Il sequestro era finto «Truffato il fidanzato»

Il sequestro era finto «Truffato il fidanzato» VALGHIAVENNA, LA BARISTA TRADITA DA UNA SERIE DI SMS Il sequestro era finto «Truffato il fidanzato» Aveva organizzato con un ex la messinscena. Ora è ricercata. «E' senza soldi e senza telefonino». Già individuata la casa a Teramo dove si era nascosta Brunella Giovata inviata a CHIAVENNA (Sondrio) Lei «bella e furba», la raccontano in paese. Lui, «ricco e innamorato», cioè vittima predestinata, pronto a tutto per la nuova fidanzata. GU altri, una folta schiera di ex fidanzati di lei, alcuni dei quali pronti a dare una mano per organizzare un finto sequestro di persona, incassare il riscatto e fare a mezzo con la falsa rapita. Così succede tra le montagne di Chiavenna, finora famose per un omicidio orribile (tre ragazzine cbe uccisero una suora in un rito satanico, tre anni fa), da oggi protagonista di una storia decisamente più amena, tra Boccaccio e i «Soliti ignoti», con coma di cui tutto il paese sapeva e chiacchierava, scambi di sms «roventi» (definizione degli inquirenti), svenimenti, maledizioni e mi¬ nacce telefoniche «con spiccato accento meridionale». Il tutto in meno di 24 ore, a partire da mercoledì, ore 11, quando in Valtellina scatta l'allarme sequestro di persona. Danilo Scaramella, proprietario di una cava di pietra, denuncia di aver ricevuto una telefonata in cui un uomo gli diceva: «Barbara l'ho presa io, adesso la voglio violentare». Barbara Molinari, 35 anni, è a detta di tutti la più bella barista di Chiavenna. Lavora all'albergo Crimea, posto di passaggio verso la Svizzera frequentato da molti uomini (camionisti, frontaUeri e bande di motociclisti) che «dietro alla Barbara ci perdevano la saliva...», raccontano in un bar concorrente. Lei si compiace di questo successo, e da «ragazza solare» quale è (dicono gli inquirenti) cambia spesso fidanzato. Tra gli ultimi, il muratore Angelo Moro, che ogni mattina lavora a Saint Moritz e la sera se ne toma a Chiavenna (arrestato poche ore dopo la sparizione di Barbara). L'ex giocatore di hockey (serie B) Ulisse Premerlani (liquidato pochi giorni fa perché, pare, non aveva mai un euro in tasca). Infine, il cavatore di pietre Scaramella, che per Barbara invece aveva lasciato la moglie e, si dice, sarebbe stato anche disposto a vendere casa e licenza mineraria, per pagare un riscatto. E allora: la ragazza scompare nel nulla, i carabinieri trovano la sua Crysler blu metallizzato a poca distanza da casa (dentro c'è la borsetta, ma non il cellulare). I genitori di Barbara si disperano: «Ce l'hanno rapita!», e si chiudono in casa. Il fidanzato cavatore si dispera più di tutti: interrogato, racconta che da gennaio lui e Barbara ricevevano messaggi minatori, infatti era già andato a denunciare tutto dai carabinieri. facendosi però accompagnare dalla moglie: «Ci siamo appena separati perché io amo Barbara, ma lei sa tutto e mi fido». Dopo la scomparsa della fidanzata viene risentito, da solo, però. Poi va al bar di fronte a bere ima grappa e piange come un bambino davanti a tutti: «La mia Barbara! chissà cosa le faranno... me la vogliono violentare!». Ma intanto qualcosa si muove, e tra carabinieri e procura di Sondrio si concretizza l'idea che la faccenda non stia in piedi. Si interrogano per tutta la notte fidanzati attuali e antichi. Premerlani cade dalle nuvole. Scaramella non fa che piangere. Un ex, il pittore Gianluca, racconta di aver trascorso con Barbara sette anni di relazione travagliata, ma di non saperne più nulla. Il muratore Moro, invece, alla fine cade. Racconta che con Barbara si vedeva r attore (gli altri però non lo sapevano), che si scambiavano sms ^di? iùopo (trovati nella memoria del cellulare), e che insomma si era pensato di mettere su una certa cosa... e che lui aveva contattato un suo parente di Teramo, che venisse a prendere la Barbara per far finta di sequestrarla. Da lì in avanti, è stato abbastanza facile ricucire tutta la storia. Tanto che ieri pomeriggio il procuratore di Sondrio, Gianfranco Avella, annunciava che non c'era alcun sequestro di persona, perciò non c'era nessuna vittima da liberare. Semmai, c'era da rintracciare la ragazza a Teramo, nascosta in una casa subito individuata, dove i carabinieri trovavano comunque tale Arnaldo Barletta, il «taxista» della finta banda, ora denunciato per simulazione di reato (il sequestro di persona) e tentata estorsione. Lei no. La stanno cercando da ore, è senza soldi e senza telefoni¬ no, che ha dimenticato nella casa di Barletta. Uscita per una commissione in una città che non conosce, troverà al suo ritomo i carabinieri di Sondrio, come prima, accoghenza. E quando tornerà a Chiavenna, non troverà la mamma (ricoverata in ospedale dopo aver saputo la verità) e nemmeno il padre, che ieri urlava «non la voglio più vedere!» e si vergogna ad uscire di casa. Non troverà Danilo Scaramella, che ha saputo che i biglietti di minacce li scriveva proprio Barbara, e quindi piange per l'umiliazione subita. Né l'amico Moro (è in carcere, in casa aveva ima pistola che non poteva tenere). Il giocatore di hockey e il pittore sono spariti dalla circolazione... dunque resta un paese dove per tutti parla il gelataio Domenico, con negozio nella via principale: «Se toma la prendiamo a calci in culo, ci sembra il minimo». La Crysler blu metallizzato ritrovata dal carabinieri a poca distanza da casa Barbara Molinari Angelo Moro