Nei guai il rampollo del re delle autostrade

Nei guai il rampollo del re delle autostrade IL PADRE ENZO HA COSTRUITO IN TRENT'ANNI UN IMPERO DA MILIONI DI EURO Nei guai il rampollo del re delle autostrade Tra le aziende di Mattioda jr anche quella che lavora alla Torino-Pinerolo personaggio Gianni Bìsio SONO quattro le imprese piemontesi i cui amministratori sono stati chiamati in causa dai dirigenti dell'Aipo, l'ex Magistrato del Po, per le gare esperite dopo l'alluvione dell'ottobre 2000 col metodo della «somma urgenza». Ma anche, secondo l'accusa, con accordi preventivi e pagamento di tangenti. Di certo la più nota è la «Mattioda Pierino B- figli», storica azienda canavesana con sede in via Torino 34 a Cuorgnè, creata all'inizio del 900 dal bisnonno dell'attuale amministratore, Giampiero Mattioda, che ieri all'alba è stato arrestato dai finanzieri nella sua abitazione, ma portata all'attuale sviluppo negli ultimi trent'anni dal padre, Enzo Mattioda, oggi più impegnato nel settore finanziario del gruppo. Giampiero Mattioda è anche amministratore della Cabit srl, specializzata in pavimentazioni, della Fin.co sas, finanziaria con sede a Torino, e della ex Mattioda Costruzioni, società che lo scorso aprile ha mutato il nome in Edilizia S- costruzioni. Sempre Mattioda è presidente della Scarl, associazione temporanea d'imprese costituita per realizzare una parte dei lotti del completamento della Torino-Pinerolo, attualmente impegnata nel disalveo del Chisone. Di essa fanno parte al 50 per cento la Itinera, del gruppo Gavio, e al 25 per cento la Mattioda e la Sicogen, impresa, quest'ultima, controllata dall'Ativa, la società nata nel 1954 che ha realizzato e gestisce la Torino-Ivrea, la tangenziale di Torino e la bretella di Santhià e titolare della concessione per la Torino-Pinerolo. Giampiero Mattioda è stato anche consigliere d'amministrazione della società dal maggio del 1996 al giugno dell'anno successivo. Occorre dire che il padre, l'ingegner Enzo Mattioda, negli Anni 90, con il gruppo del costruttore Giacomino Valle, diede la scalata con successo all'Ativa, approfittando della voglia di privatizzare e della vendita (per qualcuno una «svendita») delle azioni da parte della Provincia, oggi proprietaria soltanto del 17 per cento del capitale. Attualmente il gruppo Mattioda, alla pari col gruppo Ga¬ vio, detiene il 41 per cento del pacchetto azionario, dopo il subentro al gruppo Valle. Possiede anche oltre il 10 per cento della Sitaf (Frejus) ed ha una partecipazione in Torino-Mila¬ no, in tutto un capitale di alcune centinaia di miliardi di vecchie lire. Le imprese del gruppo canavesano hanno partecipato, negli anni, alla costruzione di numerose autostrade, dalla Torino-Savona alla Voltri-Sempione, dalla Torino-Bardonecchia (dove scavarono la galleria di Mompantero) alla Torino-Aosta, hanno realizzato parte della difficile statale di Ceresole, la 460, ed hanno operato nell'Ossola, in aree particolarmente complesse, dopo la disastrosa alluvione del 2000. Molto meno note sono le altre imprese coinvolte nella vicenda. La Obert srl di Giancarlo Obert, si occupa in particolare di movimento terra, ed ha sede a Forno Canavese. Giorgio Morletto è amministratore delegato della Scaviter e si occupa anche di bitumazioni (avrebbe lavorato anche per l'Ativa). Infine l'impresa Occelli Escavazioni, di Giovanni Occelli, ieri arrestato, che ha sede in provincia di Cuneo, a Farigliano, sulla Fondovalle Tanaro, dove possiede una cava, ed ha anche un'impianto per la produzione di calcestruzzi a Piozzo, a pochi chilometri di distanza. L'azienda fu pesantemente colpita nell'alluvione del 1994: gli impianti subirono gravi danni, ma poi la Occelli si riprese. la storica impresa canavesana fu creata all'inizio dei 900 dal nonno Pierino Il gruppo ha partecipato alla costruzione delle più importanti vie di collegamento Lavori in una zona di montagna colpita dall'alluvione