Bush: «Il mondo tagli i finanziamenti ai terroristi» di Paolo Mastrolilli

Bush: «Il mondo tagli i finanziamenti ai terroristi» RABBIA E FRUSTRAZIONE A WASHINGTON PER GLI ULTIMI EPISODI DI VIOLENZA Bush: «Il mondo tagli i finanziamenti ai terroristi» Powell da Annan: i nostri piani non cambiano, avanti con la Road Map Paolo Mastrolilli NEW YORK Il viso di George Bush non poteva nascondere la frustrazione ieri pomeriggio, quando salendo sull'elicottero che doveva riportarlo da Chicago a Washington ha commentato l'attentato m Gerusalemme: «Condanno nella maniera più forte possihile questi assassinii». In sole ventiquattro ore, infatti, la violenza del Medio Oriente ha messo in crisi la sua nuova iniziativa di pace, appena rilanciata con i vertici di Aqaha e Sharm el SheiMi. «Oggi - ha cominciato il capo della Casa Bianca - c'è stato un terribile attentato a Gerusalemme. Io mando le mie sentite condoglianze per coloro che hanno sofferto e perso la vita». Quindi è passato alle valutazioni politiche: «E' chiaro che nel Medio Oriente ci sono persone che odiano la pace, che vogliono uccidere per essere sicure che i desideri di Israele di vivere in pace e sicurezza non si realizzino; persone pronte ad uccidere per garantire che le speranze del primo ministro dell'Autorità palestinese e di altri per uno stato pacifico, capace di vivere fianco a fianco con Israele, non si realizzino». Quindi Bush ha' lanciato un appello alla comunità intemazionale, affinché reagisca in maniera compatta; «Io sollecito fortemente le persone nel mondo che vogliono vedere la pace in Medio Oriente a combattere il terrore, tagliare i finanziamenti ad organizzazioni come Hamas, isolare coloro che odiano così tanto da essere pronti ad uccidere per impedire progressi. Io condanno duramente le uccisioni e chiedo a tutto il mondo libero, alle nazioni che amano la pace, non solo di condannare la carneficina, ma di usare ogni grammo del loro potere per evitare che possa ripetersi». Qualche ora dopo ha parlato anche il segretario di Stato Powell, dopo un incontro col segretario generale dell'Onu Kofi Annan, per chiarire che la violenza non cambierà i piani di Washington: «Restiamo determinati ad andare avanti lungo il cammino indicato ad Aqaha». Annan, parte del «Quartetto» che ha definito la Road Map e potrebbe tornare a riunirsi la settimana prossima, ha condiviso la determinazione di Powell: «E' importante che i leader restino fermi sulla linea adottata. Bisogna affrontare con decisione il terrorismo, ma l'unica strada che porta alla pace passa attraverso il percorso di Aqaha». Dunque Washington punta il dito contro Hamas, separa le responsabilità degli estremisti e di Arafat da quelle del nuovo premier palestinese Mahmoud Abbas, sollecita la comunità intemazionale, e soprattutto il mondo arabo, ad isolare i terroristi, e ribadisce l'intenzione di continuare il processo di pace appena rilanciato. Il colpo subito però è grave, perché viene subito dopo il primo coinvolgimento personale di Bush in Medio Oriente. L'imbarazzo diventa ancora più pesante, se si considera cosa era accaduto solo ventiquattro ore prima. Infatti martedì, dopo il fallito raid israeliano per uccidere il leader di Hamas Abdel Aziz Rantisi, il presidente aveva rimproverato Sharon: «Sono disturbato dai recenti attacchi degli elicotteri israeliani, e rammaricato per la perdita di vite innocenti. Mi preoccupa il fatto che questi attacchi renderanno più difficile per la leadership palestinese combattere i terroristi, e inoltre non credo che aiutino la sicurezza dello Stato ebraico». E' vero che durante il fine settimana Hamas, la Jihad islamica e la brigate al Aqsa avevano lanciato un'operazione coordinata per uccidere soldati israeliani, ma la Casa Bianca, pur avendo dato via libera in passato a Sharon per rispondere agli attacchi, non aveva digerito la tempistica del raid contro Rantisi. Alcune fonti diplomatiche lo hanno definito «uno schiaffo in faccia a Bush», e qualcuno ha avanzato il sospetto che fosse un tentativo di acuire le differenze presenti all'interno dell'amministrazione su come procedere nel processo di pace. Ovviamente la reazione di Washington non giustificava in alcun modo l'attentato di Gerusalemme, ma la tempistica scelta da Hamas ha aumentato l'imbarazzo della Casa Bianca, che solo il giorno prima aveva rimproverato ad Israele di complicare la lotta aj terrorismo e quindi l'applicazione della Road Map. In poche ore, insomma, Bush ha dovuto sperimentare sulla sua pelle le insidie é le trappole del Medio Oriente. Per evitare di perdere altro capitale personale, il presidente ha incaricato i suoi collaboratori come Condoleezza Rice, il consigliere Elliot Abrams, e l'assistente segretario di Stato William Bums di fare pressioni sulle parti, mentre l'ambasciatore John Wolf è in partenza per la regione. Il capo della Commissione Forze Annate del Senato, Warner, ha suggerito di inviare un contingente di pace della Nato. Secondo il portavoce Fleischer, Bush «vuole vedere gli israeliani e l'Autorità palestinese che tornano a lavorare sulla Road Map», ma la sfida dei terroristi è arrivata an'che prima del previsto e il tempo per ottenere risultati concreti è sempre più stretto, ... ;..-. Il presidente americano «Condanno nel modo più forte possibile questi assassinii. C'è chi non vuole il dialogo ma noi fermeremo questa carneficina con l'aiuto di tutte le nazioni libere» Pergli Stati Uniti è un colpo grave perché viene subito dopo il primo coinvolgimento personale della Casa Bianca in Medio Oriente Il presidente Bush, con l'aria corrucciata e il tono teso, chiede a tutti i Paesi (jel mondo di fermare le \(iolenze in Me.dio Oriente