Averna: quesito fuori da ogni logica di Roberto Ippolito
Averna: quesito fuori da ogni logica IL VICE DI CONFINDUSTRIA Averna: quesito fuori da ogni logica intervista Roberto Ippolito ■mm...:- ROMA PERCHÉ astenersi? «Siamo di fronte a un quesito complesso, a una problematica che sarebbe assurdo risolvere a colpi di sì o no essendo in gioco implicazioni sociali ed economiche che non si possono racchiudere in una posizione netta»: Francesco Averna, vicepresidente Confindustria responsabile per il Mezzogiorno, motiva cosi l'invito a non votare per il referendum sull'estensione alle imprese con meno di quindici dipendenti dell'articolo 18 con le regole sui licenziamenti. Per lei il quesito è assurdo, ma perché criticare i cittadini che vogliono votare? «E' una posizione rispettabile anche quella di chi promuove l'astensione attiva. La Confindustria non invita ad andare al mare. Dice : dobbiamo risolvere i problemi con il dialogo sociale, non con strumenti rozzi». L'astensione pertanto è un modo per dire no? «Certo. E per dire che problemi del genere vanno trattati dalle parti sociali e definiti con un accordo da tradurre in norme». Ci sarebbero davvero margini per trattare? ((Negh ultimi anni sono stati sottoscritti numerosi accordi, da quello sul tempo determinato al Patto per l'Italia, e decine di contratti di lavoro. Solamente in Francesco Avern a alcuni casi un solo sindacato si è ritirato per assumere una posizione di rifiuto». Alcune tesi sull'articolo 18 sono inconciliabili..» ((La scelta di astenersi è largamente maggioritaria tra le forze politiche e sindacali e unanime tra le forze imprenditoriali. L'impatto economico del successo del sì sarebbe devastante». Con le astensioni previste non ci sono più problemi? «Spero proprio non ci siano problemi. Gli itahani si rendono conto di cosa significherebbe estendere l'articolo 18 ai piccoli negozi e alle botteghe artigiane: andremmo fuori della storia e da qualunque logica economica». Non è paradossale che la Confindustria si trovi a contrastare il referendum per l'articolo 18 avendo chiesto la sua limitazione? «H concetto di giusta causa per i licenziamenti non è mai stato contestato dalla Confindustria. E' acquisito dalla civiltà giuridica e a livello internazionale. Il problema è la modalità di applicazione. In quasi tutti i paesi europei non è previsto il reintegro forzoso del lavoratore licenziato senza giusta causa, ma l'equo indennizzo. Chiha promosso la battaglia per l'inviolabilità dell'articolo 18 confonde il diritto alla giusta causa con le modalità dei licenziamenti». Il problema resta aperto? «Nel Patto per l'Italia e prevista una sperimentazione: niente reintegro nelle imprese che assumendo superano i quindici dipendenti. La sperimentazione, quando sarà realizzata, dimostrerà che l'articolo 18 è negativo per l'occupazione». Previsioni? «Gli italiani sono responsabili». Francesco Averna
Persone citate: Averna, Francesco Averna
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