Saban lascia, KirchMedia nei guai di Francesco Manacorda
Saban lascia, KirchMedia nei guai IL MAGNATE AMERICANO A CORTO DI FONDI RINUNCIA ALLA PROPOSTA DI ACQUISTO. RISPUNTA ANCHE BAUER Saban lascia, KirchMedia nei guai Trattativa fallita. Si apre uno spazio per Mediaset Francesco Manacorda MILANO L'impero televisivo tedesco KirchMedia è di nuovo senza padrone dopo che ieri il miliardario Usa Haim Saban è stato costretto a cancellare la sua proposta di acquisto. «I capitoli ancora aperti tra l'acquirente, il venditore e le banche non hanno potuto essere risolti nei termini previsti», spiega un comunicato congiunto. Una mossa non del tutto a sorpresa, quella di Saban, visto che da oltre un nese si parlava delle sue difficoltà con le banche creditrici Commerzbank, Hypovereinsbank, Dz Bank e Bayerische Landesbank il cui benestare era necessario per finanziare l'operazione da circa 2 miliardi. E una mossa che riapre i giochi per il controllo di ProSiebenSatl, la seconda emittente televisiva tedesca, riportando inevitabilmente sotto i riflettori anche il gruppo Mediaset. Proprio Mediaset, infatti, aveva presentato nei mesi scorsi un'offerta perProSiebenSatl e per il suo magazzino di titoli cinematografici assieme ad altri partner, tra cui la Lehman Brothers e Al Waleed. E ancora in aprile lo stesso Saban aveva cercato di coinvolgere gli italiani nella sua cordata, ma in quell'occasione il direttore finanziario del gruppo. Marco Giordani, aveva spiegato che la proposta non era interessante per gli italiani sia per il prezzo offerto, sia per altri elementi. Ieri i vertici del gruppo televisivo, in testa il presidente Fedele Gonfalonieri, erano negli Stati Uniti per incontri con investitori e anahsti, ma la linea di fronte alle novità che arrivano dalla Germania resta comunque quella già più volte enunciata enunciata dell'* aspettare e vedere». Il 360Zo del capitale ProSiebenSatl e il magazzino di 18 mila titoli cinematografici che costituiscono l'affare sfumato di Saban naturalmente interessano molto a Mediaset. Ma non a qualsiasi prezzo,, specie adesso che il mercato pubblicitario in tutta Europa rallenta sull'onda di una congiuntura debole. E poi il peculiare assetto dell'azionista di controllo del gruppo - quella Fininvest che è la holding di famiglia di Silvio Berlusconi - rende impossibile trasformare in mosse concrete l'interesse esplicito per lo sbarco in Germania. Non è un caso che ancora ieri e dopo la notizia dell'uscita di scena di Saban, fonti vicine al governo della Baviera prendessero in considerazione l'ipotesi di un ritomo dell'editore Bauer, ma considerassero «escluso» il riaffacciarsi dell'ingombrante Mediaset. L'uscita di scena di Saban sembra legata a diversi elementi. Quello decisivo sarebbe stato proprio il fatto che le banche creditrici abbiano rifiutato di allungare la scadenza dei loro prestiti a KirchMedia, unito alle difficoltà di Saban nel sottoscrivere un primo aumento di capitale da 150 milioni che aveva promesso. Ma altri elementi negativi hanno contribuito senza dubbio a spingere il finanziere fuori dalla Geimania. In primo luogo Tfl, il gruppo francese che in origine doveva essere parte della cordata con Saban ha preso tempo e non è di fatto mai entrato nella partita. Qualche problema è venuto anche dalla BaFin, l'autorità di vigilanza sui mercati tedesca: Saban sosteneva che la sua era un'operazione di salvataggio industriale e che quindi non era tenuto in alcun modo a lanciare un'Opa totalitaria su ProSiebenSatl, pur acquisendone il 360Zo del capitale ordinario e il 720Zo dei diritti di voto, ma la BaFin - come ha spiegato ancora due giorni fa - non era convinta che l'Opa obbligatoria si potesse evitare. Ancora, sulla decisione di lasciare avrebbe pesato il repentino rafforzamento dell'euro - che ha reso più costoso di un buon 100Zo l'investimento calcolato in dollari - e le prospettive economiche difficili dell'intera economia tedesca. Dopo l'uscita di scena di Saban spiegava ieri il comunicato congiunto - a ProSiebenSatl sarà assicurato un «sostegno finanziario congiunto» da parte delle banche, con la possibilità di continuare a utilizzare il magazzino di programmi. Nessun cenno viene invece fatto alla possibi- lità di trovare un altro acquirente, lasciando così aperta la strada sia al passaggio degli asset di KirchMedia alle quattro banche creditrici - che potrebbero poi rivendere le attività in condizioni di mercato migliori sia a una nuova trattativa con un possibile compratore. i SOCI DI KIRCHMEDIA 72^Zo TaurusHolding GmbH S Co. KG 6.54%-lliomasKirch 5,7Wo - Rewe-Beteillgungs-Holding GmbH 2,93^ -Capital Research Managemc-ntFunds/ 2,480Zoi;FininvestS.p.A. ' Kingdom Holdings 8 B.V. Lehman Brothers Merchant Banking i News Corp. Investments ì I Mediaset S.p.A. J Fonte; KirchMedia ì
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