L'auto si schianta, feriti due giocatori dei Siena

L'auto si schianta, feriti due giocatori dei Siena PIACENZA, MORTO IL FRATELLO DI UNO DEI CALCIATORI L'auto si schianta, feriti due giocatori dei Siena Gravi il centrocampista Rodrigo Ferrante Taddei e André Luciano Da Silva detto Pinga, attaccante. Contusi anche altri due brasiliani che erano a bordo «Andavamo a Malpensa. D'improvviso abbiamo capottato cinque volte» Aurelio Benigno FIORENZUOLA La notte sembrava serena per cinque giovani brasiliani che dovevano tornare nel loro paese. Ascoltavano samba a tutto volume nella Renault Scenic diretta a Milano. In un attimo si è consumata la tragedia. Un botto tremendo, la vettura s'incendia dopo aver urtato un guard-rail dell'autostrada Al, a un chilometro da Fiorenzuola. Un morto, Leonardo Ferrante Taddei. Un ferito gravissimo, il fratello Rodrigo Ferrante Taddei, talentuoso centrocampista del Siena, ricoverato in prognosi riservata. Un altro meno grave, anche lui in progonosi riservata all'ospedale di Fiorenzuola, un volto conosciuto ai tifosi del Toro: André Da Silva Pinga, fantasista in prestito al Siena e prossimo al rientro in granata. Sulla vettura c'erano anche un giovane in prova presso il club toscano, Reinaldo José Zacarias Da Silva, e un amico di Pinga, José Clefferson Dos Santos Camera detto Nené: per loro solo escoriazioni, sono stati subito dimessi dall'ospedale di Fiorenzuola. Erano da poco passate le sei, dovevano raggiungere l'aeroporto di Malpensa per imbarcarsi sul volo Varig delle 10,10 per San Paolo. Nené aveva lasciato a Milano la moglie di Pinga, Daniele, con il figlio, quindi ha proseguito per Siena dove lo aspettavano Pinga (appena rientrato da Salerno dopo l'ultima partita di un campionato trionfale sfociato nella promozione in serie A) e gli altri tre brasiliani. Prima di arrivare a Siena, però, Nené buca una ruota, quella posteriore sinistra, che sostituisce senza alcun problema con una ruota di scorta (non con il «ruotino», ha confermato la Polstrada). H resto del racconto é proprio nelle parole di Clefferson Nené. Collare, profonde escoriazioni sulla mano e una maglietta nera ancora imbrattata di sangue. Fuma nervosamente, gli occhioni neri si bagnano di lacrime: «Eravamo contenti, Pinga era alla guida, ci raccontava della partita, era felice per il Siena, un po' meno per non poter partecipare alla festa con i compagni e i tifosi. Taddei scherzava col fratello, Reinaldo sognava un ingaggio, ascoltavamo musica. Siamo usciti dall'autostrada per lavori in corso e siamo rientrati proprio a Fiorenzuola. Abbiamo fatto benzina, poi...». Piange, Nené: «Poi abbiamo cominciato a sentire l'auto vibrare nella parte anteriore, di colpo si è spezzato qualcosa, la vettura si è abbassata, Pinga non sapeva che fare, abbiamo urtato contro il jersey a sinistra, ci siamo messi di traverso e abbiamo cominciato a capottare, un'infinità di volte (cinque per la polizia stradale, ndr). Una tragedia». I due Taddei vengono stati sbalzati fuori, Leonardo muore sul colpo, Rodrigo batte violentemente il capo e sviene. Pinga rimane incastrato in auto ed é pro- prio Nené a salvargli la vita: «Gli ho tolto la cintura e l'ho trascinato fuori, stessa cosa ho fatto con Reinaldo, mentre la macchina cominciava a bruciare. Scusatemi ma vorrei rimanere solo, ero molto amico dei Taddei, spero che almeno Rodrigo ce la faccia». Ce la farà. Il medico del Siena Andrea Causarano é stato il primo a vederlo in rianimazione all'ospedale di Piacenza: «In questi casi la prognosi riservata di 48 ore é doverosa per il trauma cranico ed eventuali eventuali lesioni che possono comparire. Mi ha riconosciuto, ma non é molto lucido, solo parzialmente cosciente. Lottiamo per la sua vita, non solo per la sua carriera». Il ds del Siena, Nelson Ricci, informa continuamente il presidente De Luca. Pinga é invece ricoverato all'ospedale di Fiorenzuola, nel reparto di chirurgia intensiva. Sono subito ac¬ corsi da Torino Renato Zaccarelli e il medico sociale Roberto Campini. Ha la testa fasciata, una flebo al braccio, tante ferite sulle mani. Però parla e il primo pensiero è rivolto a chi l'ha salvato: «Ringrazio Dio per avermi salvato la vita. Sono distrutto per la morte di Leonardo e per quello che é successo. Adesso il mio unico pensiero è quello di tornare presto a giocare per dimenticare tutto». Lo farà nel Toro, magari proprio insieme a Rodrigo Taddei. Un regalo che Pinga ha chiesto espressamente a Zaccarelli. Anche per lui prognosi riservata, ma solo di 36 ore. La dottoressa Patrizia Del Borrello lo ha soccorso, con la collega brasiliana Denise De Medeiros Alvez: «Gli abbiamo riscontrato attraverso la tac un trauma cranico commotivo. Ha perso molta parte del cuoio capelluto con perdita di sostanza, come molta pelle e parte del muscolo del braccio sinistro, ma non c'è lesione di organi vitali. La sua carriera non è pregiudicata». PingaeTaddei L'auto dei giovani calciatori del Siena distrutta nell'incidente a Fiorenzuola