La variabile Hamas paralizza la Road Map di Fiamma Nirenstein

La variabile Hamas paralizza la Road Map LA SIGLA INTEGRALISTA SI CONFERMA IL PIÙ' ACCANITO NEMICO DELLA PACE La variabile Hamas paralizza la Road Map Pesanti critiche a Sharon per il tentativo di eliminare il leader islamico analisi Fiamma Nirenstein GERUSALEMME L' IMMAGINE del ragazzo dal cumulo di morti deU'autobus numero 14 in via Jaffa, sostenuto da due uomini, con le braccia e la bocca spalancata, e quella della macchina carbonizzata dai missib israebani che cercavano Rantisi resteranno il segno della confusione disperata del dopo Aqaba. Bush forse non aveva fatto i conti fino in fondo, quando Sharon e Abu Mazen gli hanno promesso di cercare di parlare di pace, con la variabile fondamentale e uggente della guerra fra Israele e Hamas, una guerra del tutto particolare intema alla guerra fra Israele e il popolo Palestinese. Arafat si è riaffacciato ieri con un messaggio serale ad aumentare lo sconcerto generale, stavolta nella veste di colui che chiama alla calma: un'indicazione di quanto Fatah si senta col fiato sul collo rispetto alla furia della piazza che propende in queste ore sempre più verso Hamas, un segnale agb Usa e a Sharon perché aspettino e non infieriscano, e anche un'indicazione alla sua gente della insufficienza di Abu Mazen in un caso di emergenza come questo, un memento di chi sia il vero Raiss, quando ne occorra uno. Hamas era stata la spina del fianco della ripresa delle trattative. E' vero che l'attentato del dopo Aqaba che aveva di fatto riaperto le ostilità era firmato da tutte e tre le organizzazioni terroriste, Hamas, Jihad Islamica e Brigate dei Martiri di Al Aqsa, ma fra i 28 attentati terroristi suicidi fermati nelle ultime settimane, di cui 11 a Gerusalemme, la maggioranza appartiene ad Hamas; e le parole di minaccia e disprezzo contro il summit cui Abu Mazen aveva preso parte (ai loro occhi) da traditore venivano da Rantisi e dai suoi uomini. Hamas, mentre si avviavano nuovi e fragibssimi patti di amicizia, era rimasto un nemico totalmente tale; nella lista delle priorità di Ariel Sharon era sottobneato in rosso: per il primo ministro israebano, giusto o sbagbato, l'idea di seguitare a combattere contro Hamas era addirittura parte del suo piano di pace e persino di sgombero dei Territori. Ed è probabilmente per questo che ha dato il via martedì mattina all'operazione che avrebbe dovuto uccidere quello che riteneva l'uomo più pericoloso di tutti, il leader di Hamas, il quieto e feroce pediatra che si era preso giuoco del summit, che aveva piegato Abu Mazen a cercare con lui un introvabile accordo piuttosto che a procedere all'arresto di alcuni membri della sua organizzazione, che aveva ordinato, secondo la sicurezza Israebana, centinaia di attacchi, anche queUo di Erez, con i quattro soldati uccisi e il successivo di Hebron. Rantisi aveva seguitato a ripetere pubbbcamente che bisognava rapire o uccidere soldati israebani e aveva incrementato con tutte le sue forze la posizione classica dello sceicco Yassin secon- do la quale 1'«occupazione» non si limita affatto ai Territori, ma riguarda tutta la Palestina, ovvero l'intera Israele. Sharon aveva detto a Bush: «Non farò compromessi sul terrorismo»; si era infuriato quando gb avevano riferito che i corpi di David Shambik e Moran Menabem, diciassettenne, erano stati ritrovati a Gerusalemme a pezzi, ha ripetuto aba riunione di Gabinetto «Ho detto a Bush e a Abu Mazen che ho intenzione di fare molti compromessi per la pace, ma c'è un soggetto su cui non si può ed è la sicurezza». Aba delusione per la mancata operatività di Abu Mazen e di Dahlan, in Sharon si era aggiunta in questi giorni la convinzione che la loro ripetuta volontà di trovare un accordo con Hamas per un cessate il fuoco non si sarebbe mai reabzzata, e che anzi, Rantisi approfittasse della situazione per prendere in giro Abu Mazen e conquistare consensi accresciuti fra la popolazione. Dopo il falbto tentativo di eliminare Rantisi e la conseguente uccisione ditte innocenti, compresa ima bambina, dopo la velata condanna di Bush, dopo l'attacco di ieri con l'ebcottero a Gaza e l'assassinio di altri due membri di Hamas, il fatto che le dichiarazioni di Sharon fossero ben di più che dichiarazioni pobtiche per salvare la faccia di fronte aba destra, hanno creato neba società pobtica israebana una discussione furiosa: Maariv, un quotidiano di grande diffusione ha titolato a grandi caratteri «Perché adesso?». Molti esperti, come l'editorialista di Haaretz Zvi Barel l'hanno ritenuta una scelta «disgraziata», anche se nessuno, fuorché Yossi Sarid, segretario del Meretz, hanno ritenuto che Rantisi non fosse in questo momento una «bomba ticchettante» e che la sua attività, giomo dopo giorno, non fosse tutta devoluta aba preparazione di decine di attentati. «Non una bomba ticchettante, ma decine tutte insieme», dice per esempio il ministro Dani Naveh. Ma il fronte che difende la scelta del primo ministro è ristretto: per esempio Roni Shaked, un esperto arabistra che scrive su Yediot Aharonot dice che l'attacco a Rantisi è stato un colpo diretto aba Road Map, che ne risulta indebobto Abu Mazen che perde vieppiù il controllo deba strada palestinese infuriata, l'amicizia con Bush, le speranze di pace. L'ex ministro Ephraim Sneh ripete che i mezzi rnibtari hanno fatto il loro tempo, che Sharon deve abbandonarh e mostrare senso di responsabibtà verso le scelte pobtiche. La destra è divisa sul giudizio: un ministro come Uzi Landau,assai aggressivo con Sharon negb ultimi tempi e molto legato aba pobtica degb insediamenti, si è invece dichiarato soddisfatto debe scelta del Primo Ministro di combattere il terrorismo; ma curiosamente un'ala dei settler ritiene che Sharon si sia messo a caccia di Rantisi solo per giustificare una sua prossima pobtica di sgomberi degb insediamenti. In questa suprema confusione, si vede come la guerra al terrore sia ancora oggetto incerto, controverso: anche Bush che aveva dichiarato Hamas «una pericolosa organizzazione terrorista», poi si è infuriato con il tentativo di eliminare Rantisi. Ciò che lascia anche gb israebani a loro volta doco convinti del tempismo del'operazione, alquanto sorpresi e desolati, specialmente aba luce debo spaventoso attentato della giomata di ieri. Arafat ha condannato l'attacco e ha lanciato un appello alla calma confermando così di essere il vero Raiss Dopo il blitz contro Rantisi, Ma'ariv ha titolato «Perché ora?» PerHaaretzèstata una «scelta disgraziata»

Luoghi citati: Gaza, Gerusalemme, Hamas, Israele, Palestina, Usa