Donne e vino, amore in crescita di Selma Chiosso

Donne e vino, amore in crescita IN PIEMONTE SU 50 MILA AZIENDE AGRICOLE IL 30 PER CENTO E' AL FEMMINILE. FESTA ROSA NELL'ALESSANDRINO Donne e vino, amore in crescita Produttrici per passione o tradizione familiare Selma Chiosso CARPENETO (Alessandria) I sensi, il sapore, l'amore per il vino: sono stati questi i temi al centro della giornata di una ventina di donne produttrici di vino riunite alla Tenuta Cannona di Carpeneto. L'antica casa vinicola, acquistata dalla Regione nel 1995 e trasformata in centro sperimentale vitivinicolo, ha fatto da cornice ieri a un singolare convegno, ingentilito dalle danze della Lachera, e dove le donne hanno allestito banchetti presentandosi da sole e promuovendo nuove passioni che si chiamano vigna e cantina. Sono donne giovani, quasi tutte laureate, che hanno scelto questo lavoro per tradizione famigliare o per libera scelta. Dicono: «Partiamo da un presupposto: il vino non è una bevanda qualsiasi, ma qualcosa di importante, sontuoso, regale, bisogna farlo bene, senza perdere alcun passaggio». Graziella Priarone, presidente del Consorzio tutela Dolcetto d'Ovada e cantiniera della Guardia di Morsasco, azienda dell'Acquose, spiega: «Sono cantiniera per passione. Volevo iscrivermi alla scuola enologica di Alba, ma negli Anni Sessanta non accettavano donne. Mio padre li aveva quasi convinti ma all'ultimo c'è stato un secco "no", così ho optato per il liceo scientifico, poi con le mie due sorelle e mio fratello, sono entrata nell'azienda di famiglia, scegliendo la cantina». Essere cantiniera significa seguire il vino fin dalla vendemmia, poi l'uva nelle vasche, il travaso, l'imbottigliamento e infine la presentazione. Il pubblico infatti ama sentire raccontare la storia del vino: come nasce, come si afffina, come invecchia. Per questo non è una semplice bevanda ma una passione. Poi aggiunge: «Il vino è un qualcosa che "senti", è fonte di benessere, e questo è un mestiere che non va mai forzato». Il fenomeno delle donne che si occupano di vino è in crescita esponenziale. Il percorso è iniziato negli Anni Ottanta, oggi in Piemonte ci sono circa 50 mila aziende e il 3007o è al femminile. Spiega Rosanna Stirene, amministratrice unica della Cannona: «Le donne per intuito e per tradizione anticipano i tempi. Stiamo assistendo alla femminilizzazione dell'agricoltura, al connubio, donna terra vino». Aggiunge Maria Luisa Alberico, sommelier, e direttrice del periodico Donna sommelier: «Le donne sono in aumento come produttrici ma anche come consumatrici. Ora si fa shopping anche di vino». La donna che beve e acquista vino è una raffinata signora tra i 30 e i 40 anni, che al ristorante legge la carta dei vini e ordina sicura. Aggiunge Maria Luisa Alberico: «Se il suo percorso di avvicinamento è all'inizio sceglierà i bianchi, se è esperta i rossi». Diventare una «donna del vino» non è facile. Bisogna studiare, seguire corsi tipo quelli propo¬ sti dall'Ais dall'Onav, dai laboratori dello Slow Food. Poi le leggi regionali sull'imprenditoria al femminile aiutano chi vuole iniziare questa affascinante avventura. La Tenuta La Cannona è punto di riferimento per molte iniziative. La giornata «Vino in rosa», ieri, ad esempio, è stata organizzata in collaborazione con l'Atl Alexala. Regione e Provincia si sono unite per promuovere un fenomeno in crescita. Alla «festa del vino» c'era anche Laura Mazzetti, dell'Antica distilleria di Altavilla, una donna che «crea» la grappa. Poi: Annalysa Rossi Contini (Ovada); Michela Marenco (Strevi); Elisabetta Gastellucci (Acqui); Lucia Sommariva (Rocca Grimalda); Alessandra Colonna e Laura Zavattero Bertone (Vignale); Sabina Paolini (Ovada); Barbar Consogno (Spineto Scrivia); Anna Poggio e Ivana Francescon (Rocca Grmalda); Ester Accomero (Murisengo); Romina Tacchino (Castelletto d'Orba); Laura Valditerra (Novi); Raffaella Viviano (Molare). Ognuna con una storia del vino nel cuore. Il gruppo delle donne produttrici di vino riunite a Carpeneto (Alessandria)