Una lunga storia di maledizioni al volante

Una lunga storia di maledizioni al volante UN LATO OSCURO DELLO SPORT Una lunga storia di maledizioni al volante Dal Torino al Chievo, le tragedie che hanno colpito tanti campioni personaggi Daniela Cotto CALCIO e auto. Giocatori e drammi. Una vita da protagonisti sempre sotto i riflettori, sulla cresta dell'onda, anche nel momento del rischio. Il destino dei calciatori, spesso, é segnato da tragici eventi, da incidenti stradali, dalla morte. Un connubio impietoso che, sempre più spesso, prende i campioni per mano e cammina con loro, li spinge nel baratro. E' successo ancora, ieri all'alba. L'auto guidata da Pinga, André Luciano Da Silva, il brasiliano di «proprietà» del Torino si é schiantata sull'autostrada. Un botto che ha provocato la morte di un suo compagno di viaggio, Leonardo Ferrante Teddei. La saudade è stata più forte della festa del Siena, promosso in serie A. Cinquemila tifosi avrebbero dovuto riunirsi per celebrare il grande evento, ieri sera in Piazza del Campo, arena di sangue e battaglie nel giorno del Palio. Pinga aveva rinunciato alla festa (poi cancellata) per anticipare la vacanza. E lo ha colpito la maledizione che tante volte, in passato, ha coinvolto campioni granata. Inevitabile riallacciarsi al rosario delle grandi tragedie del Toro, società che con la sorte ha un credito pesantissimo. Sfogliandogli annali ci si imbatte in quel 15 ottobre 1967 : la morte di Gigi Meroni, fantasista ribelle del Torino e della Nazionale, investito da un'auto e ucciso in corso Re Umberto nella città piemontese. Aveva 24 anni. I tifosi in qualche modo hanno legato alla tragedia di Superga la sua morte. Ricordano quel ragazzo libera, pittore, anticonformista. Sul cippo con la foto del primo giocatore hippy d'Italia vengono deposti sempre dei fiori. E lì, si sono fermati in molti dei 50 mila il 4 maggio scorso, durante la marcia dell'orgoglio che ha invaso le strade di Torino. Aveva il cuore granata, ma la maglia rossonera, un altra giocatore che molti anni dopo sfiorò la morte: Gigi Lentini. Deve la vita a un camionista. Era la notte del 3 agosto '93. Correndo con la sua Porsche sulla Piacenza-Torino, uscì di strada (poco dopo il casello di Asti ovest), tradito dalla velocità eccessiva. Al posto di un pneumatico forato montava il ruotino d'emergenza, che rende l'auto incontrollabile se si superano gli 80 chilometri all'ora. Lentini fu sbalzato dall'auto, batté la testa e rimase in coma per diversi giorni. Si riprese, ma non giocò più ad alti livelli. Venne ceduto a una squadra di serie B, fu im declino precoce. Mister miliardo, diviso tra belle donne e motori, in quei giorni occupò anche le prime pagine delle riviste di gossip: il mattino successivo lo schianto, accorse in ospedale l'ex moglie di Schillaci, Rita, rendendo pubbhca la loro love story. E prima c'era stato l'incidente stradale di Gigi Radice, allenatore sulla cresta dell'onda: auto in fiamme sull'autostrada ligure, morì il suo assitente, Paolo Barison, ex azzurro, nello scontro con un camion. Era il 7 aprile 1979. Negli Anni '80 il lutto toma nel calcio. Il 2 dicembre 1983 Michele Lorusso e Ciro Pezzella, del Lecce, muoiono in uno scontra sulla statale adriatica. Poi tocca al brasiliano Eneas, ex del Bologna. La sua corsa finisce il 27 dicembre '88. Un anno dopo la tragedia colpisce l'altra Torino e tutta l'Italia, sconvolgendo il mondo dorato del pallone: il 3 settembre, sull'autostrada Varsavia-Katowice, muore il campione del mondo Gaetano Scirea. Un tamponamento, la tanica della vecchia auto che innesca l'incendio fatale. Allenatore in seconda dei bianconeri, era in Polonia per osservare i futuri rivali di Coppa. La Juve piange l'indimenticabile capitano che con la sua classe e il suo stile aveva conquistato il cuore della gente. Nel '90, a gennaio muoiono due giovani del Vicenza in prestito al Thiene: Andrea Rigoranza e Stefano Dal Lago. In aprile perde la vita Mario Frustalupi, campione d'Italia con Inter e Lazio. Nel 1994 ancora un giovane viene strappato alla vita e al successo: Giuseppe Campione, 21 anni, della Spai. L'anno dopo, a Rio de Janeiro, il legame calcio e motori é fatale a Jose Giomaraes Dirceu, uno dei brasiliani più conosciuti in Italia. Nel 2001 Bologna piange Niccolò Galli, 17 armi, difensore, figlio dell'ex portiere della nazionale Giovanni: cade dal motorino mentre toma dall'allenamento. Nel 2002 la sorte avversa si accanisce sul Chievo: Jason Mayelè, congolese adottato dalla società veronese, si schianta nei pressi di Pastrengo. I suoi compagni non se la sentono di scendere in campo. La tragedia non ha risparmiato neppure chi campione del calcio non é stato ma lo ha magistralmente governato o raccontato. Artemio Franchi é stato forse il più grande tra i presidenti della federazione italiana (e dell'Uefa): morì vicino a Siena il 12 agosto 1983, mentre si recava al Palio. E, poi, Gianni Brera, cantore sublime delle gesta dello sport più amato del mondo: il 19 dicembre 1992 fu vittima di un incidente fatale nei pressi di Milano. L'ultimo incidente aveva colpito JasonMayelè «adottato» dalla squadra veronese. I compagni non scesero in campo Gigi Lentini Tifosi sul luogo dove fu travolto Gigi Meronì a Torino Gaetano Scirea Nei 2001 il Bologna aveva pianto Niccolò Galli, 17 anni, figlio dell'ex portiere delia nazionale Giovanni