Attacco suicida al valico di Erez: sette morti

Attacco suicida al valico di Erez: sette morti UCCISI QUATTRO SOLDATI ISRAELIANI, MORTI ANCHE I TRE GUERRIGLIERI Attacco suicida al valico di Erez: sette morti Per la prima volta rivendicazione congiunta dei tre gruppi radicali palestinesi AldoBaquis TEL AVIV Nel giorno in cui il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha annunciato ai membri del likud che «il terrorismo palestinese sta per essere sconfìtto», due attacchi palestinesi hanno provocato dolorose perdite alle forze israeliane, mettendo una grave ipoteca sulle speranze di successo del premier palestinese Abu Mazen, che si prefigge di mettere fine all'Intifada armata per poter così muovere i primi passi verso la realizzazione del Tracciato di pace. La reazione israeliana è stata automatica. Tutti i valichi verso i Territori sono stati rapidamente chiusi, tornando così a porre oltre tre milioni di palestinesi sotto chiusura militare. Ma gli stessi responsabili militari israeliani comprendono che una misura del genere non può durare all'infinito. Nei prossimi giorni il transito di oltre 25 mila pendolari, ieri bruscamente cessato, dovrebbe riprendere. L'attacco più cruento è avvenuto mentre migliaia di pendolari palestinesi erano intenti ad attraversare il valico di Erez, dalla striscia di Gaza verso Israele. Tre membri di un commando palestinese, vestiti da soldati israeliani, hanno superato un muro di cinta e sono penetrati all'interno - dL una'avamposto- militare. Erano le 5.30 del mattino, e i soldati in quell'ora erano in stato di massima allerta, come sempre avviene nelle ore in cui il buio della notte lascia spazio alle prime luci dell'alba. Ma ieri, ad; Erez, c'era ima densa nebbia e i soldati si sono trovati i palestinesi a pochi metri di distanza. Ne è seguita una battaglia furiosa, con i soldati israeliani sconcertati dalla divisa israeliana dei palestinesi. Il bilancio della battaglia è stato di sette morti: quattro israeliani e i tre palestinesi. Ma la sorpresa principale riguardava la composizione del commando: un membro di Hamas, uno della Jihad islamica e uno di al-Fatah, il partito di Yasser Arafat e dello stesso Abu Mazen. Ad accrescere il senso di oltraggio verso Abu Mazen e la sua politica, la rivendicazione dell'attentato è giunta dalla rete televisiva al Manar dei guerrigheri libanesi Hezbollah. L'obiettivo era stato scelto con la massima cura: un fortino militare israeliano nella striscia di Gaza, ossia un obiettivo legittimo - agli occhi di tutti i palestinesi - e una stoccata polemica nei confronti di Abu Mazen, che ad Aqaba aveva lasciato intendere che anche questo tipo di attacchi avrebbe dovuto presto finire. Di fronte a questi sviluppi. Abu Mazen ha rinviato ima visita a Gaza dove oggi doveva incontrare i dirigenti delle principali organizzazioni palestinesi, ha previsto una conferenza stampa in cui dissipare tutti i malintesi sorti fra lui e l'opposizione al suo governo (che ormai include anche al-Fatah) e ha chiesto un intervento moderatore dell'Egitto, in particolare su Hamas. A quanto pare, Hosni Mubarak potrebbe decidere di mandare nuovamente in missione nei Territori il capo dei suoi servizi di sicurezza, il generale Omar Suleiman. Hamas (o la Jihad islamica) ha colpito altre due volte in mattinata: due militanti palestinesi han- no aperto il fuoco contro un gruppo di coloni in sosta presso la Tomba dei Patriarchi, ferendo un agente della Guardia di frontiera. Poche ore dopo, nello stesso posto, i due hanno teso un secondo agguato. Questa volta un soldato è rimasto ucciso, e così pure i suoi due assalitori. Dieci morti, dunque, in una giornata in cui Abu Mazen prevedeva di discutere della sospensione degh attacchi armati mentre Sharon doveva esaminare le modalità della rimozione dei primi avamposti ebraici nei Territori. Gli attacchi armati palestinesi hanno nuovamente rimesso in discussione le misure previste dal Tracciato. «Procederemo in maniera cauta e circospetta, met- marnerà cauta e circospetta, metteremo i palestinesi alla prova e se i risultati non saranno soddisfacenti non faremo alcuna concessione» ha ribadito in serata Sharon ai membri del Congresso del Likud. Ciò nonostante centinaia di membri del partito lo hanno contestato a suon di fischietti. «Sharon, tornatene a casa, toma nel tuo ranch del Negev» gli hanno urlato i contestatori, secondo i quali il premier «si è arreso al terrorismo palestinese» quando ha accettato uno Stato palestinese indipendente, sia pure smilitarizzato. «Sharon si è arreso al terrorismo, ha innalzato bandiera bianca» hanno aggiunto altri, mentre il premier incassava silenzioso gli improperi, assorto nei propri pensieri. Ma quei fischi, ha commentato il ministro Ehud Olmert, non gli sono dispiaciuti troppo: «Dimostrano quanto sia stato difficile per il nostro governo accettare il Tracciato di pace del Quartetto». La serata del Likud si è comunque conclusa con centinaia di membri intenti a cantare, come ai tempi di Menachem Begin: «H fiume Giordano ha due sponde, una è nostra e l'altra pure». Doppia imboscata alla tomba dei Patriarchi Cadono un militare e i due assalitori Di nuovo sigillati i Territori occupati Sharon fischiato al congresso del Likud «Ti sei arreso al terrorismo Torna nel tuo ranch nel Negev» BW HBHHI Un soldato della guardia di frontiera israeliana esamina il cadavere di uno dei guerriglieri morti al valico di Erez

Luoghi citati: Aqaba, Egitto, Gaza, Israele