«Non siamo rivali: da combattere è l' ateismo» di Francesca Sforza

«Non siamo rivali: da combattere è l' ateismo» «Non siamo rivali: da combattere è l' ateismo» Il leader dei protestanti tedeschi invita le chiese a collaborare contro la perdita di valori religiosi intervista Francesca Sforza corrispondente da BERLINO Ef stata una manifestazione senza precedenti: dopo una giornata comune ad Augshorg nel 1971, i cattohci e i protestanti avevano sempre tenuto separate le loro occasioni di incontro; al massimo si erano limitati a presenziare a qualche evento dell'altra confessione, ma niente di più. Quella che si è conclusa ieri a Berlino è stata un'iniziativa «ancora più ecumenica» - per usare le parole del leader dei protestanti tedeschi, reverendo Manfred Kock - a cui la Conferenza episcopale tedesca e il Consiglio delle chiese evangeliche lavorano da cinque anni. Reverendo Kock, è vero che la chiesa cattolica mostra un'apertura minore rispetto a iniziative di questo genere? «Esiste infatti un dissenso fra le due confessioni riguardo l'eucaristia. Mentre noi permettiamo a chiunque sia battezzato di partecipare all'eucaristia, perché l'ospite è Cristo stesso, la chiesa cattolica fa accedere al sacramento solo chi è esplicitamente membro della comunità. E' evidente che su questo ci troviamo di fronte a un'asimmetria tra le due confessioni; e ciò significa che mentre nelle nostre messe celebrate in occasione del «Kirchentag» non c'è controllo su chi partecipa, i cattohci tendono a non aprire la loro messa a tutti. Ma la settimana ecumenica prevede anche tante funzioni religiose comuni senza sacramento: meditazioni, preghiere, incontri su temi di attualità e politica...». Il dissenso sull'eucaristia è anche dissenso nei confronti dell'ultima enciclica papale? «La differenza per quanto riguarda la comprensione dell'eucaristia è minima; alcuni teologi sono addirittura dell'opinione die non ci sia dissenso al riguardo. Il vero dissenso riguarda la comprensione del concetto di chiesa: la concezione di chiesa dei cattohci si definisce esclusivamente e irrevocabilmente attra¬ verso l'incarico apostohco in ima successione storica, che vede il suo inizio con San Pietro e che da San Pietro si trasmette al papa, dal papa ai vescovi e dai vescovi ai preti. L'enciclica individua il "disordine" delle chiese non cattoliche nell'assenza di un "incarico consacrato". Per noi chiesa significa evento, cioè un luogo dove viene letta la parola di Dio e celebrato il sacramento; l'organizzazione è qualcosa di secondario. La chiesa cattolica invece ritiene che la forma di organizzazione che fa capo al Papa sia decisiva. A proposito dell'encichca, la cosa che io personalmente percepisco come dolorosa è che abbiamo tante coppie di confessione mista. Fino a ien la prassi era che i preti di entrambe le parti accettavano questa realtà, ma l'ultima encichca ha definito l'attuale situazione "disordinata". Ecco, diciamo che l'enciclica non apre nessuna prospettiva ai matrimoni misti». Cattohci intransigenti e protestanti liberali, è questo che intende? «Sono molto scettico su questo tipo di valutazioni. Tante persone sono più attratte dalla chiarezza, conseguenza e consistenza che vedono realizzata nella chiesa cattolica, mentre noi spesso veniamo percepiti come relativisti e troppo generosi. Non vedo la competizione: non ci rubiamo i fedeh, e anche se il fenomeno della conversione esiste, non è il vero problema. Il compito da affrontare è piuttosto il fatto che viviamo in una società in cui la grande maggioranza deUe persone non si definisce più tramite paradigmi religiosi. Se c'è competizione è allora su questo "nuovo mercato", un mercato che non è stato ancora conquistato dalla religione». Statisticamente però sembra che la chiesa evangelica stia E ordendo più credenti di queli cattolica. Come spiega il fenomeno? «Due sono i motivi: fra i cristiani cattohci esiste coesione maggiore. Fino a dieci-quindici anni fa nella chiesa cattolica esisteva ancora l'obbligo di andare alla messa ogni domenica, mentre da noi già da tre generazioni vige un atteggiamento molto liberale. E poi c'è un fattore demografico: le famighe cattoliche in media hanno più figli e questo è da ricondurre alla posizione presa dalla chiesa cattolica riguardo agli anticoncezionali. Si deve anche ricordare che un parte della Germania, cioè i Laender dell'Est, dove quasi il 90(Kì della popolazione erano tradizionalmente evangehci, nel periodo della Ddr si sono quari completamente secolarizzati. Ogp solamente il 20-25'K) della popolazione nella Germania dell'Est è ancora evangelica. In Germania contiamo 27 milioni di fedeh, gh stessi della chiesa cattolica».

Persone citate: Kock, Manfred Kock

Luoghi citati: Berlino, Ddr, Germania, Germania Dell'est