Aerei : Swiss taglia gli stipendi De Palacio boccia «cieli aperti» di Valeria Sacchi

Aerei : Swiss taglia gli stipendi De Palacio boccia «cieli aperti» (NOMI E GLI AFFARI Aerei : Swiss taglia gli stipendi De Palacio boccia «cieli aperti» Valeria Sacchi André Dose, l'amministratore delegato di Swiss, la compagnia nata tredici mesi or sono dalle ceneri della gloriosa ma collassata Swissair e della sua controllata Crossair, annuncia la creazione di un vettore regionale a basso costo. Come non capirlo? La guerra in Iraq con la ripresa del terrorismo internazionale e l'influenza cinese hanno dato l'ultima botta alla voglia di volare, e il rosso dei bilanci si allarga a macchia d'olio. Alla stessa ricetta, del resto, sono già ricorse la scandinava Sas e la tedesca Lufthansa guidata da Jurgen Weber, mentre British Air sta valutando se lanciare o no un takeover su Virgin Atlantic per impedirle di fondersi con British Midland. Ma la formula dei viaggi a poco prezzo inventata dal geniale Richard Branson con il lancio di Virgin da sola non potrà fare miracoli, la crisi è tale che le grandi compagnie aeree del mondo si preparano a perdere quest'anno altri dieci miliardi di dollari, che si sommeranno ai trenta miliardi svaniti nel biennio 2001-2002. Per non andare a rotoli ci vogliono aiuti - e difatti il settore preme sui governi per sgravi fiscali - e altri tagli dei costi. Swiss ha già annunciato una riduzione del lO^o dei salari dei suoi novemila dipendenti e del M1!*) degli stipendi dei dirigenti. Se la cava meglio l'Air France presieduta da Jean-Cyril Spinetta che, a settembre, dovrebbe dare il via alla sua privatizzazione collocando in Borsa il 30")*) del capitale. Intanto, a Bruxelles, il commissario ai Trasporti Loyola de Palacio, grazie a una sentenza della Corte di Giustizia europea che ha dichiarato illegittime le intese bilaterali sottoscritte direttamente da molti paesi Cee con il governo Usa, ha riportato nelle sue mani la trattativa sui «cieli aperti» e si prepara al confronto con il segretario americano ai Trasporti Norman Minetta. La de Palacio ritiene infatti che gli accordi già sottoscritti (che resteranno in vigore fino alla conclusione del nuovo negoziato), siano sostanzialmente sbilanciati a favore delle compagnie statunitensi. La posta in gioco è alta, dal momento che il traffico transatlantico rappresenta il 4007o di quello intemazionale. Dai cieli alla terra. E alla autostrade che sono, queste sì. un buon affare. Un business nel quale, in Italia, la parte del leone la ^ioca la società Autostrade guidata da Vito Gamberale e controllata da Luciano e Gilberto Benetton, che sta per esordire in Austria, studia come allargarsi nell'Europa dell' Est ed è appena entrata (al 2250 posto) nella classifica delle 500 maggiori aziende al mondo stilata dalFinanciaZ Times. Segue a ruota il gruppo che fa capo a Marcellino Gavio il quale, mettendo insieme con tenacia un pezzetto qua e uno là, è riuscito a raccogliere 21,250Zo del capitale della Milano-Serravalle, diventandone il secondo azionista dopo la Provincia di Milano presieduta da Ombretta Colli (che se tutto va liscio dovrebbe assumere nella Serravalle la presidenza) e relegando al terzo posto il sindaco di Milano Gabriele Alberimi, fermo al 18,1607o. Sul settore, che rientra nelle competenze del ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, vigila il presidente delle Attività Produttive della Camera Bruno Tabacci, sempre più convinto che la concorrenza passi attraverso la creazione di «poli regionali». Sul Giappone puntano Patrizio Bertelli e la moglie Miuccia Brada, che inaugurano a Tokio un negozio su sei piani nel nuovo edificio disegnato da Jacques Herzog e Pierre de Meuron. A Francoforte Arnon Milchan, produttore americano di film di successo, è riuscito a vendere con un buon guadagno il 400Zo della Puma, nella quale era entrato nel 1996. Dopo l'uscita dell'azionista di riferimento Milchan e il passaggio della sua partecipazione a investitori istituzionali, il gruppo tedesco di abbigliamento sportivo (che l'amministratore delegato Jochen Zeit aveva riportato all'antico splendore) si ritrova con un «flottante libero» e diventa un caso da manuale. A Milano, la notizia che un trust panamense, che fa capo a Stefano Graidi, ha comperato una quota vicina al 607o di Finpart ha ridato un po' di sprint al titolo del gruppo di Gianluigi Facchini, che tenta di uscire dalle difficoltà sotto la guida di Ubaldo Livolsi. Sempre a Milano la Levi's festeggia i 150 anni di vita tutta trascorsa sotto l'ala della famiglia dei fondatori oggi rappresentata da Bob Hass, sesta generazione - con un incontro a porte chiuse tra esperti del settore, voluto dal presidente europeo Joe Middleton. L'evento rientra nel rilancio del marchio che inaugurerà il mese prossimo a Parigi il primo negozio di jeans tutto al femminile. A ima leadership mondiale, ma nel settore delle smart tag, aspira invece Mauro Benetton, padrone e fondatore della Lab-Id di Castel Maggiore (alle porte di Bologna) che produce quelle «etichette intelligenti» che, in futuro, potrebbero perfino aiutare a ritrovare lo sciatore travolto sotto la valanga, a patto che egli indossi un capo d'abbighamento provvisto di smart tag. Il piano di ristrutturazione messo a punto da Francesco Caio, da poche settimane arrivato alla guida di Cable 5Wireless, sembra aver incontrato il consenso degli investitori, che hanno premiato con un rialzo il titolo del gruppo inglese delle telecomunicazioni messo in ginocchio da un indebitamento troppo elevato e da errori strategici. Vero è che, appena insediato, Caio ha venduto il 200Zo che C&W deteneva in Peew, prima società di telefonia fissa di Hong Kong e sta trattando la cessione delle attività Internet in terra di Francia. Ha gettato invece la spugna Haim Sabban, il magnate americano che ha fatto i soldi con le «Ninja Turtles» e i «Power Rangers». Le trattative con le banche creditrici per rilevare la tedesca ProSiebenSatl e la library dei diritti cinematografici dell' insolvente KirchMedia si sono infatti interrotte, poiché Sabban non è stato in grado di fornire t garanzie finanziarie sufficienti a pagare la somma pattuita e a gestire la ricapitalizzazione delle società dell'ex impero di Leo Kirch. Alle quali ora potrebbe aspirare la Mediaset presieduta da Fedele Gonfalonieri.