Qualcosa si muove aspettando il vero principe azzurro

Qualcosa si muove aspettando il vero principe azzurro GRANATA DA LEGARE Qualcosa si muove aspettando il vero principe azzurro Massimo Gramellini SI chiude la quarta stagione di rròesta rubrica, che da due anni porta il nome di «Granata da legare», inventato dal fratello di virus Federico Monga. Quattro campionati, due retrocessioni. Niente da dire, una bella media. Però non mi dimetto, anche se vi devo delle scuse per la carognata involontaria della settimana scorsa. Quando, nel timore di avervi depresso troppo con l'analisi funerea delle cordate acchiappatoro, in coda all'articolo mi professai ottimista, rinviando a oggi le motivazioni. Sono scherzi che non si fanno a una tifoseria che da un decennio si alza ogni giorno con la speranza che sia quello buono. Qualcosa in effetti si muove: un imprenditore del Toro, che chiede di non apparire ancora sui giomali, é intenzionato sul serio a comprare. Sa come si gestisce un'azienda di questo tipo e ha un socio ingolosito dagli stadi. A metà giugno faranno la loro offerta, ma non é detto che Cimmi la accetti. In ogni caso, piedi ben ancorati alla terra. Pur avendo più carte degh altri pretendenti, questi signori sono meno danarosi del Cimminelli di tre anni fa. La nuova presidenza ci garantirebbe di arrivare al centenario del 2006 con lo stadio nuovo e la squadra ai livelli del Perugia. Meglio di niente, in attesa del ricco giovane ambizioso (e pure bello) che prima o poi si innamorerà di noi. Siamo ai saluti. Al pigiama Darwin Pastorin, dirimpettaio di rubrica, per segnalargli l'ennesimo miracolo di Berlusconi: non avevo mai ricevuto così pochi messaggi di goduria granata dopo una sconfitta della Juve. In compenso tanti si sono arrabbiati per lo striscione di Manchester sugli «undici piemontesi tosti», leggendovi la volontà pigiamesca di scippare al Toro la ragione sociale. Tranquilli: gli juventini sanno benissimo che il giorno in cui il Toro scomparisse (ma non scomparirà) i nostri figli non tiferebbero per loro, ma per Milan o Inter. In alcuni casi purtroppo lo fanno già. Ai fratelli genoani, retrocessi pure essi: che succederebbe se fondessimo le nostre sfighe? Una notte ho sognato il GrifoToro, maglia blugranata come il Barcellona, mezzo campionato a Marassi e mezzo al Comunale. E la Champions? Che domande, a Cuneo... A Camolese che un giorno tornerà e sarà un gran bel giorno, spero anche per quei pochi che lo hanno contestato. A tutti voi, fratelli di virus, e in ; jarticolare ai 50.000 che un mese a hanno marciato per le strade di Torino. Facile farlo dopo una vittoria come i sampdoriani. Più difficile quando hai ancora nelle ossa la retrocessione più ingloriosa della tua storia. Eppure siamo qui. Pronti a sgolarci per Walem e Tiribocchi come per Mazzola e Gabetto, Meschino e Combin, Sala e Pillici, Scifo e Casagrande, Maspero e Schwoch. Dirlo farà sorridere qualcuno, ma nel caos delle nostre vite il Toro resta un valore stabile e sicuro. Sarà che siamo già morti mille volte, ma ci sta tornando una vogha matta di risorgere.

Luoghi citati: Cuneo, Manchester, Torino