contro tutti gb ebrei: evidentemente non aveva nessun motivo di temere Abu Mazen, lo considera un debole. E ha cominciato ad agire; prima quattro soldati uccisi, poi ancora uno, poi la coppia a Gerusalemme, stasera altri morti... Quindi ha dichiarato l'offensiva generale. Adesso Hamas minaccia addirittura direttamente donne e bambini; cosa dovremmo fare, cosa dovevamo fare, lasciare che Rantisi e Yassin seguitino a mandare in giro i terroristi?» Eppure da quando avete attaccato Rantisi sembra che Arafat stia prendendo il sopravvento. «Arafat è compbce degb attentati, vuole togbersi di tomo Abu Mazen e proseguire con la sua vecchia strategia. Abu Mazen invece è credibile, ma deve decidersi a dire ai suoi avversari di Hamas e delle altre formazioni che agirà anche con la forza, altrimenti non ce la potrà mai fare. Deve almeno dire che colpirà i terroristi. Anche se non lo fa, almeno lo dica». j|C^ Una forza di ^^ interposizione diventerebbe obiettivo dei kamikaze, come gli americani a Beirut nell'82 AA
Luoghi citati: Beirut, Francia, Gerusalemme, Israele, Libano
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