A PRANZO con le MUMMIE

A PRANZO con le MUMMIE A PRANZO con le MUMMIE IL VIAGGIO Carlo Vidua A S. E. il Conte Pio Vidua dal Cairo, 28 giugno 1820 SONO già cinque mesi, ch'io non le ho scritto; ma oltre che spero le saranno pervenute le lettere che le indirizzai di qua prima di partbe dopo la metà di gennaio, so che b signor Drovetti ha avuto l'attenzione di farle dare notizie di me. (...). La cagione deba lunghezza del viaggio si è la quantità de' monumenti: da vedere, poi la loro distanza; giacché qui verso b Cabo non ve n'è nessuno, tutto quasi fu distrutto, eccetto le Pbamidi e pochi altri resti, oltre che i più antichi Egizi vennero dab'AltoEgitto, e colà in Tebe era la loro capitale. Indi nasce, che i viaggiatori, i quab non vengono se non in Alessandria od al Cabo, non vedono quasi niente. Il primo colonnato Egizio è a 150 migba dal Cabo, poi bisogna rimontare ancora altri cento cinquanta migba dal Cabo prima di giungere al primo tempio, che è quebo di Dendera. (...). Siccome questo fu il più bello di tutti i viaggi, che abbia fatte finora, così fu anche il più comodo. L'Egitto preso neba sua più grande estensione non è che un deserto. La sola parte coltivata e fertbe sono le rive del Nbo, che si estendono talor uno, due, e di raro più che quattro o cinque miglia dal fiume; di modo che i luoghi abitati, ed i monumenti si trovano tutti per così db suba riva del Nilo, o lontani mezz'ora, un'ora, pochissimi sono quebi che sien distanti due ore. Per conseguenza la maniera di viaggiare in questo paese si è di andar sul fiume; e così compiei la più lunga navigazione che abbia mai fatto, e che farò mai in vita mia, giacché ho abitato cinque mesi in barca. Fortunatamente si trovano debe ottime barche. Il signor Drovetti, che in questa come in ogni altra cosa mi fu deba più grande utbità, mi procurò un'ottima nave (...). La mia camera era assai spaziosa, e comodamente conteneva b letto, e due tavole, ed aveva debe finestrebe da ambe le parti, donde potevo stando in letto vedere ambe le rive del Nbo, e perfin tbare sugb uccelb, o su' coccodrilli; e ciò mi occorse qualche volta, onde posso dbe che in Egitto sono andato a caccia prima di levarmi da letto. La caccia e qualche libro mi divertbono fin a Dendera. Ma di là in appresso la quantità degli oggetti da visitare fu tanta, che non aveva più altra occupazione. Non molto di là da Dendera vi sono le rome di Tebe, che tengono un vasto spazio sull'una e sub'altra riva del fiume, e sono tab, che meriterebbero di far questo viaggio, se pur non ci esistesse in Egitto nessun'altra antichità. Vi sono obelischi altissimi d'un sol pezzo di granito, propbei grandiosissimi, una sala con 134 colonne, che hanno per la maggior parte più di 5 piedi di Piemonte di diametro, e quebe di mezzo sette piedi ebea, peristib, camere di granito, avenues di sfingi, palazzi, tempb, sepolcri, porte trionfab, e soprattutto da ogni parte statue colossab, bassi-ribevi e pitture. Suba riva occidentale esistono ancora i due colossi, uno de' quab fu sì celebre presso gb antichi sotto b nome di colosso di Meninone, che rendeva un suono sul far del giorno, e si vedono iscrizioni Greche e Romane senza numero di viaggiatori che vennero in Egitto, ed attestano averlo sentito: Camillus fiora prima audivi Memnonem. Questi colossi sono di tanta altezza, che io giungo appena coba mia statura aba terza parte deba gamba. Ma tra tante cose mbabbi, che si ammirano in Tebe, la più curiosa è la vabe dove sono i sepolcri dei re. E' una specie di vabone sobtario, arido, orribbe, in cui si vedono alcuni buchi come di caver¬ ne. Entrando in queste caveme si trovano lunghe gaberie, sale, camere, gabinetti, insomma palazzi sotterranei tutti coperti di bassi-rilievi dipinti, ch'è una meravigba. E' mbabbe la conservazione de' colori, la quantità de' lavori, l'attenzione scrupolosa coba quale furono eseguiti. Ultimamente ne fu scoperta una nuova, che supera tutte le altre in bebezza tanto per la perfezione del lavoro, come per l'esecuzione. Vi feci due visite. La seconda volta ci passai tutta la giomata esaminando ogni cosa; ?ra già sera tarda, e non me ne sapevo distaccare. Pranzai là dentro in una bebissima sala assai più elegante che le nostre sale di babo. Anzi io credo. che considerato tutto insieme, questo sepolcro del re di Tebe è una dimora assai più sontuosa, che le dimore de' nostri re d'Europa vivi. Chi crederebbe che m'abbia fatto gb onori di que' sepolcri, e che regni in Tebe in cambio del re morto? Un Piemontese. Il signor Lebolo Canavesano, già ufficiale di gendarmeria al servizio di Francia, venne in Egitto, e fu impiegato dal signor Drovetti negb scavi, eh'egb fa continuamente fare in Tebe. I nostri Piemontesi hanno veramente lo spirito pronto, e capace a riusebe in tutto; daba gendamieria abe antichità è un bel salto. Ebbene M. Lebolo lavora con successo neba sua nuova carriera, ha trovato bellissimi pezzi pel museo del signor Drovetti; e questi avendogb permesso di far qualche scavo a suo proprio conto, si è fatto una piccola raccolta, che gb porterà una mediocre fortuna. In quei dieci giomi, ch'io dimorai in Tebe, M. Lebolo mi accompagnò, mi condusse da per tutto, poi mi faceva pranzare neba sua casa, che è in mezzo ai monumenti, e mezza meastrata nebe tombe, tutta piena di mummie, di papiri, di statuette. Un basso-ribevo Egizio serviva di soffitto aba porta, si faceva fuoco con pezzi di casse debe mummie. M. Lebolo comanda a quegb Arabi; ne ha talor 200 o 300 a' suoi ordini; b comandante Turco lo rispetta per timore del signor Drovetti. Oh se avesse alzato la testa Sesostri, e avesse veduto un Piemontese comandare neba città debe cento porte! Quando veda b conte Lodi, gb dica, che tra le mine di Tebe abbiamo bevuto a sua salute. M. Lebolo ha servito per qualche tempo in Piemonte ne' carabinieri, e mi faceva tanti elogj del suo capo. Fu anche agb ordini del conte d'Agbano in Savoia. Per mostrarmi grato abe tante civbtà usatemi da questo Canavese-Tebano mi sono mearicato di far pervenbe sicuramente una lettera aba sua famigha, che qui le compiego pregandola di assicurame b recapito. Passata Tebe continuai a visitare parecchi altri monumenti fino ad Assuan dov'è la prima cataratta, e l'isola di File tutta piena di monumenti, e in cui esiste ancor intero b famoso tempio, che si crede contenesse la sepoltura d'Osii}. Assuan è l'ultimo confine d'Egitto, fu il termine della spedizione Francese, e fin a questi ultimi anni i più animosi viaggiatori si erano fermati aba prima cataratta, dove anche non si perveniva se non con molta fatica e pericob. Norden solo aveva osato penetrar neba Nubia ottant'anni fa, ma ci corse pericolo deba vita. Ma da alcuni anni in qua Mehmed Ali dopo avere stabibto l'ordine in tutto l'Alto-Egitto ha fatto sentbe la sua potenza agb abitanti della Nubia, in modo che dal 1816 e 1817 in qua cominciarono alcuni Europei, e specialmente Inglesi, a penetrare più avanti. Essendo io munito di buoni firmani, e di lettere di raccomandazione non solamente per li comandanti Turchi, ma altresì per l'Hassan cascev, che altre volte era come principe deba Nùbia, ed ancor al presente conserva non poca autorità, determinai di passare oltre aba prima cataratta. Onde lasciata la mia nave, che m'aspettasse in Assuan, presi una nave più piccola servita da barcajuob Nubb, e trasportatovi b mio equipaggio e le mie provvisioni cominciai aba fine di febbraio b mio viaggio neba Nubia. 11 paese di là daba prima cataratta è ancor più Affrica che l'Egitto; gb abitanti quasi interamente neri vanno per lo più nudi, e sono veri selvaggi. L'ardor del sole è sì cocente, che l'orzo si cogbe in febbraio, e b grano in marzo, e né l'uno né l'altro crescerebbe senza b soccorso del Nbo. I campi di grano somigbano abe nostre risaie, divisi da arginetti, e da piccob canab. Nel mese di marzo b termometro posto ab'ombra sabva ordinariamente finai27,28,30 gradi, e esposto al sole un giomo sab fino ai 49 gradi di Réanmur, calore grande, quasi incredibbe. Non potendo più soffrire gb abiti Europei, mi feci una veste ab'Araba, ch'è una gran camicia bleu che giunge fino a' piedi, e così ho vestito fino al mio ritomo al Cabo. Quanto più mi avanzavo nel paese, più trovavo monumenti conservatissimi, e per lo più tempb o sepolcri tutti nello stbe Egizio. Ve ne sono de' bellissimi e tutti carichi di sculture, e sovente i colori si serbano intatti. Giunto a Derr (che nebe carte si trova col nome di Cerri) andai a visitare l'Hassan cascev, e secondo l'uso orientale gb feci un regalo, e ne fui ricevuto con molta distinzione. Egb anche mi fece regalo d'un montone. Più innanzi ad Ebrim (nebe carte d'Anvibe sta scritto Ibrim) incontrai b comandante Turco Mustafà agà per cui avevo una forte commendatizia dal govematore deb'Alto-Egitto Acmet bassa. Egb mi diede un vecchio scek o capo degb Arabi che m'acompagnasse; ma mi prevenne, che non si poteva andare più oltre che la seconda, o sia la Gran Cataratta. Che fin b rispondeva deba mia vita, ma che più in là non s'estendeva l'autorità del Bassa d'Egitto, e non mi consigbava ad andarvi. Partb dunque con questo scek Ab, che era un vecchio ancor molto ardito, ed ha quarantacinque mogb. In pochi giomi giunsi aba seconda cataratta, che fu b termine del mio viaggio. «TCHE SI AMMIRANO IN TEBE, LA PIÙ CURIOSA È LA VALLE DOVE SONO I SEPOLCRI DEI RE IN QUESTE CAVERNE SI TROVANO LUNGHE GALLERIE, SALE, CAMERE, GABINETTI PRANZAI LÀ DENTRO IN UNA BELLISSIMA SALA ASSAI PIÙ ELEGANTE CHE LE NOSTRE SALE DI BALLO» Carlo Vidua nacque a Casale Monferrato nel 1785, morì nel 1830 (a Natale), a bordo di una nave, nelle Molucche •. ' . Bernardino Drovetti e Antonio Lebplo, «il signor Canavesano» che ospitò Carlo Vidua a Tebe nel 1820. Vidua si adoperò perché Drovetti vendesse la sua prestigiosa collezione dì antichità al Regno di Sardegna (l'affare si concluderà nel 1823, favorendo la nascita dèi Museo Egizio di Torino)