Stato-Regioni: i due poli ora sono pari di Gigi Padovani

Stato-Regioni: i due poli ora sono pari Stato-Regioni: i due poli ora sono pari Casa delle Libertà e Ulivo, 11 a 11 dopo il ribaltone in Friuli Gigi Padovani E adesso nel centrosinistra c'è anche chi pensa alla Conferenza delle Regioni: nella contabilità del voto alle regionali di ieri, nel quale si sono rinnovate due giunte, salta infatti un'altra maggioranza. E' quella che spettava alla Casa delle libertà nell'organismo presieduto dal forzista piemontese Enzo Ghigo (dodici erano le giunte guidate dal centrodestra, dieci quelle a guida ulivista). Con Riccardo Illy governatore del Friuli Venezia Giulia e un autonomista valdostano dell'Uv al posto di Louvin - un presidente che molto probabilmente rimarrà nell' orbita dell'Ulivo -, il conteggio tra i due Poli diventa pari: 11-11.1 posti sono 22 e non venti, perché nell'organismo che riunisce i presidenti delle Regioni siedono anche i due presidenti delle Province autonome, Trento e Bolzano (entrambi di centrosinistra): il loro voto conta come quello di Galan o Formigoni. Mentre a Trieste i sostenitori dell'imprenditore del caffè festeggiavano la vittoria, già tra i governatori correvano le prime telefonate. Bossi del resto l'aveva annunciato propiio a Udine in uno dei primi comizi per Alessandra Guerra il 9 febbraio: «Sappiate che il voto in Friuli sarà anche un test per il federalismo. Se vince Dly, la Casa delle libertà non avrà più la maggioranza nella Conferenza delle Regioni. E questo mette in pericolo devolution e rifonne». Un ragionamento che il senatùr aveva già fatto ad Arcore diverse volte con Berlusconi: la Lega, motore del federalismo, non può rimanere senza un governatore. Nasceva da qui l'impuntatura sulla Guerra. Bossi, però, aveva già «fiutato l'aria» e sapeva che Trieste era una partita a rischio, tanto che con i suoi, qualche sera fa a Treviso dopo una partita a calcio- Enzo Ghig balilla con il neosindaco Gobbo, aveva lasciato una frase sospesa: «Forse era meglio se puntiamo sul Veneto, al prossimogù-o...». L'importanza della Conferenza Stato-Regioni è data dalle sue competenze: deve dare i pareri sui provvedimenti più importanti del govemo e negli ultimi mesi è diventata, «in fieri», una sorta di anticipazione della futura Camera delle Regioni. In effetti Bossi aveva fatto bene i conti. I presidenti della CdL sono attualmente undici: Pace (An) in Abruzzo, Chiaravalloti (Fi) in Calabria, Galan (Fi) in Veneto, Stora¬ agna ce (An) nel Lazio, Biasotti (Fi) in Liguria, Formigoni (Fi) in Lombardia, Iorio (Fi) in Molise, Ghigo (Fi) in Piemonte, Fitto (Fi) in Puglia, Pili (Fi) in Sardegna e Cuffaro (Udc) in Sicilia. Sono soltanto nove, per ora, i «governatori» e presidenti in quota al centrosinistra: Bubbico (Ds) in Basilicata, Bassolino (Ds) in Campania, Errani (Ds) in Emilia Romagna, Martini (Ds) in Toscana, Andreotti in Trentino, Lorenzetti (Ds) in Umbria, Dumwalder (Svp) e Dellai (Margherita) nelle due Province di Bolzano e Trento, D'Ambrosio nelle Marche. Ma a questi si devono aggiungere due seggi: quello di Illy, e quello del presidente che ad Aosta il Consiglio dovrà eleggere alla guida di una giunta Uv-Ds. Che sia Luciano Caveri, l'eurodeputato dell'Union Valdo taine ed ex giornalista Rai che ha ottenuto un risultato lusinghiero in Valle, o Aurelio Marguerettaz, presidente del movimento, poco importa. Sia Bossi sia Tremonti sapevano che una situazione di parità in Conferenza Stato-Regioni, in quella Sala Verde dove spesso anche i governatori del Polo hanno contestato in passato le «scelte centraliste» del govemo Berlusconi, non sarà facile da gestire. La prossima riunione è fissata per giovedì prossimo, come di consueto con la presidenza di Ghigo e del suo vice ulivista, l'emiliano Errani. Non si annuncia ancora una «resa dei conti», anche perché prima che Illy e il presidente valdostano arrivino a Roma dovrà passare' qualche settimana. Non solo, la gestione del presidente Ghigo è sempre stata unitaria e senza frizioni, appczzata sia da Berlusconi (che ne la lodato la «pazienza») sia da Ciampi. Ma il problema è politico e qualcuno potrebbe alzarsi, nella sala del Cinsedo di via Parigi, lanciando quella parola che a Berlusconi fa venire l'orticaria: «Verifica». Enzo Ghigo, leader della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, presidente dell'Emilia Romagna