Costretta a lavorare in una farmacia blindata di Massimo Numa

Costretta a lavorare in una farmacia blindata INTANTO IERI L'ENNESIMA RAPINA IN VIA CIBRARIO 85 Costretta a lavorare in una farmacia blindata In via Passo Buole: «Ho subito quattro assalti dall'inizio dell'anno» intervista Massimo Numa RAPINE in farmacia, quota 88. L'ultima ieri in via Cibrario 88. Un uomo armato di pistola è entrato nella farmacia-bancomat-per-tossici e si è fatto consegnare il denaro. Altro colpo, ieri mattina, ai danni dell' Asl di via Botticelli 130. Forse l'autore è lo stesso: ha agito da solo, armato di pistola, Bottino, 4 mila euro. Infine i carabinieri hanno denunciato due tossici che, arrivati in moto davanti a una farmacia di Largo Vittorio Emanuele, si stavano preparando a timbrare il cartellino. Avevano appena coperto la targa con il nastro adesivo, in tasca i taglierini. Luciano Platter, il presidente dell'Associazione dei farmacisti aveva denunciato la «grave situazione». Proposta, blindare le farmacie. E qualcuno lo ha già fatto da tempo in modo autonomo. E' la dottoressa Patrizia Guarino, titolare del¬ la farmacia di via Passo Buole 168, rapinata già quattro volte dall'inizio dell'anno. Presa di mira, tra l'altro, anche la farmacia Ghezzo, nella stessa via di Mirafiori. Hanno bisogno di solidarietà, i farmacisti. Anche della fiducia e della comprensione di tutti. Insomma, continuare ad andare a comprare le medicine in questi negozi. Dottoressa, so che preferirebbe evitare questo tipo di pubblicità... «Certo. Mi dispiace. E molto. Raccontare di cosa è accaduto in questo periodo... Quattro rapine... Troppe. Quello che mi fa rabbia è che noi, da questa La farmacia di via Passo Buole 168 è nel mirino dei rapinatori storia, abbiamo pure un danno economico. La gente potrebbe sentirsi in pericolo. E mi chiedo se è giusto». Qualcuno propone le casse temporizzate. E' d'accordo? «Ma non scherziamo. E mentre io e il rapinatore attendiamo che si aprano, le casse, che faccio? Gli offrirò un caffè? Parliamo del più o del meno? No, per carità. E allora? ((Allora voglio che questo signore esca il più in fretta possibile, se ne vada, con i soldi. Via di qui. Credo che sia meglio per tutti limitare al massimo il contatto. O no?». Che si può fare? «Magari considerare le farmacie come obiettivi prioritari da difendere, organizzare un servizio di vigilanza incrociato, con più passaggi durante gli orari di apertura. Magari uno sforzo comune tra tutte le forze dell'ordine. Suggerire ai pm di non scarcerare subito i rapinatori arrestati... In modo da non dare l'idea di essere abbandonati al nostro destino. Ancora: perché qui non ci sono i poliziotti, i vigili, i carabinieri di quartiere che invece sono in via Roma o alla Crocetta? Sarebbe un segno d'attenzione molto gradito. Qui, i vigili, si fanno vivi solo per multare le auto davanti al negozio. Lo dico molto molto sommessamente, ma mi sembra un po' poco...». Dottoressa, se può e se vuole, può dire se è contenta dell'operato delle forze dell'ordine? «Perplessa. Invece di criticare polizia e carabinieri, vorrei stimolarli a fare di più e meglio. Non non siamo tecnici, in questo settore, le risposte dovrebbero darle loro. Siamo collegati alle centrali operative. Che so, forse bisognerebbe rendere più veloci gli interventi in caso di rapina». Il presidente dell'Ordine dei farmacisti ha voluto rendere visibile a tutti la realtà di questo fenomeno. E' d'accordo? «Il nostro presidente vuole sensibilizzare l'opinione pubblica e i responsabili delle forze dell'ordine. E' chiaro che in questo modo non si può andare avanti. Ha fatto bene». Lei ha già adottato le misure di sicurezze proposte dall'Ordine? «Sì, da tre settimane. Domenica pomeriggio ero di turno, ho abbassato le serrande e i clienti hanno dovuto suonare il campanello; nei giorni normali, le vetrine sono aperte ma il campanello c'è lo stesso. Domenica c'era la coda sul marciapiede. Non si immagina quanto mi pesi questa situazione. Creare disagi, aumentare la sensazione di insicurezza, far sapere a tutti che qui c'è "pericolo rapine"». «Sarebbe auspicabile uno sforzo comune coinvolgendo tutte le forze dell'ordine: ad esempio un servizio di vigilanza incrociato, con più passaggi durante gli orari di apertura»

Persone citate: Bottino, Ghezzo, Luciano Platter, Patrizia Guarino, Proposta