Gli Usa promettono: vogliamo un dollaro forte di Emanuele Novazio

Gli Usa promettono: vogliamo un dollaro forte NEL DOCUMENTO FINALE DEL SUMMIT BUSH NON HA PERO' VOLUTO RIFERIMENTI FORMALI Gli Usa promettono: vogliamo un dollaro forte Monito del G8 alla Corea del Nord e all'Iran sulle armi atomiche Emanuele Novazio Inviato a EVIAN George W. Bush garantisce che gb Stati Uniti attueranno una pobtica del dollaro forte, accogbendo le preoccupazioni e le critiche dei partner europei pelle conseguenze negative che la discesa deba valuta americana ha sube esportazioni europee. Ma b presidente americano non mette a verbale b suo impegno, del quale non c'è traccia nel documento dedicato ab'economia diffuso al termine deba seconda giornata del vertice G8 di Evian, che si chiude stamane: sono state fonti di alcune delegazioni, confermate poi da Romano Prodi, a dar conto con compiacimento debe parole del presidente Usa («molto importanti per evitare una guerra monetaria», le definisce b presidente deba Commissione). Da parte americana ci si è limitati a sottolineare, ufficiosamente, che l'obiettivo di Bush era evitare ogni riferimento al dobaro nel documento finale. L'obiettivo è stato raggiunto, con quab conseguenze si vedrà presto: anche l'assoluta mancanza di riferimento a un accordo consensuale sul dobaro da parte del presidente francese Chirac, neba conferenza stampa finale, lascia aperto più di un interrogativo. Nel documento b solo riferimento al dobaro è indiretto: ((L'economia americana può progredire solo se progrediscono quebe di Uè, Giappone e Russia». Evian del resto conferma le difficoltà a raggiungere accordi comuni sul commercio intemazionale (a parte un generico impegno a concludere «nei tempi previsti» i negoziati avviati a Doha nel 2001) e i ritardi nel concretizzare gb aiuti al Sud del mondo. Con la crisi irachena considerata «abe spabe» da tutti i partecipanti al vertice («la riconcibazione è completa», garantisce b canadese Chrétien) U messaggio complessivo che esce da Evian in campo economico ma anche neba lotta al terrorismo e abe armi di distruzione di massa - è comunque improntato aba fiducia, come enfatizzano Sbvio Berlusconi e Jacques Chirac (((Abbiamo espresso la convinzione comune sube capacità di garantire una maggiore crescita», ha commentato b presidente francese). Molti segnab lasciano sperare che gb attuab problemi economici negb Stati Uniti, in Europa e in Giappone possano essere presto superati grazie a ima forte crescita, sottobnea b comunicato congiunto, che annuncia in proposito un maggiore coordinamento fra gb Otto. Un ottimismo obbbgato, di facciata? L'esperienza di precedenti G8 autorizza b dubbio che da Evian si sia voluto lanciare soprattutto un messaggio propulsivo - con una forte valenza psicologica diretta ai mercati - per rafforzare la spinta positiva rappresentata daba fine deba guerra in Iraq, dai bassi tassi di interesse e dal prezzo ragionevole del petrobo. Significative le parole del premier britannico Blair, un monito più che una manifestazione di ottimismo: «Se non cambiamo e non riformiamo in fretta le nostre economie, non riusciremo a sopravvivere con gb stessi standard di vita». Lo stesso intento - e la stessa sospensione - accompagnano b debcato tema deba lotta aba proliferazione debe armi di distruzione di massa e al terrorismo. Gb Otto sono unanimi nel lanciare un durissimo monito a Iran e Corea del Nord perchè abbandonino i loro programmi nucleari, e con la stessa unanimità garantiscono sforzi comuni per impedire la proliferazione dei missbi terra-aria «Manpad», quebi che possono essere sparati da una persona contro aerei civib in volo. Aba Corea del Nord, in particolare, si intima di «smantellare ogni programma di armamento nucleare» in modo «verificabbe e irreversibile». Quanto all'Iran, gli Otto avvertono che «non resteranno indifferenti» se svbupperà programmi nucleari senza rispettare gli obbbghi del trattato di non proliferazione: ma b monito «non significa intenzioni di guerra», precisa Berlusconi, mentre Chùac non rinuncia alla polemica con Bush («Non abbiamo riserve sul programma nucleare civbe iraniano»). Sube misure antiterrorismo, infine, Evian riafferma la necessità di uno «sforzo cobettivo» contro «fi pericolo crescente dei missib terra aria», e ribadisce la necessità di «intensificare gb sforzi» cobettivi, oltre a varare un «gruppo d'azione contro b terrorismo» aperto ad altri Paesi e con prevalenti funzioni di coordinamento. Ma inevasa rimane la proposta Usa di annunciare un accordo intemazionale per intercettare, ovunque nel mondo, navi e aerei sospetti di trasportare armi o sostanze utibzzabili dai terroristi: sarà oggetto di «ulteriori riflessioni», si limitano a convenire gli Otto. Una sconfitta per Bush? Un inevitabile compromesso, piuttosto, imposto dab' ostbità francese ad impegni considerati troppo vincolanti e troppo proni agb Usa. Bush non toma a casa a mani vuote, ha lasciato Evian con l'unanime appoggio dei partner aba lotta al terrorismo: un'ottima base per futuri btigi. Evian conferma la difficoltà a raggiungere accordi comuni sul commercio internazionale. Consenso generale invece sulla lotta al terrorismo anche se Washington non riesce a imporre un accordo per intercettare ovunque nel mondo le navi sospette

Persone citate: Berlusconi, Bush, Chirac, George W. Bush, Jacques Chirac, Romano Prodi