Costo del denaro verso il 2%, oggi la Bce decide

Costo del denaro verso il 2%, oggi la Bce decide NEGLI USA LE PREVISIONI CONTINUANO A DARE INDICAZIONI POSITIVE. A WALL STREET IL DOW JONES TORNA SOPRA QUOTA 9000 Costo del denaro verso il 2%, oggi la Bce decide I mercato attende un taglio di mezzo punto come segnale di rilancio dell'economia ROMA Mezzo punto di taglio al tasso di rifmanziamento sull'euro dovrebbe portare il costo del denaro al 20Zo, un minimo storico non solo per l'Italia. E' questa la decisione attesa dai mercati. Per la prima volta, una indiscrezione sfugge dalla Eurotower di Francoforte, dove ha sede la Banca centrale europea: secondo la agenzia di stampa «Market News», il direttorio proporrà oggi ai 12 governatori nazionali un ribasso dello 0,50Zo. In teoria, tra i 18 membri in tutto del consiglio Bce potrebbe prevalere ima scelta differente; ma pare difficile che qualcuno voglia rischiare un forte contraccolpo di delusione. Nuovi dati giunti ieri hanno rafforzato l'impressione dei giorni scorsi che l'Europa continui a ristagnare, mentre negli Stati Uniti qualche segno di ripresa si avverte. Ha fatto salire le Borse, di là e di qua dall'Atlantico, l'indice Usa che cerca di anticipare l'andamento del settore dei servizi (dominante nell'economia statunitense) sondando i responsabili degli acquisti delle aziende. Questo indice Ism, che segnala espansione se è sopra quota 50, è balzato dal 50,7 di aprile al 54,5 di maggio, molto al di sopra delle attese degli esperti. Sempre nello stesso settore, crescono gli ordini e calano i prezzi, dettaglio che rafforza l'aspettativa che il costo del denaro cali anche negli Usa. La probabilità di una decisione in questo senso della Federai Reserve, che si riunisce il 24 e 25 di questo mese, è impheitamente stimata dai mercati all'80%. Un altro dato Usa positivo, con qualche controindicazione però, è l'aumento della produttività nel primo trimestre 2003, rivisto all'l,99i dalla prima stima dell'I,60Zo. Per gli economisti (non |ijtti) che continuano a credere che le tecnologie informati¬ che rivoluzionino la produttività, è il segno che il fenomeno continua. Però alcuni si attendevano di più. E in questa fase si tratta anche dell'effetto di una riduzione degli occupati, che agisce negativamente sulla domanda («il mercato del lavoro resta debole» ha ricordato per temperare l'ottimismo il presidente della Federai Reserve Alan Greenspan). Nello stesso indice dei servizi di cui sopra, in maggio l'occupazione continua a dare segno negativo. Non è detto che tutto vada per il meglio oltre oceano: nelle banche centrali europee si avverte un po' di preoccupazione perché il costo del denaro già molto basso, all' 1,20Zo, sostiene il mercato immobiliare su valori troppo alti e ha fatto recuperare forse un po' troppo prematuramente Wall Street (ieri l'indice Dow Jones è tornato sopra 9000 punti segnando un -)-l,230Zo). Secondo alcune analisi, metà della crescita Usa dell'ultimo anno è dovuta al settore edilizio in stato di boom, cosa che comporta una certa precarietà. Ma nel nostro continente i segnali positivi continuano a mancare quasi del tutto: in Germania i dati ufficiali sulla disoccupazione in maggio, che saranno diffusi oggi, segneranno probabilmente un nuovo record per questo periodo dell'anno, con 4 milioni e 420 mila. Sempre in Germania i costruttori hanno definito «disastroso» l'andamento del loro settore nel primo trimestre 2003. In questo panorama, era abbastanza scontato che dopo la flessione di ieri l'altro anche ieri l'euro continuasse a perdere terreno nei confronti del dollaro e dello yen, scontando l'attesa del taglio dei tassi. Nel primo pomeriggio la moneta unica europea è scivolata sotto quota 1,17 dollari fino a un ^minimo di seduta di^|6p3;:M3 ; basta poco a far tènfére'c&p là caduta del dollaro riprenda: ieri a dare una scossa all'ingiù è bastato che un esponente della Federai Reserve, il presidente della sede di Dallas Robert McTeer, enunciasse un'assoluta ovvietà, che il dollaro debole «nel tempo produrrà un aggiustamento del deficit commerciale Usa». Se i tassi sull'euro scenderanno al 20Zo, in Italia il costo del denaro andrà sotto il tasso di inflazione attesa, cosa che non accadeva dagli anni '70. Il ministro .dólle'Attività produttive Ahtopitì' ■tà(#'zano «auspica» che la ■M. V - Bce decida un ribasso. Le ultime dichiarazioni dei banchieri centrali europei fanno ben sperare. Guardiano dell'ortodossia, il responsabile dell'anahsi economica nel direttorio Bce Otmar Issing conferma: «è assolutamente chiaro che il rallentamento dell' inflazione è legato al rafforzamento dell'euro». E' un modo obliquo per far capire che imo spazio per ridurre i tassi si è aperto. Anche la Banca d'Inghilterra si riunirà nelle stesse ore, ina una decisione sui tassi della sterlina non è attésa. [r.r.] I TASSI E L'INFLAZIONE IN EUROPA H Tassi d'interesse ma Inflazione — media Ite a DATI IN PERCENTUALE in 2002 SETTEMBRE 2002 2003

Persone citate: Alan Greenspan, Dallas Robert Mcteer, Otmar Issing