I fedeli di Saddam abbattono un Apache

I fedeli di Saddam abbattono un Apache I fedeli di Saddam abbattono un Apache Durante l'attacco a un «campo d'addestramento di terroristi», salvo l'equipaggio NEW YORK Un eUcottero Apache abbattuto dal fuoco nemico dopo che i caccia americani avevano bombardato le postazioni dei fedelissimi di Saddam. Questa è la notizia di ieri dall'Iraq, ma se uno la leggesse dopo una vacanza su Marte dall'otto aprile scorso al dodici giugno, penserebbe che la guerra non è mai finita. L'ultimo bollettino di questo conflitto a bassa intensità comincia con l'operazione «Peninsula strike» lanciata tre giorni fa dal Comando centrale. Circa mille soldati hanno rastrellato un'area del fiume Tigri vicino alla città di Duluiyah, circa 45 miglia a Nord di Baghdad. Lo scopo era scovare le basì degli ultimi fedelissimi del regime, che continuano a colpire quasi ogni giorno gli americani. Alla fine sono state arrestate 397 persone tra banditi, ex membri del partito Baath ed ex militanti dei Fedayn, e sequestrate parecchie armi. Almeno 15 iracheni sono morti, mentre quattro soldati americani hanno subito ferite abbastanza gravi da doverU. trasferire negli ospedali militari in Germania. L'area del raid si trova nel cuore del «triangolo sannita», ossia la zona a Nord di Baghdad dove vive la maggioranza della popolazione che appartiene alla stessa fede islamica del Raiss, ed era più fedele al regime perché veniva privilegiata rispetto a quella del Sud. In questa stessa zona, stavolta a circa 95 miglia dalla capitale, il Comando centrale ha lanciato una nuova incursione all'1,45 di ieri mattina. L'obiettivo, secondo il Pentagono, era «un campo per l'addestramento dei terroristi», che è stato bombardato. Nel corso del raid, però, il fuoco nemico ha abbattuto un eUcottero AH-64 Apache della lOlesima Airbome Division. I piloti sono sopravvissuti e le forze di terra li hanno portati in salvo, mentre altri due elicotteri intervenivano per sparare contro «gtuppi irregolari» e tenerli lontani. A sud di Baghdad, invece, è precipitato un caccia F-16, ma il Pentagono ha spiegato che si è trattato di un problema meccanico. Durante la guerra vera e propria un solo Apache era stato abbattuto, e quindi in termini di potere di fuoco la resistenza di oggi non è molto diversa da quella incontrata allora. A due mesi dalla fine del conflitto, però, sorprende la presenza di una guerri- glia così determinata. Ieri il generale David McKieman, capo delle forze americane in Iraq, ha confermato che esiste una resistenza organizzata dai fedelissimi di Saddam, che nel frattempo non è ancora stato trovato. In questo modo McKieman ha confermato l'allarme lanciato dal capo dell' Iraqi National Congress, Ahmad Chalabi, secondo il quale il Raiss sarebbe fuggito con 1,3 miliardi di dollari e avrebbe offerto una taglia a chiunque uccida soldati americani. A Baghdad, intanto, ieri è stata disattivata una bomba piazzata vicino a un mercato che avrebbe potuto fare una strage. Mentre la situazione sul terreno resta instabile, il dibattito poUtico negli Stati Uniti rimane concentrato sul mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa. La maggioranza repubbli¬ cana che controlla il Congrssso ha bocciato la richiesta dell'opposizione democratica di aprire audizioni pubbliche sul problema, ma le commissioni Intelligence e Forze Armate del Senato ferrano inchieste a porte chiuse. Il Washington Post ha scritto che la Cia non aveva passato alla Casa Bianca un rapporto in cui denun- clava la falsità déll'informaEkme— secondo la quale Baghdad aveva comprato uranio arricchito in Niger perché l'Amministrazione non voleva notizie che contraddicessero la sua linea. La stessa Cia ha assunto l'ex capo degli ispettori Onu David Kay per consigharla nella nuova fase della caccia alle armi. [p. mas.] Protesta di disoccupati iracheni contro le truppe americane a Baghdad L'ostilità della popolazione sembra aumentare e la guerriglia continua due mesi dopo la fine del conflitto

Persone citate: Ahmad Chalabi, David Kay, David Mckieman