«Sentivo Paola piangere ma non potevo aiutarla»

«Sentivo Paola piangere ma non potevo aiutarla» IL FIDANZATO SOTTO CHOC: «GENTE COSI'.NON DOVREBBE PROPRIO ESISTERE» «Sentivo Paola piangere ma non potevo aiutarla» intervista Massimiliano Peggio ERO legato ad un palo di ferro, nella baracca, con un pezzo di corda in bocca: appena accennavo un movimento erano botte». Paola invece è stata violentata su un tavolo, alle sue spalle, nel buio. «Piangeva e non potevo fare nulla per aiutarla». L'incubo è lontano, adesso, ma quei luoghi a due passi dal centro di Beinasco, a ridosso del torrente Sangone, sono ancora pieni di fantasmi, anche sotto il sole. Fabio è tornato lì, con due maresciaUi del Nucleo operativo di Moncalieri per ricuperare la Panda color carta da zucchero parcheggiata a lato della stradina polverosa. Sembra un relitto, saccheggiata e abbandonata. «Vi prego, non lasciatemi solo, capisco che non c'è più nulla di cui temere, però non mi sento sicuro», chiede Fabio ai carabinieri che lo accompagnano. E' la paura. Gliela si legge negli occhi. piccoli e scuri. Chela si percepisce nella voce, piatta e quasi inespressiva. Chi ha vissuto il terrore non può dimenticarlo. «Mi hanno preso le chiavi dal cruscotto e le hanno gettate da qualche parte, attorno alla tettoia. Ricordo ancora il rumore. Mi accompagnate a cercarle?». In terra, vicino alla Panda ci sono gli occhiali neri di Paola, il suo deodorante, i documenti, i vetri del finestrino infranto. Sul sedile macchie di sangue, a testimoniare la colluttazione con gli aggressori. Fabio arriva con i cavi dello spinterogeno in "mano, per sostituire quelli che i tre hanno strappato dal motore. Così si sono coperti la fuga, imprigionando la coppia in quei campi di terra rossa, nel cuore della notte. «L'hanno ridotta per bene, quei maledetti. Ci sono tutti i fili tagliati». Sul cofano forzato, gli investigatori della scientifica hanno trovato alcune impronte digitali. Anche sulla portiera, e sul vetro del passeggero. Fabio ha l'aria stanca, una guancia gonfia. «Mi hanno colpito con l'accetta qui, all'altezza dello zigomo, mi fa ancora male». Sotto la tettoia, ai margini dei campi coltivati a pomodori e insalata, ci sono ancora brandelli di vestiti: un paio di pantaloni, un giaccone scuro. «Eccolo qui il berretto giallo, me lo ricordo bene. Lo indossava uno di quei tre per coprirsi il volto». La violenza si è consumata lì, tra rottami, arnesi da lavoro, assi di legno e bidoni colmi di acqua. L'aria puzza di umidità, di marciume, di urina. «Mi hanno legato a questo palo». C'è anche una sedia di plastica con le gambe rotte. «Mi hanno fatto sedere qui. Avevo le mani e i piedi legati, ma alla fine sono riuscito a liberarmi: la sedia l'ho rotta io, scalciando». E loro? «Erano là, su quel tavolo... Paola è stata violentata lì sopra...». Poi il pensiero toma di colpo alle chiavi della Panda. Vuole andare via, prima possibile. «Ricordo un rumore di metallo, forse sono finite in cima alla tettoia». Si arrampica. «Ecco¬ le qui, trovate. Bastardi, guarda dove le hanno gettate». Dalla baracca si domina la strada sterrata, che scende dal centro di Beinasco. La Panda azzurrina è in mezzo all'erba. Probabilmente i tre aggressori stavano saccheggiando i capanni dei contadini, quando i due fidanzati sono arrivati intomo all'una. Così sono diventati un bersagho facile, a portata di mano, nel buio. I tre hanno agito in branco. Poi li hanno anche derubati: il portafogli e il telefono cellulare. «Paola sostiene che fossero rumeni, ma non ne sono convinto. Per me erano albanesi. Gente così non dovrebbe esistere». Dopo avere sfondato il finestrino della portiera, lo hanno colpito in faccia. Hanno afferrato lui e la sua donna per le braccia e li hanno trascinati nel fango, fino alla baracca. La corda per legarli l'hanno prelevata in un'altra tettoia, in un sacchetto di plastica. «Adesso metto in moto la Panda e vado via. Paola è a casa mia, sconvolta. I suoi genitori non sanno nulla». Ifeéà Ero'e9at0' WW mj hanno messo un pezzo di corda in bocca: se mi muovevo piovevano subito botte Mi hanno colpito al viso con un'accetta, trascinandoci nella baracca 9Q L'auto dei fidanzati aggrediti dal tre slavi: finora inutili le ricerche dei carabinieri

Persone citate: Chela, Massimiliano Peggio

Luoghi citati: Beinasco, Moncalieri