Parigi-Londra, un set pari

Parigi-Londra, un set pari :INAUGURATO DURANTE GLI OPEN. E LA RISPOSTA FRANCESE A WIMBLEDON Parigi-Londra, un set pari Il museo del tennis entra a! Roland Garros la storia Alessandro Rosa DA decenni non vive grandi momenti sui campi da tennis, ma è sempre accesa la sfida tra francesi e inglesi sul piano della storia di questo sport. Dura da sopportare l'idea, per chi si ritiene progenitore del tennis, dell'esistenza di un museo a Wimbledon e non a Parigi. Inferiorità colmata una settimana fa all'apertura degli Open di Francia, con l'annuncio pieno di orgoglio che il Roland Garros ha il suo «Tenniseum», mentre si festeggiano i 20 dalla vittoria di Yannick Noah (su un diciassettenne Wilander). E Nathalie Tauziat, ex-reginetta della racchetta, non manca di attizzare il paragone: «Mancava uno spazio così sotto la Tour Eiffel, visto che ne esiste imo da tempo a Wimbledon. Preferisco questo Ìierché mi. impressiona il suo ato spiccatamente multimediale. Sono fiera di vedere la mia foto nelle sue sale». Per «Tenniseum» gli architetti sono riusciti a reahzzare un piacevole, stimolante gioco tra innovazione e tradizione. Fin dall'ingresso (7,50 6 il bigbetto), appena superata la Porte des Mousquetaires, realizzato come una club house della Belle Epoque. Scesa l'ampia scala, l'ambiente si trasforma e assumevi! tono avveniristico. Subito il visitatore viene coinvolto con il proprio di passato: due enormi teche di vetro raccolgono centinaia di vecchie racchette di legno, di alluminio, di ogni marca. E sicuramente i più maturi riconoscono l'attrezzo con cui han mandato e rimandato migliaia di palline al di là della rete. Superato questo tuffo nella storia del tennis, si aprono i primi grandi spazi del museo, che conta in tutto 2.200 metri quadrati quasi integralmente sotto il Campo 3 e il ristorante «Le Roland Garros». Fin da subito dominati dall'impronta ipertecnologica, il vero ace giocato dagli architetti che hanno creato «Tenniseum». Il nuovo tempio storico del tennis ha la sua forza nella ricchezza dell'impianto multimediale, evidenziato da 12 schermi al plasma che irradiano immagini di gioco e di storia, di stili e campioni di diverse epoche, affiancati per evidenziare differenze e genialità. Decine di eleganti e comode postazioni sono a disposizione dei visitatori, che così possono selezionare fra 250 ore di programmi audiovisivi (filmati dal 1895 ad oggi, sintesi di incontri di singolo agli Intemazionali di Francia dal 1990 al 2002, passando per le interviste esclusive per «Tenniseum» ai più grandi campioni). A disposizione c'è una fornita biblioteca (con possibilità di ricerche informatiche). Attorno grandi vetrine con le memorabiha del tennis. Si osserva una copia dell'antico «Traité du jeu de paume» (1555) di Antonio Scaino, una delle prime racchétte di legno e le bianche nonne delle palline scomposte nelle diverse parti, un kit (inglese) per il «lawn tennis» fatto di rete con relativi paletti, bellissimi dipinti («Lenglen», 1920, di Femand Verhaegen; «Doublé mixte», 1917, di André Lhote), coppe donate dai vincitori. Indovinata la teca in cui, su una base di terra rossa, sono stati montati quattro manichini addobbati con le tenute da gioco e i «ferri del mestiere» per testimoniare l'evoluzione del tennis. «Tenniseum» traccia e rappresenta bene la storia mondiale di questo sport. Anche se per ricostruirla il committente, la.Federazione Tennis francese, ha scelto un'ottica molto nazionalista e legata a questa prova del GrandeSlam, un vero campionato mondiale della terra rossa. Rendendo omaggio a una tradizione e alle centinaia di atleti che l'haimo mantenuta a grande livello. Ogni campione di Francia ha una sua immagine nel museo. (NwffQirftQvcedesansfolMK Ir*?**^ L5&. J Le Parisie :n; Hip, hip, hip, Noah I Yannick Noah celebrato dai giornali francesi per la vittoria agli Internazionali di Francia del 1983. Vent'anni dopo quel successo, al Roland Garros in occasione degli Open è stato inaugurato il «Tenniseum», risposta francese al museo del tennis di Wimbledon

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