Da Gentilini a Gobbo, Treviso sempre fedele alla «razza Piave» di Renato Rizzo

Da Gentilini a Gobbo, Treviso sempre fedele alla «razza Piave» Da Gentilini a Gobbo, Treviso sempre fedele alla «razza Piave» Il Carroccio festeggia e il candidato dell'Ulivo Campagner diventa un «orsetto scuoiato della steppa russa» Renato Rizzo inviato a TREVISO Arriva nella Sala dei Trecento sbandierando come vessillo una tela su cui è dipinta un'orsetta scudata. «Ecco la fine che fanno gli animaletti portati qui dal vento della steppa russa» gigioneggia, ora, Giancarlo Gentilini irridendo l'avversaria sconfitta e la sua coalizione che «comprendeva la falce e martello di Rifondazione». ((Adesso la uso come zerbino e ci cammino sopra» annuncia mentre i suoi si mettono prontamente in sintonia e cantano: «Comunista non t'arrabbiare, l'importante è partecipare». Fiorire di bandiere nell'antico palazzo e in piazza dei Signori: la Treviso padana festeggia così la vittoria del «proprio» sindaco, anzi, dei ((propri sindaci»: Gian Paolo Gobbo che conquista il Comune con il 56,10Zo di preferenze e il suo debordante padre (qualcuno dice anche ((padrone») politico che Iha appoggiato in questa campagna. G&G: un sodalizio che sembra il marchio d'una commedia musicale e che s'accinge a un impegno da far tremare le vene: reggere l'ultima, grande roccaforte leghista del Nord-Est. Una sorta di fortezza Bastiani piantata, però, in un «deserto» dove i Tartari della politica assediano ringhiando le mura. «Quando corriamo da soli otteniamo risultati importanti» commenta il pallido Primo G, da poche ore ufficialmente sindaco con 24.249 preferenze su 44.025 votanti. «Questo è il premio a uomini che hanno saputo governare bene lavorando 24 ore su 24 - si mette una medaglia il Secondo G -. Ce Iha consegnato gente che ha emesso la sentenza d'esilio per una sinistra che mi ha dipinto come ubriacone, fascista e razzista. Ci vuol altro a spaventarmi». Forse a mettere apprensione più che gli aggettivi da campagna elettorale sono i risultati del voto in Friuli che la tv sta distillando. Gentilini sfodera 0 suo sorriso d'ordinanza, ma ammette: «Illy è un grosso personaggio, conosce la gente. E' difficile superarlo specie se gli si oppongono candidature create da zero. Una colpa, però, non bisogna perdonargli: aver messo tra le sue file rottami d'archeologia politica. Gente che sventola le stesse bandiere di falce e martello sotto le quah, nel '45, si compirono i massacri in Istria e in Dalmazia». Nel fortino trevigiano c'è la gioia feroce di chi non vuole far prigionieri. Il Secondo G che abbandona la poltrona di sindaco tenuta per due legislature e si accomoda su quella di prosindaco con un medito turn-over in salsa trevigiana, rivolge un pensiero alla rivale. Maria Luisa Campagner: «La ringrazio d'essere esistita, jerché da oggi non esisterà più». Poi ibera un peana a questa città che non vuole «aprirsi ai no-global, ai Disobbedienti, agli extracomunitari». Ci spieghi il suo rapporto politico con Gobbo: gli starà davanti, al fianco o alle spalle? ((Andremo a braccetto, come marito e moglie». Il neo-primo cittadino risponde con un'immagine meno casalinga: «Io sarò il sindaco, con le responsabilità civili e penali che la carica comporta. Gentilini continuerà a essere il comandante della squadra». Maria Luisa Campagner si consola: «Diciannovemila persone hanno concesso fiducia al nostro progetto: non le deluderemo, faremo un'oppòsi- zione dura. La Lega ha vinto, ma dietro il successo ci sono anche gli incarichi, le consulenze, le assegnazioni gestite in nove anni di governo». Crede che Gentilini e Gobbo sapranno amministrare in sintonia: «No. Prevedo conflitti, sempre che il secondo non scelga di dedicarsi a tempo quasi pieno all'incarico di europarlamentare e lasci al compagno il compito di governare Treviso». Mentre parla le si avvicina Gentili¬ ni: «Nella vita si vince e si perde». La replica: «Si presenta qui come fosse il sindaco, non sa che il primo cittadino eletto è un altro?». Qualcuno accanto a lei critica l'idea d'inalberare l'immagine di quell'orsetta scudata. Lui sogghigna e se ne va garantendo a bassa voce: «Per carità: a me sono ben altre le pelhccette che interessano». Quando si vince, niente di meglio che una buona cucchiaiata di fair play. L'abbraccio tra Gentilini e Gobbo dopo la vittoria leghista a Treviso Maria Luisa Giani CAMPAGNER GOBBO llCONSffiUÓCOMUNAie - 3 fona Marca -21 Lega Nord m 4 Civica Campagner "1 Rif. Com FVWdi-Altri 1 Alleanza Nazionale

Luoghi citati: Dalmazia, Friuli, Treviso