«Premi Olimpici», un Campiello per il teatro
«Premi Olimpici», un Campiello per il teatro QUALCOSA COME I «TONYAWARDS» AMERICANI ALVARO QUESTA SERA AL VALLE DI ROMA «Premi Olimpici», un Campiello per il teatro Masolino d'Amico ROMA A New York gli Oscar annuali per il teatro si chiamano Tony Awards, il cui equivalente per Londra sono i premi deir«Evening Standard». In entrambi i casi la città è anche la capitale culturale della nazione, e chi vi primeggia ha una specie di investitura assoluta quasi tutti i maggiori spettacoli nascono e muoiono in quel luogo. In Italia però le cose stanno diversamente, ci sono molti centri, le produzioni circolano in continuazione e pochi possono dire di averne viste un numero significativo. Anche per questo non si è mai riusciti a fondare da noi un riconoscimento equivalente al Tony. Il premio Ubu della Casa Editrice di Franco Quadri, che esiste gloriósamente da diversi anni (e che tra parentesi è molto ambito da chi esercita la professione del teatro) ha sempre voluto essere qualcosa di più circoscritto, ossia un riconoscimento al teatro innovativo, sperimentale, non necessariamente di successo popolare; è un premio di tendenza, che spesso va contro alle scelte del teatro commerciale, o semplicemente le ignora. Non è il David di Donatello, insomma, ma le Settimane di Pesaro. Tuttavia è giusto che anche il teatro diciamo così più opulento abbia i suoi premi, specie in un'epoca dove la promozione è quasi tutto. Nascono cosi i Premi Olimpici di cui questa sera al Valle di Roma si assisterà al varo: sarà interessante vedere come riusciranno a funzionare. La formula è quella tanto fortunata e imitata del Campiello. Con una riunione pubblica (appunto quella di stasera) una giuria di quattordici saggi segnala delle teme di candidature (al Campiello è una cinquina, ma lì la categoria è unica) tra le quali una seconda giuria di circa duecento persone competenti, invitate tra addetti ai lavori, sceglierà poi, con calma e con voto segreto, i vincitori. Questi saranno comunicati il 27 settembre durante una serata teletrasmessa, appunto al Teatro Olimpico di Vicenza, il più antico e meraviglioso teatro coperto d'Europa. Coordina il tutto un Consiglio composto dal Direttore dell'Eri, Angela Spocci, da quello dello Stabile del Veneto Luca De Fusco e dal Segretario Generale Maurizio Giammusso. Ora, è vero che il metodo Campiello nacque astutamente per tener vivo l'interesse per i libri - l'interrogativo su quale vincerà tra i cinque dura tutta l'estate. Ma ha anche il merito di evitare dispersioni e di orientare la scelta definitiva tra finalisti già scremati: ai duecento saranno proposti spettacoli che effettivamente possono avere visto. Chi fa parte della prima commissione? Tra i membri, tutti rinnovabili nelle stagioni future, ci sono quattro critici di quotidiani (uno sono io), due attori molto gloriosi (Giorgio Albertazzi e Rossella Falk), alcuni operatori pubblici e privati (Emanuele Banterle, Carlo Repetti, Francesca Ardenzi), tre autorità del settore (Laura Barbiani Presidente dello Stabile Veneto, Domenico Galdieri Presidente dell'ETI, Carmelo Rocca Segretario Generale del Ministero Beni Culturali), e un presidente super partes, il diplomaticissimo Gianni Letta, uno dei tre politici che si fanno vedere più spesso a teatro. Gli altri due sono Bertinotti e Cofferati, e certo verrà anche il loro turno. Una giuria di 14 saggi sceglie le terne tra cui duecento esperti decideranno i vincitori
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