El Guerrouj corre già verso Atene

El Guerrouj corre già verso Atene ATLETICA: IL MEMORIAL NEBIOLO PROPONE QUESTA SERA A TORINO UN MEETING RICCO DI SPUNTI DI INTERESSE El Guerrouj corre già verso Atene «Voglio l'oro olimpico dei 1500 e dei 5000» o TTO anni fa, 21 anni ancora ' da compiere e un cassetto pieno di sogni, Hicham El Guerrouj si presentò a Torino per correre gli 800 nel meeting che, dopo lungo tempo, riproponeva lo storico appuntamento del «2 giugno». Giovane pieno di speranze, andò all'attacco con decisione a 300 metri dal traguardo per poi piantarsi clamorosamente e finire terzo. L'anno successivo, con il meeting spostato a settembre, si presentò ancora sulla pista dell'allora stadio Ruffmi per correre (e vincere in 3'33"51) i 1500, distanza della quale nel frattempo era diventato qualcosa più di un sempbce erede dell'allora primatista mondiale Morceli e che pure ai Giochi di Atlanta gli aveva riservato la delusione più acuta: a un giro dal termine infatti era inciampato proprio in Morceli finendo a terra e giocandosi così la possibilità di conquistare l'oro. Da allora tanti record e tanti successi (su tutti i tre titoli mondiali), ma ancora la beffa olimpica, battuto a Sydney per una manciata di centesimi dal keniano Ngeny. Adesso El Guerrouj riparte da Torino, e non soltanto perchè quello di stasera sarà l'esordio stagionale. Il suo pensiero è già rivolto all'Olimpiade del prossimo anno e al desiderio dell'impresa di ripetere una doppietta riuscita soltanto nel 1924, a Parigi, al mitico Paavo Nurmi, vincitore dei 1500 e dei 5000. «Quest'anno ho intenzione di correre poche gare, finalizzate ai Mondiali di Parigi di fine agosto. Ho in programma l'esordio sui 5000 (in realtà, prima di diventare un miler, El Guerrouy ha corso questa distanza ai Mondiali juniores di Seul nel 1992, finendo terzo in I3'46"79 nella gara vinta da Gebrselassie, ndr) a Ostrawa il 12 giugno e mi occorreva una verifica sui tremila: ho scelto il Memorial Nebiolo perchè in questo modo posso anche rendere omaggio a un grande personaggio che ha fatto tanto per l'atletica e del quale fra due o tre secoli si continuerà a parlare. 11500 invece li proverò in luglio a Roma, città cui sono molto legato». Lei ha già corso due volte a Torino, qualche ricordo particolare? «Sì, ma non legato alla pista. Qui ho festeggiato il mio ventiduesimo compleanno (compie gli anni il 14 settembre, ndrìe Riccardo D'Èlicìo aiìiìvo' con'una"torta e una bottiglia di champagne. Ma io non bevo alcolici: fu costretto ad andare a cercare in fretta e furia ima bibita... Conto di tomare anche in futuro, il prossimo armo: e non sarà per correre un 3000». Due gare in una settimana: cronometricamente che riscontri si aspetta? «Sui tremila punto ad un tempo tra i 7'25" e i 7'30", sui cinquemila spero di correre in 12'45". Molto dipende dall'ambiente e dal clima che ci sarà. Mi sto allenando da parecchio: ho ripreso fin da metà ottobre, con periodi in altura sulle montagne dell'Atlante, a Ifrane (dove sorge un modemissimo centro di allenamento marocchino, ndr), e altri a Rabat. L'unico problema è stata una settimana di sosta forzata ad aprile per uno stiramento al polpaccio sinistro. Ma sono perfettamente guarito». Le sue gare sono quasi sempre rincorse al record: sarà così anche quest'anno? «Un primato dà sempre una gioia particolare e potrebbe essere molto importante psicologicamente in vista di campionati del mondo che, sono convinto, saranno entusiasmanti». La doppia sfida, 1500-5000, non la spaventa un poco? «Se l'orario l'avesse permesso, l'avrei già tentata ai Mondiali di Edmonton, due anni fa. Nel concetto di sport, è insita la sfida, a se stessi prima che agli altri. E poi penso che con le mie vittorie posso far felice la mia famiglia, i miei conterranei, la gente che viene a vedere. Penso di avere la possibilità di vincere le due gare, di ottenere l'oro olimpico che mi manca. E vorrei che fossero due. Possibilità che qualcosa vada storto? No, bisogna essere ottimisti nella vita». Lei ama molto il suo paese che, il 16 maggio, è stato violentato dall'attentato a Casablanca... «È' stato un dramma, difficile da accettare. Il Paese ha reagito molto male e il governò deve intervenire in maniera molto decisa. Bisogna distinguere: l'islam è una religione di pace, che avvicina anche gli altri culti e li accetta. In questo caso parliamo di terroristi. Il Marocco è piccolo e la sua popolazione è piena di calore. La nostra democrazia è portata avanti molto bene da un giovane sovrano, Mohammed VI: lo scopo di questo terrorismo è destabilizzarla. Per questo occorre reagire con fermezza». e i e a n , a e o e r a s ) a ai Hicham El Guerrouj nell'abbigliamento tipico del Marocco al Gala laaf del 2001