La Vigilanza: la Rai risolva il problema Santoro di Maria Grazia Bruzzone

La Vigilanza: la Rai risolva il problema Santoro ROMA, LETTERA INDIRIZZATA Al VERTICI DELL'AZIENDA: «OGNI GIORNO CHE PASSA UN CALO DI PRESTIGIO» La Vigilanza: la Rai risolva il problema Santoro Il Cda ribatte: un magistrato non può imporre di ripristinare un programma in toto Maria Grazia Bruzzone ROMA «La partita Santoro è ancora aperta e ogni giorno che passa ne soffre il prestigio e l'immagine della Rai. Vi chiedo di chiuderla». La Rai insomma «deve» trovare una soluzione sulla vicenda. E assumersi «le sue responsabilità». L'invito perentorio è contenuto in una lettera indirizzata al cda e al direttore generale dal presidente della commissione di Vigilanza Claudio Petruccioli. Il quale comunica ai vertici Rai anche il suo punto di vista, basato sui pareri acquisti in un anno di audizioni di dirigenti Rai: Santoro é una risorsa professionale della tv di Stato, anche se è dovere della Rai imporgli di ((prestare più attenzione agli obblighi di imparzialità ed equilibrio» richiesti dal servizio pubblico. A viale Mazzini intanto il dg Cattaneo ha chiesto all'ufficio legale di presentare un ricorso per ottenere quanto meno la sospensione dell'ordinanza del giudice Pagliarini che impone il reintegro del conduttore precisando nei dettagli orari, lunghezza e tipo di programma. E che il giudizio di merito sul caso Santoro venga anticipato alla prima data utile (era fissato per il 14 ottobre). Secondo Giorgio Rumi tuttavia l'azione legale contro l'ordinanza - azione «necessaria» - non preclude affatto la possibilità di arrivare a una «transazione editoriale» con Santoro. Anzi. «Un magistrato - spiega il consigliere di area cattolica, che in cda si è schierato con Cattaneo - non può imporre a un'azienda editoriale di ripristinare in toto un programma. E' un errore concettuale che, a prescindere da Santoro, la Rai pagherebbe caro in futuro». Detto questo però. Rumi ritiene che ((Annunziata ha fatto benissimo a chiedere ima soluzione editoriale della vicenda, una soluzione positiva - sottolinea - di mutua soddisfazione per entrambi». Il presidente infatti, osserva, «non ha un ruolo di rappresentanza ma mia funzione politica strategica», e oltre a tutto «è una giornalista». Il che può facilitare le cose visto che, secondo Rumi, la soluzione non andrà trovata «con una decisione formale del cda» né «a un livello burocratico», ma attraverso contatti «tra le persone». Quanto alla collocazione del programma, Rumi riconosce che gli orari proposti a Santoro dalla Rai (all'I di notte o nel primo pdmeriggio) «lo taglierebbero fuori». Un accordo con Santoro è auspicato anche da Petruccioli che, pur non volendo interferire con l'azienda, reputa quella collocazione «non verosimile» per il tipo di programmi del conduttore. Il presidente della Vigilanza rileva come i giudizi politici dei parlamentari della Vigilanza su Santoro siano diversi, ma dei dirigenti Rai ascoltati «nessuno, tranne l'ex dg Sacca, ha mai messo in dubbio le sue capacità professionali, né che la Rai dovesse continuare ad avvalersene». «Ogni voce persa è una perdita di pluralismo», aggiunge Petruccioli, e nota che dopo un anno, la programmazione che ha sostituito Biagi ha regalato a Striscia 5 punti in più di share, mentre Rai Due senza Santoro è caduta «a livelli di ascolto deprimenti». In crisi profonda di ascolti è anche la radio. A lanciare l'allarme, denunciando «il drastico peggioramento nel 2003 di una situazione che va avfcnti da anni» sono stati,ie^i i .giornalisti del Gr, riuniti in assemblea. Enzo Carra, della Margherita, punta il dito sul parallelo cipllo degli introiti pubblicitari. «Dal primo trimestre 2003 si è registrata una perdita del 250Zo; pan a 13 mihardi di vecchie lire». Ma per il direttore Bruno Socillo «i dati trimestrah sono ancora insufficienti».

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