Stones da 40 anni vera Satisfaction di Marinella Venegoni

Stones da 40 anni vera Satisfaction STASERA A MONACO VIA AL TOUR EUROPEO DELLA LEGGENDARIA BAND Stones da 40 anni vera Satisfaction Keith Richards: «Certo c'è orgoglio professionale, ma segreto Troppo vecchi per continuare a suonare? E' soltanto invidia» Marinella Venegoni Inviata a MONACO DI BAVIERA Stasera all'Olympiahalle di Monaco debutta la tranche europea del tour dei Rolling Stones, che erano partiti il 3 settembre scorso da Boston. Come successe già allora, anche qui nella capitale della Baviera il decano dei gruppi rock terrà altri due concerti in situazioni e con scaletta diverse: il 6 sarà all'aperto all'Olympiastandion, e l'S si esibirà poi nell'intimità di un club, il Girkus Krone: una serata, questa, con biglietti di costo adeguato, tradizionalmente riservata ai rockettari d'epoca ricchi e viziati. Quella stessa notte poi, i quattro baldi ex ragazzi partiranno per Milano, dove invece terranno un unico concerto a San Siro martedì 10: l'inizio è rigorosamente previsto alle 20,30, secondo un accordo con il Comune che vuole la chiusura di tutte le serate musicali allo stadio per le 23 in punto, su richiesta degli abitanti del quartiere. Con questo tour i Rolling Stones portano in Europa, su un enorme palco nero e come sempre con fuochi ed effetti speciali, l'intera saga della loro carriera, il meglio della quale lo scorso anno fu riversato nel doppio album «Forty Licks». Sono serate celebrative (potrebbero essere le ultime) che vedono la presenza fìssa dei brani più famosi di 40 anni di storia: apre il concerto «Street Fighting Man», si possono sempre ascoltare «Brown Sugar», «Onky Tonky Woman», «Sympathy For the Devil», «Satisfacion», «It's Only Rock'n'roll». Questi - e altri - pezzi sono la stessa storia del gruppo più longevo del rock, ed è sorprendente pensarlo in un'epoca in cui le formazioni si sfasciano dopo uri solo disco. Qui di seguito, Keith Richards risponde ad alcune delle domande che sempre gli vengono poste, spaziando dalla sua tormentata storia personale agli anni ruggenti della band. Quarant'anni di Rolling Stones: quanto orgoglio c'è, in questo traguardo? «Quando una band sta così a lungo insieme, c'è effettivamente un certo oi^oglio professionale, ma segreto. Non lo si sta a sbandierare in giro, e neanche ce lo diciamo l'un l'altro. Ma ni fóndo 'quésta è anche un'ossessioné'della riostra società sulle decadi, sui numeri che finiscono per zero. Chissà perché». Voi avete scritto alcune nuove canzoni per «Forty Licks», ma non è che siano diventate grandi successi... «Sa com'è: l'unica differenza fra noi e i Beatles è che siamo ancora qui, e per giunta in tournée dal 3 settembre scorso. Scriviamo nuovo materiale per non farla diventare esclusivamente una questione di nostal¬ gia: siamo ancora una band attiva, insomma». Ma come la mettete con coloro che dicono che i Rolling Stones sono troppo vecchi per continuare a fare il rock'n'roll? «Questo lo dicono i nostri coetanei soprattutto: gente bolsa e grassa che non riesce neanche più a muoversi. E' per pura invidia fisica che noi dovremmo, secondo loro, smettere di andare in giro». Lei viene considerato un miracolo vivente perché ha abusato di ogni possibile sostanza, eroina compresa e a lungo, ed è qui sveglio e arzillo, in tour mondiale nell'anno che il prossimo 18 dicembre farà scoccare i suoi primi 60 anni. Si ricorda che cosa successe negli Anni Ottanta, la prima volta che si affacciò sul palco completamente «pulito»? «Ero solo a disagio con la folla del backstage e con le altre folle che popolano di solito la mia vita: il pubblico dei concerti no, lo amo sempre. Ma tengo a precisare che io mi purificavo ogni vòlta prima di cominciare una tournée, proprio non volevo saperne di dover andare in giro in posti equivoci a cercarmi la roba, in città strane. Questo fatto dello smettere periodicamente mi ha poi complicato l'esistenza, perché pensavo sempre: beh, posso smettere quando voglio. Ma naturalmente appena il tour finiva, boom: "E' il momento di rilassarsi", mi dicevo. E ricomin- ciavo da capo. La droga è proprio una cosa di cui liberarsi, se ci sei dentro; e comunque bisogna stare attenti a non entrarci. I problemi veri li ebbi con Mick: mi ero drogato per tutti i Settanta, e lui aveva finito per prendere in mano tutto il lavoro ordinario che riguardava gli Stones: così si tró^ò nella stessa sindrome che era stata di Brian Jones, più o meno di pensare che tutto era sulle sue spalle. Quando stavo ormai bene, gli dissi: dai, ridammi un po' del fardello, fammi condividere il peso. Mick la prese come una richiesta di riassettò dei poteri, come un togliergli qualcosa: e non era veramente il caso. Abbiamo affrontato gli Ottanta davvero a muso duro, e forse per questo in "Forty Licks" ci sono così poche tracce di quel periodo: "Dirty Work" fu la nostra Terza Guerra Mondiale, lui la prendeva davvero molto alta. Così facemmo una pausa. Penso che chiunque - con la possibile eccezione di Mick - abbia da allora imparato la lezione che Mick Jagger è davvero tosto quando è con , gh StòheSfiria quando' non lo è, penso che non gliene freghi un cavolo a nessuno». In questo tour, suonate molto materiale da «Exile on Main Street» che per molti è il più grande disco degli Stones. «Facemmo una fatica boia a convincere l'etichetta a registrare un doppio album, e poi le vendite furono abbastanza basse. Quello fu il primo disco giunge, ma "Beggars Banquet" fu anche altrettanto significativo. Che lavoro, fra questi due album: fu il periodo più importante per la band, il primo canabio che gli Stones dovettero fare dopo la fase adolescenziale. Fino ad allora, si saliva sul palco combattetìdo una battaglia'peréa: Si badava1 sdpràtttit-to a che nessuno rimanesse ferito, e subito dopo a come riuscire ad andarsene da lì. Una volta in Olanda ci furono casini: mi girai verso lan Stewart e vidi invece una pozza di sangue e una sedia rotta che gli era finita in testa. Lui era già in ospedale. Per riprenderci, Mick ed io sviluppammo la scrittura e la registrazione: e arrivare a "Beggars Banquet" fu come uscire dalla pubertà». Keith Richards il prossimo 18 dicembre compie 60 anni

Luoghi citati: Baviera, Boston, Europa, Milano, Monaco, Olanda