Che bel vestito, è fatto con una ruota di Osvaldo Guerrieri

Che bel vestito, è fatto con una ruota AL FESTIVAL DEL TEATRO EUROPEO,CON IL LINGUAGGIO UNIVERSALE DEI GESTI Che bel vestito, è fatto con una ruota Nello strano spettacolo, un attore offriva anche l'insalata Osvaldo Guerrieri TORINO Se è il tono che fa la musica, allora il festival del Teatro Europeo non può che rinviare all'allegretto con brio. Almeno all'esordio di venerdì. La terza edizione della rassegna diretta da Beppe Navello ha occupato per tre sere gli ex stabilimenti cinematografici dell'Espace di via Mantova con due spettacoli a sera, appendice musicale e zona libera di sperimentazione teatrale. Come dire: un po' festa istituzionale e un po' delirio fringe. Non solo. Intitolato quest'anno alla «speranza di capirsi», il festival si è rifugiato nell'unico genere di comunicazione ultralinguistica comprensibile a tutti: nel linguaggio del gesto. Ma non crediate che, ad aprire idealmente il sipario, sia stato uno di quei rarefatti esempi di teatro-danza o di espressio- ne orientale che facevano la delizia festivaliera degli Anni '80. Tutt'altro. La clownerie più flagrante e l'eco irresistibile ancorché lontana del circo hanno elettrizzato l'aria e suscitato stupori. I primi a sollevare il vento dell'assurdo sono stati i quattro artisti confluiti nella compagnia francese degli Albédo. Il quartetto anima quattro immensi pupazzi che somigliano in modo singolare al Monsieur Hulot di Jacques Tati. Hanno un impermeabile verdolino, il cappello sulla testa minuta, occhiali e, fenomeno singolare, quando-vogliono esprimere un sentimento aDungano sconsideratamente il collo. Pare che, al massimo dell'eccitazione, possano toccare i tre metri d'altezza. Costoro hanno offerto un prespettacolo per le vie della città ignara, spargendo intomo a sé divertimento, ma anche minuscoli allarmi allorché fermavano automobili, facevano capolino dentro i tram, assediavano ignare signore. All'interno dell'Espace la carica di sorpresa non poteva che attenuarsi: i pupazzoni non apparivano dal nulla, erano sotto gli occhi di tutti, imbastivano sui due piedi le loro gag. E se, per dare una scossa, correvano all'esterno per seminare un po' di soavissimo panico, subito tornavano a caracollare fra chi ormai sapeva tutto e prevedeva tutto. Altre sorprese, anzi una fabbrica di meraviglie visive a getto continuo, sono giunte con il gruppo svizzero del Lynx. Agli ordini di Christian Mattis, cinque spiritosissimi interpreti hanno dato vita a un singolare défilé in cui si presentavano modelli che nessuna couture, per quanto bizzarra e provocatoria, farà mai sfilare in passerella. Con la rapidità e la bravura dei trasformisti, i cinque indossavano «abiti» realizzati con i pneumatici, con lunghe strisce di plastica che, avvolgendosi intomo ai corpi, assumevano fogge sontuosamente barocche. Spesso gli abiti nascevano a vista. A vista avvenivano le più vertiginose metamorfosi, o la creazione di pure forme astratte. Da segnalare l'uomospecchio, l'uomo-sotto-vuoto (ma come avrà fatto a respirare?) e l'uomo-insalata. Quest'ultima creazione non sarà stata la più stupefacente, ma non esiteremmo a definirla la più appetitosa. L'insalata è stata seminata su un'apposita striscia di tessuto. Lì è cresciuta (pare rapidissimamente) e ha potuto farsi abito da indossare e da distribuire. Proprio così. L'attore più bucolico della storia del teatro, al colmo del défilé, strappava ciuffi di tenera insalatina, ne mangiava e ne distribuiva agli attoniti spettatori. E poi non dite che il teatro non è (anche) un rito mistico. La downerie esibita e l'eco irresistibile anche se lontana del circo hanno elettrizzato l'aria e suscitato grandi stupori Beppe Navello ha organizzato la terza edizione del Festival del Teatro europeoun po' festa istituzionale eun po'delirio fringe m hI

Persone citate: Beppe Navello, Christian Mattis, Hulot, Jacques Tati

Luoghi citati: Torino