Gm: l'alleanza con Fiat dà buoni frutti
Gm: l'alleanza con Fiat dà buoni frutti IL NUMERO UNO DELLA GENERAL MOTORS: L'ECONOMIA EUROPEA RESTA DEBOLE, MA A TORINO LAVORANO PER IL RILANCIO Gm: l'alleanza con Fiat dà buoni frutti Wagoner: allarghiamo le intese NEW YORK «Abbiamo fatto la cosa giusta». Richard Wagoner, numero uno di General Motors, di fronte all'assemblea dei soci del colosso automobilistico ieri ha fatto il punto sui rapporti con la Fiat: «La joint venture sta funzionando bene, sta dando i suoi frutti». E, confermando che le trattative stanno proseguendo in maniera costruttiva, ha rilanciato: «Ora si deve cercare di allargare le opportunità di collaborazione». Più di un azionista aveva chiesto al presidente e Geo di inquadrare il momento della casa automobilistiche torinese e delle partecipazioni complessive di Gm nel Vecchio Continente: «Gli uomini della Fiat - ha risposto Wagoner stanno lavorando duramente al piano di rilancio, noi speriamo che gli obiettivi vengano raggiunti, d'altronde l'economia debole in Europa non ci sta aiutando e non ne risente solo Fiat ma anche Opel e Saab». Nessun ripensamento dunque. «In Europa abbiamo buone strategie e le persone giuste per attuarle». Il presidente della General Motors ha poi ribadito di non avere ancora fatto ima scelta precisa sulla possibile partecipazione di Gm alla ricapitalizzazione di Fiat Auto annunciata lo scorso febbraio. «Ad oggi - ha commentato - non abbiamo fatto piani precisi per il futuro». L'assemblea di ieri a Wilmi;ton, in Delaware, è stata anche a prima dopo il passaggio di consegne tra Wagoner e il dimis- sionario Jack Smith, per dieci anni alla guida della Gm. Un appuntamento che però non si è potuto bagnare con buoni dati di bilancio nella prima parte dell'anno. Wagoner ha ammesso senza peli sulla lingua che i dati sulle vendite dei primi tre mesi 2003 nel mercato nordamericano «sono stati deludenti». Ad aprile la caduta è stata del 90z6, mentre la quota di mercato è scesa dal 28,407o di un anno fa all'attuale 26,507o. L'imminente futuro però appare più incoraggiante grazie «al miglioramento della congiuntura americana e agli sgravi fiscali appena approvati dal Congres¬ so», che dovrebbero stimolare i consumi e quindi anche la domanda di auto. Wagoner ha avuto comunque parole di cautela: «la situazione economica generale rimane debole». Il piano di ristrutturazione delle operazioni di Gm però «rimane in carreggiata, con l'offensiva di nuovi prodotti portata avanti da Opel, Vauxball e Saab, e stabili progressi sul piano della qualità e della competitività dei prezzi». Nessuna novità invece sul fronte della lotta agli enonni squilibri pensionistici che Gm si trova ad affrontare, un'eredità del passato quando il colosso di Detroit aveva una forza lavoro imponente per soddisfare ima domanda pari al 350Zo del mercato americano. Wagoner ha assicurato che la società «sta continuando i suoi sforzi per tagliare i costi ed aumentare le entrate finanziarie», ma al di là dellWmai nota cessione della quota in Hughes Electronics, non ha citato alcuna manovra straordinaria per far fronte all'emergenza, che nel 2003 è costata una caduta del 200Zo del titolo azionario. Aparziale consolazione Wagoner può portare il bilancio 2002 die si è chiuso con profitti per 1,7 miliar¬ di di dollari contro i 601 milioni del 2002. Wagoner ha quindi ricordato il decennio passato al timone di Gm da Smith, che a inizio maggio ha lasciato anche la carica di presidente. «Grazie alla leadership di Jack, Gm oggi si trova in una situazione nettamente migliore di quella di 10 anni fa», ha detto. Wagoner ha ricordato la riorganizzazione di Gm Nord America condotta da Smith, artefice anche dell'alleanza con la Fiat, nel 1992, e il completamento della ristrutturazione delle attività europee effettuata tra fine anni 80 e inizio anni 90. [r. e. s.] Richard Wagoner, numero uno della General Motors
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