«Annamaria non può essere interrogata, allatta» di Marco Neirotti

«Annamaria non può essere interrogata, allatta» COGNE, ERA STATO L'AVVOCATO DELLA FRANZONI A CHIEDERE UN NUOVO COLLOQUIO «Annamaria non può essere interrogata, allatta» « Lo stress farebbe male al piccolo Gioele». Taormina: perquisite la procura di Aosta reportage Marco Neirotti inviato ad AOSTA F) OVERA Annamaria. Poteva esse..re. rpiella di ierCuna rnattina importante: un racconto, dichiarazióni e dettagli che lei stessa ci teneva a fornire, che lei stessa, tramite il suo avvocato, aveva chiesto di fornire. Invece un inciampo della vita e un certificato medico le hanno tagliato la strada. Secondo quanto a tutti i media aveva raccontato il suo legale, ormai c'era una verità da contrapporre a quella delle indagini: identificata l'arma, individuato un potenziale assassino di Samuele, ammazzato con diciassette colpi in testa, la mattina del 30 gennaio 2002 nella villetta di Cogne. E poi un plotone di esperti pescati ovunque pronti a nuove perizie. Ma il giudice per le indagini preliminari Fabrizio Gandini ha bocciato la richiesta di una superperizia che verificasse l'intera indagine. L avvocato Carlo Taoraiina, difen¬ sore di Annamaria Franzoni, ha detto alle agenzie di aver chiesto alla Procura di Milano che siano disposte perquisizioni negli uffici della Procura di Aosta e del Ris di Parma: «Ho presentato denuncia contro il Ris di Parma e la Procura di Aosta,perché l'autorità giudiziaria di Milano accerti le ragioni ed individuLgli autori della scomparsa del filmato Vhs allegato àllar consulenza dei carabinieri e posto a fondamento dell'accusa». Per intanto le dichiarazioni sono saltate. Non perché la signora non potesse presentarsi ad Aosta (in quel caso sarebbe stato sufficiente andare per gentilezza da lei a Monteacuto), ma perché, sostiene il ginecologo «un interrogatorio le potrebbe provocare una situazione di stress che comporta il rischio di compromettere l'allattamento del piccolo Gioele», il nuovo figlio. E' quanto sta scritto nei documenti consegnati ieri mattina in cancelleria da Stefano Lorenzi, il papà di Samuele. A tutto ciò la Procura di Aosta non ha nulla da ribattere ufficialmente. Stefania Cugge e il capo dell'ufficio Maria Del Savio Bonaudo hanno già dato lunga prova di garanti- smo e di quella grande dote sempre più rara che è il silenzio. Ma tecnicamente che possono fare? L'articolo 415 bis del codice di procedura penale prevede che in fase istruttoria l'indagato abbia il diritto, se lo richiede, di essere sentito. Se presenta un certificato si può spostare la data. Per fortuna dell'indagato che vuole l'interrogatorio, se anche il difensore avesse impegni nel giorno fissato, un decreto ministeriale dell'89 stabilisce che si può procedere anche nei festivi, come la domenica. Dunque, spostare la data? Ma l'allattamento ha i suoi tempi. E proprio sull'allattamento e sullo stress da interrogatorio richiesto dalla signora medesima, probabilmente mentre già allattava, è possibile disporre una perizia sulla plausibilità della motivazione (persino con qualche imbarazzo sull'approfondimento clinico di chi quella motivazione ha scritto). Ma a che prò? Se chiedi e non ci sei, il codice autorizza ad andare avanti. Povera Annamaria, davvero. Ansiosa di essere sentita e impedita da una prudenza legata allo stress. Ieri, nel bar a duecento metri dal Palazzo di Giustizia, impiegati che bevevano l'aperitivo non parlavano di ginecologia, la chiamavano affettuosamente «berluschina» e una ragazza diceva: «E la sesta carica più alta dello Stato». Lo stress è con ogni probabilità plausibile, ma la gente qui si domanda : il medico poteva già prima sconsigliarti di chiedere quell'incontro con la pacata dottoressa Cugge. Lo stress diventa quello di un'opinione pubblica esasperata, che si sente derisa ben più di una magistratura che imperturbabile segue il suo cammino senza scosse emotive, senza reazioni che non siano quelle del tragitto legale. E se sali a Cogne, almeno lì risenti parlare di Samuele, povero bambino per il quale si ipotizzava una nuova autopsia, nonostante già la prima volta, quando toccò al professor Francesco Viglino «lavorare» su di lui, fu subito nominato un illustre consulente di parte, Carlo Torre (che fu chiamato dall'avvocato Carlo Federico Grosso e che, dopo di lui, si allontanò dalla vicenda) proprio perché si trattava di «esame irripetibile». L'iter giudiziario ora prevede una nuova possibilità di sentùe, come da sua richiesta, la signora Annamaria Franzoni. Se questo non sarà mai realizzabile, i pm potranno procedere alla proposta di rinvio a giudizio. Per intanto né Samuele né sua madre possono accedere alla giustizia alla quale hanno entrambe diritto. Annamaria Franzoni

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Milano, Monteacuto, Taormina